Lupi, ungulati e predatori: prevenire, difendere, o risarcire?

Remaschi: "Problemi veri, dobbiamo dare risposte. Presto incontro per individuare azioni concrete". Metrocittà Firenze approva il calendario venatorio 2015-2016

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 luglio 2015 00:31
Lupi, ungulati e predatori: prevenire, difendere, o risarcire?

FIRENZE- “Blitz” degli agricoltori toscani tre giorni fa, per lanciare un SOS alla Regione Toscana sui danni provocati dagli animali selvatici stimato di 20 milioni di euro all’anno. 100 milioni in cinque anni. Cosi Coldiretti Toscana è passata dalle parole ai fatti portando fino a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Presidenza, una delegazione di rappresentanti della principale organizzazione agricola formata dai presidenti delle federazioni provinciali e dai rappresentanti negli Ambiti Territoriale di Caccia.

Secondo Coldiretti sono 450 mila gli esemplari a “piede libero”, il 70% sono cinghiali, che devasta campi coltivati, azzera le produzioni, stermina gli allevamenti, mette a repentaglio la sicurezza stessa dei cittadini e crea conseguenze devastanti anche sull’ambiente contribuendo all’impoverimento della fauna e della flora del bosco e del sottobosco. Insufficienti gli abbattimenti da parte del mondo venatorio: appena 90 mila circa. Troppo pochi per “contrastare” un esercito difficile da censire e da controllare.

Insomma gli agricoltori dicono basta e chiedono misure immediate e importanti per contenere le ripercussioni di popolazioni ormai fuori controllo. Portavoce della protesta che ha portato gli imprenditori toscani ad incontrare il neo Assessore all’Agricoltura, Marco Remaschi e il capo della Segreteria del Presidente, Ledo Gori: “Purtroppo è l’ennesima volta che denunciamo una situazione non più sostenibile per il mondo agricolo.

InToscana i danni economicamente hanno riflessi ancora più gravi, perché quello che va perduto non è solo il prodotto ma anche il valore che esso acquisterebbe nelle fasi di trasformazione e commercializzazione. In una regione in cui prevalgono i prodotti di qualità, i danni sono davvero incalcolabili. A rischio – ha spiegato ancora - non c’è solo il reddito delle imprese agricole ma anche la sicurezza delle aree rurali e periurbane e non mancano neppure le preoccupazione sul profilo sanitario con il rischio di contagi degli animali allevati”.

Il blitz è stato l’occasione per consegnare, al neo assessore, il documento con le proposte in materia di danni alla fauna selvatica “raccolto” dalla neo amministrazione che ha assicurato “attenzione nei confronti di una criticità per il settore agricolo inserito anche nei 25 punti del programma elettorale di Rossi”: “Incassiamo la disponibilità ma vigiliamo sulle azioni future. Di fronte al moltiplicarsi delle devastazioni causate dagli ungulati, agli attacchi agli allevamenti e al moltiplicarsi degli eventi provocati da nutrie, corvi, cinghiali e altri animali, gli agricoltori della Coldiretti chiedono una riforma della disciplina che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio dobbiamo trovare una soluzione immediata, urgente, straordinaria.

I danni alle colture agrarie e agli allevamenti sono ormai in proporzioni tanto rilevanti – conclude il Presidente – da rendere insufficiente l’accantonamento delle risorse finanziarie regionali, così che occorre rivedere le modalità di distribuzione delle risorse nazionali e regionali al fine di garantire i fondi necessari per coprire i danni stimati”.

 "Abbiamo fissato un incontro tra circa dieci giorni, insieme ad associazioni di categoria ed enti locali. In quell'occasione individueremo azioni concrete per fronteggiare la situazione". Così l'assessore all'agricoltura e foreste Marco Remaschi. "Questo – ha aggiunto Remaschi - è uno dei temi su cui ho già iniziato a lavorare e che mi stanno più a cuore. Mi occorre un po' di tempo per studiare tutta la materia, per capire se il pacchetto di misure varato nella precedente legislatura può essere soltanto rivisto e potenziato oppure se c'è bisogno di un approccio diverso". Remaschi ha inoltre ricordato che "con queste misure la Regione è intervenuta, per la prima volta dopo anni nei quali si era scelto di concedere un contributo sui premi assicurativi, con indennizzi agli allevatori che hanno subìto danni, sia per danni diretti (la perdita del capo) che indiretti (ad esempio la mancanza di latte dovuta allo stress), da predatori (lupi, ma anche canidi e altri predatori).

