Lungarno Torrigiani: voragine in attesa delle responsabilità

In mancanza delle possibili cause del cedimento continua a restare in sospeso l'attribuzione delle responsabilità

Antonio
Antonio Lenoci
01 agosto 2016 16:19
Lungarno Torrigiani: voragine in attesa delle responsabilità

Mentre proseguono i cantieri sulla spalletta danneggiata non si arresta il dibattito politico. In attesa di conoscere quali siano le cause del cedimento che ha creato la voragine del 25 maggio scorso, i fiorentini si sono misurati con i disagi al servizio idrico, le deviazioni stradali ed un interessante sondaggio sull'opportunità o meno di aprire un camminamento sotto lo "spanciamento" a pochi passi, o bracciate, dal Ponte Vecchio.Il Consiglio comunale speciale su quel cratere che ha occupato per ore monitor e tv di tutto il mondo, non c'è stato, si è però attivata una macchina operativa No Stop per una riparazione da effettuare entro il 4 novembre 2016 a 50 anni dalla Alluvione del '66.

Effetti di tutto questo sono, da un lato le continue visite da parte del sindaco Dario Nardella sul cantiere e dall'altro le continue occasioni di tornare sull'argomento, mai affrontato in assenza di dati certi, da parte delle forze politiche presenti sul territorio.La magistratura indaga, come si usa dire. La politica dibatte sottolineando apiù riprese il fatto che Publiacqua non rappresenta un soggetto totalmente estraneo alla Pubblica Amministrazione.

Per questo, forse, risulta difficile anche ai cittadini seguire il rimpallo di ipotesi, le relazioni tecniche, gli "errori umani" e le confutazioni eventuali alla ricerca di una responsabilità da attribuire.La consigliera Cristina Scaletti ha dichiarato nelle scorse ore "Dalla lettura dei quotidiani, vien fuori che Publiacqua “si autoassolve” per la voragine sul Lungarno Torrigiani. Insomma, non fu la rottura di un tubo e nemmeno un “errore umano” ma “il dissesto idrogeologico” a provocare lo sprofondamento nella notte fra il 24 e 25 maggio scorso.

Sarebbe stata consegnata in Procura una relazione commissionata da Publiacqua dalla quale emergerebbe che "la causa del cedimento vada cercata in un dissesto idrogeologico, in un degrado ambientale dovuto a più fattori, non esclusi forse l'impercettibile ma graduale scivolamento delle terre della collina retrostante il lungarno. Chiedo al Sindaco di recuperare e di rendere pubblica questa documentazione, visto che Pubbliacqua è anche una partecipata il Comune di Firenze e mi sarebbe piaciuto, come chiesi in consiglio comunale che fosse stato direttamente il sindaco ad indagare sulle possibile cause del crollo del Lungarno.

So bene che non è compito dei consiglieri comunali soffermarsi sugli aspetti tecnici e sulle eventuali responsabilità amministrative o penali, ma a noi spettano le valutazioni di carattere politico. Se non c’è stato “errore umano” perché è stato allontanato l’AD di quella società? Non ritiene il Sindaco di aver fornito informazioni insufficienti al Consiglio Comunale? Chi ha determinato quel dissesto idrogeologico di cui parla il "pool di esperti in geologia, ingegneria idraulica e civile del quale fanno parte docenti universitari e professionisti" incaricati da Publiacqua? Se di dissesto idrogeologico si tratta l'errore umano è imputabile a chi non ha monitorato, salvaguardato, messo in atto contenimenti necessari.

Ed a questi mancati atti il Comune di Firenze e chi lo amministra deve rispondere, sollevandoci dal dubbio che l'errore umano e politico sia proprio il suo".La vicesindaca Cristina Giachi replica così alla consigliera: “Vorrei ricordare alla consigliera Scaletti che le indagini non le fanno né il sindaco né i consiglieri, ma la magistratura. E’ la magistratura che giudicherà, attraverso le perizie, su quanto è avvenuto.

Abbiamo collaborato fornendo tutte le informazioni, e così ha fatto anche Publiacqua. Aspettiamo l’esito delle indagini. Intanto noi seguiamo i lavori di ripristino che stanno procedendo a ritmo serratissimo”.

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