Lupo in Italia: un piano di gestione a causa dei numeri da allarme

La Conferenza Stato Regioni sospende l’esame per ulteriore approfondimento. Coldiretti: “Salviamo greggi e mandrie dagli attacchi”. Ungulati: 19 mila capi abbattuti nel 2016 in Toscana, oltre 5 mila in provincia di Siena

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 febbraio 2017 19:29
Lupo in Italia: un piano di gestione a causa dei numeri da allarme

Un Piano Lupo è stato presentato dal Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti che dopo aver ricevuto la validazione di ben 70 scienziati e il via libero tecnico all’unanimità della Conferenza Stato Regioni è stato rinviato all’unanimità dai presidenti delle Regioni su richiesta del presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. Il piano, che prevede 22 azioni di conservazione della specie, affronta anche il tema nodale della risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività dell’uomo, nel pieno rispetto della normativa comunitaria e di quella nazionale.

Proprio a questo scopo il testo concede in casi eccezionali la possibilità di attivare deroghe al divieto di rimozione di singoli esemplari di lupi, già prevista dalle norme italiane ed europee, avviando un percorso strettamente regolamentato e caratterizzato da rigorose azioni di prevenzione. “Chi parla di apertura della caccia al lupo - dice il Ministro Galletti - non ha letto il Piano. In questo testo - afferma il Ministro - c'é un nucleo anti-bracconaggio con i carabinieri forestali e le polizie provinciali, cani anti-veleni contro i bocconi avvelenati, altre azioni di prevenzione per gli allevatori per proteggersi ed evitare che il lupo mangi gli animali allevati".

Ora occorre salvare le mandrie con i vitelli ed i greggi di pecore che stanno subendo una vera e propria strage nell’indifferenza generale, provocando lo spopolamento delle montagne dove hanno chiuso almeno 1/3 delle aziende agricole negli ultimi 10 anni. E’ quanto afferma la Coldiretti: "Dalle Regioni – sottolinea la Coldiretti - ci attendiamo ora la stessa responsabilità nella difesa degli allevamenti e dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio.

Non si possono lasciar morire pecore e vitelli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane. Senza i pascoli - sostiene la Coldiretti - le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città. Ci aspettiamo che le energie positive che si sono mobilitate in questa occasione si traducano adesso - precisa la Coldiretti - in impegno concreto per tutelare un bene comune con un sostegno pubblico a sistemi di difesa appropriati e un rapido ed adeguato rimborso dei danni, senza se e senza ma.

E ai cittadini offriamo la possibilità di partecipare concretamente con il sostegno al progetto “Ami i lupi, adotta un pastore” finanziando la campagna Coldiretti di crowdfunding sul sito www.woopfood.com per dare un aiuto con una formula nuova e diversa a chi porta avanti l’allevamento e la pastorizia vivendo e lavorando tutti i giorni in montagna e nelle zone collinari trovandosi, quindi, a dover convivere con la presenza sempre più massiccia del lupo.

Solo in Toscana - conclude la Coldiretti - nell’arco di due anni sono 750 le aziende agricole in cui migliaia di pecore, bovini o cavalli sono morti a seguito dell’aggressione di lupi o ibridi".

L'associazione ecologista di Radicali Italiani ha lanciato la campagna #SALVIAMOiPARCHI, già sottoscritta da centinaia di cittadini in pochi giorni. Per gli EcoRadicali è urgente una mobilitazione simile e superiore a quella sui lupi perché l’intera fauna italiana sarebbe a rischio: lupi compresi.

Sono oltre 19mila gli ungulati abbattuti in Toscana nel 2016. E’ il primo bilancio della legge obiettivo ad un anno dall’approvazione in Consiglio regionale. A darne notizia è stato Paolo Banti, tra i redattori della norma e responsabile della Regione Toscana settore attività faunistico venatoria, nel corso dell’incontro tenutosi mercoledì a Siena dal titolo “Ungulati, come difendersi” organizzato dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena in collaborazione con l’Ente Produttori Selvaggina.

«I numeri sono incoraggianti e gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati raggiunti e superati – commenta Banti -. Nel 2015 abbiamo avuto un numero di capi abbattuti, tra controllo e selezione, di circa 11500». Siena rappresenta un “caso studi” nell’applicazione della legge; 5091 i capi abbattuti nel 2016 e 2143 nel 2015. Nel corso dell’incontro l’Atc Siena ha presentato anche i dati aggiornati al 2016 delle richieste danni da fauna selvatica agli agricoltori nella provincia senese: oltre 800mila euro con un forte incremento sul 2015.

Nella stragrande maggioranza i danni sono provocati da cinghiali: il 72%.

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