Dobbiamo adesso valutare tutti insieme se questa modalità di intervento è quella più efficace ed individuare eventuali correttivi. Ho bisogno, in questa fase, del contributo di tutti".

Ammonta a 4 milioni di euro la somma messa a disposizione dalla Regione per un pacchetto integrato di misure, nell'arco di tre anni, volte a prevenire, difendere e risarcire i danni degli attacchi da predatori nei confronti di greggi e altri animali allevati. Gli interventi, previsti da una delibera della giunta regionale (la 354 del 28 aprile 2014), sono stati condivisi con tutti i soggetti interessati, Enti Locali, Asl e associazioni degli agricoltori e ambientalisti, che hanno sottoscritto un apposito accordo il 16 luglio 2014.

I risarcimenti relativi all'annata 2014 sono stati assegnati con un decreto dirigenziale di fine 2014. Nel nuovo Piano regionale agricolo forestale 2015 sono state già attivate e finanziate iniziative per promuovere investimenti delle aziende finalizzati alla prevenzione (400 mila euro), che saranno avviate nei prossimi mesi con appositi bandi fra settembre e novembre e per la cattura di ibridi (270 mila euro), programma che sarà avviato in agosto. La misura per gli indennizzi (400.000 nel 2014) sarà attivata in una seconda fase.

Nel 2014 la misura indennizzo, sia per i danni diretti che indiretti, agli allevatori ha riguardato 277 domande di 150 allevatori, tutte liquidate per un ammontare complessivo di oltre 500.000 euro. Quanto alle opere di prevenzione, è previsto un contributo in conto capitale per la realizzazione di opere di difesa attive e passive, come stalle o ricoveri per animali,recinzioni metalliche o elettriche, sistemi di allerta e di sorveglianza, acquisto e addestramento di cani appartenenti a razze idonee alla custodia dell'allevamento.

Una misura che è stata molto apprezzata e che, nel 2014 ha visto liquidati 400.000 su 400.000 assegnati alla misura. Ci sono state richieste per oltre un milione e trecento mila euro.

Danni da ungulati non riscossi dagli agricoltori della zona della Valdelsa per 180mila euro, che dovevano essere distribuiti fra 130 aziende. E’ questa la beffa – denuncia la Cia Siena - con cui hanno dovuto fare i conti le aziende agricole che ricadono nell’ATC 17, dopo aver subito ingenti danni causati dagli ungulati riferiti all’anno 2014. Il termine ultimo per i pagamenti da parte delle ATC era il 30 giugno, ma gli agricoltori non hanno visto nemmeno un euro. «Una situazione grottesca – spiega Luca Marcucci, presidente Cia Siena – i soldi sono già stanziati, sono disponibili e sono soldi pubblici, ma il commissario dell’ATC 17 – che ha lasciato il suo incarico per scadenza proprio il 30 giugno, data ultima per i pagamenti – ha deciso di non pagare quanto dovuto alle aziende danneggiate perché a suo avviso i danni da ungulati rientrano nelle attività “straordinarie” e non “ordinarie”; per cui il pagamento, a suo avviso, avrebbe dovuto spettare alla nuova ATC unica per la provincia di Siena, che non sappiamo quando ci sarà.

Intanto però gli agricoltori del resto della provincia, le cui aziende ricadono nelle ATC 18 e 19, per gli stessi danni subiti, hanno già ricevuto le somme previste. Un paradosso che dimostra, semmai ce ne fosse stato bisogno, che la copertura economica per danni da ungulati rientra nell’ordinario dell’ATC, così come previsto, e con risorse a disposizione». Sale così la protesta da parte degli agricoltori valdelsani che, oltre a dover far fronte agli assalti quotidiani da parte di ungulati a coltivazioni e allevamenti, non possono beneficiare di ciò che gli spetta.

«A questo punto c’è bisogno di un intervento urgente dell’Amministrazione Provinciale – aggiunge il direttore Cia Siena Roberto Bartolini – che deve farsi carico della situazione e pagare direttamente le aziende, che non possono certo aspettare che siano fatte le nomine dell’ATC unica di cui non sappiamo ancora i tempi. Gli agricoltori hanno già subito un gran danno alle coltivazioni – conclude Bartolini -, evitiamoli almeno la beffa dei mancati rimborsi».

 

Secondo il WWF: "L’esasperazione e la rabbia di allevatori di alcune circoscritte aree della provincia di Grosseto per il ripetersi di eventi predatori da parte di canidi è giustificata e comprensibile, ma la soluzione caldeggiata all’assemblea del Caseificio di Manciano è eticamente inaccettabile, scientificamente sbagliata e rischiosa per l’economia turistica e agroalimentare della Toscana. Colpisce inoltre l’adesione di sette sindaci di Comune alla richiesta di certi allevatori di ottenere una deroga alle leggi, nazionali e internazionali, che proteggono il lupo.

Non è assecondando questa prospettiva violenta che si risolve il problema delle predazioni e si fa l’interesse vero delle aziende zootecniche. Studi scientifici internazionali sugli abbattimenti di lupi e sull’entità dei danni a carico della zootecnia stanno dimostrando che questi non diminuiscono come si vorrebbe anzi, in alcuni casi, il problema verrebbe acuito dalla destrutturazione dei branchi, che provoca un’intensificazione delle predazioni degli animali domestici. Così le autorizzazioni alle richieste di uccisioni di lupi si stanno rivelando risposte politiche inefficaci e deresponsabilizzanti per chi dovrebbe invece gestire il problema seriamente".

Il progetto LIFE Natura “Medwolf-Le migliori pratiche di conservazione del Lupo nelle aree mediterranee” ( www.medwolf.eu )sta riuscendo a migliorare di molto, grazie anche alla professionalità dei tecnici che ci lavorano, la situazione degli allevatori che hanno chiesto aiuto all’Ente pubblico, specie con l’allestimento di robusti ricoveri notturni e la consegna di ottimi cani pastore maremmano-abruzzesi, e fornendo l’assistenza tecnica necessaria a migliorare la competenza gestionale degli allevatori. Per essi il rischio di subire danni è ora molto più basso e sostenibile.

Il Consiglio metropolitano di Firenze, ascoltata l'illustrazione del consigliere delegato Alessandro Manni, ha approvato il calendaro venatorio della Metrocittà per la stagione 2015-2016. I gruppi consiliari hanno votato a favore, contrario invece il Movimento 5 Stelle. La Regione Toscana ha approvato il calendario regionale il 30 marzo. Province e Città Metropolitana integrano sulla caccia vagante e l'uso del cane, le preaperture e altri dettagli per le diverse specie. Nel calendario della Città Metropolitana è stata di fatto inserita una sintesi delle disposizioni ministeriali e una cartografia.

Il calendario è stato condiviso con le associazioni venatorie, degli agricoltori e dell'ambiente. Individuate dunque le aree palustri nelle quali esercitare la caccia vagante nel mese di gennaio, attraverso una cartografia specifica. Concesso dal 9 dicembre l'uso del cane da seguita unicamente per la caccia alla volpe ed al cinghiale e nel mese di gennaio l'uso del cane unicamente per il riporto nella caccia da appostamento e per la caccia vagante nelle aree palustri individuate con la cartografia oltre che per la caccia alla specie beccaccia. La caccia alla beccaccia è esclusivamente in forma vagante con l'uso del cane da ferma o da cerca e inoltre, nel mese di gennaio, nelle aree boscate incluse entro i territori vocati alla specie cinghiale. Consentito l'abbattimento alla minilepre nel territorio a caccia programmata nel periodo previsto per la lepre dal Calendario venatorio regionale fino al 31 gennaio 2016, con la finalità di prevenire danni sanitari alla specie lepre della quale la minilepre è portatrice. La Città Metropolitana richiederà l'apertura anticipata della caccia per le specie tortora (Streptopelia turtur), merlo, ghiandaia, colombaccio, cornacchia grigia e gazza, nel numero di una giornata fissata il 2 settembre 2015.

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