Lunedì 3 ottobre la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione

L’installazione Reframe di Ai Weiwei sulla facciata di Palazzo Strozzi per Amnesty International. Il presidente del Consiglio toscano Giani: sui rifugiati verificare se la Regione può fornire personale al Tribunale. Stella (FI): "Il Mandelaforum non è un luogo adatto per la preghiera del venerdì"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 settembre 2016 23:26
Lunedì 3 ottobre la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione

Firenze– Lunedì 3 ottobre, in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, Palazzo Strozzi ospiterà una raccolta firme organizzata da Amnesty International a favore del progetto “I Welcome. Canali sicuri per i rifugiati” che denuncia la necessità di un nuovo approccio globale fondato sulla protezione delle persone, sulla cooperazione tra stati e su una più equa ripartizione delle responsabilità. La Fondazione Palazzo Strozzi aderisce questa iniziativa in occasione della più grande restrospettiva italiana dell’artista a cui nel 2015 Amnesty International ha conferito il titolo di “Ambassador of Conscience”. Per Palazzo Strozzi, Ai Weiwei ha realizzato Reframe, una grande installazione, realizzata grazie al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che coinvolge due facciate dell’edificio rinascimentale: ventidue grandi gommoni di salvataggio arancioni ancorati alle finestre di Palazzo Strozzi. Un progetto che porta l’attenzione sui destini dei profughi che ogni giorno rischiano la vita per arrivare in Europa attraversando il Mediterraneo.

L’installazione intitolata Reframe (Nuova cornice)nasce dal personale coinvolgimento e impegno dell’artista come attivista sul fronte della crisi umanitaria dei rifugiati e rappresenta una grande occasione per la città di Firenze per portare l’attenzione sul tema dell’immigrazione attraverso la cultura. L’opera dà vita a un’insolita decorazione del palazzo rinascimentale, creando una nuova cornice, un nuovo punto di vista, in un forte contrasto visivo e culturale, su uno dei simboli della storia dell'arte occidentale.

Ai Weiwei vuole scuotere le coscienze per ricordare la tragedia vissuta da coloro che intraprendono un viaggio disumano verso le coste europee in fuga dalle distruzioni e dalle guerre. L’installazione si inserisce all’interno della mostra Ai Weiwei. Libero(23 settembre 2016-22 gennaio 2017), promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi con il sostegno di Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners Palazzo Strozzi e Regione Toscana, ed è resa possibile grazie al supporto di Banca CR Firenze/Intesa Sanpaolo e alla collaborazione con Galleria Continua San Gimignano / Beijing / Le Moulins / Habana.

Come ha dichiarato sul progetto lo stesso Ai Weiwei“Questa opera per la facciata tocca un problema attuale, davvero legato alla contemporaneità e il problema dei rifugiati è un tema importante dell’attualità del mondo e dell’Europa oggi. Penso sia una grande opportunità per fornire un nuovo modo di comprendere quello che sta succedendo. L’opera diviene un grande annuncio per la mostra: dare una forte identità a quello che crediamo, sostenere l’uomo e sostenere i diritti umani”.

“Il lavoro di Ai Weiwei, affronta temi importanti in modo potente, restituendo all’arte un ruolo sociale e politico” afferma Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, Arturo Galansino, “Con Reframe Ai Weiwei vuole attirare l’attenzione sulla crisi umanitaria e di valori che sta scuotendo le fondamenta dell’Europa”.

“Il grido d’allarme della presidente del Tribunale di Firenze, Marilena Rizzo, è da accogliere. In materia di migranti e di definizione delle pratiche per il riconoscimento dello status di rifugiato politico, la presidente ha messo in evidenza le difficoltà che il Tribunale fiorentino, competente in materia per tutta la Toscana, incontra quando si trova a far fronte a questo genere di richieste, ormai sempre crescenti. Probabilmente quando al Tribunale fu demandata questa funzione, senza prevedere il necessario personale amministrativo a supporto, non ci si rese conto della complessità della materia e di che cosa potenzialmente poteva accadere.

Oggi infatti gli uffici del Tribunale, che non riesce ad espletare nei tempi dovuti più del dieci per cento delle pratiche, sono congestionati. E la dottoressa Rizzo, giustamente, pone la questione. Personalmente ho preso l’impegno con la presidente del Tribunale di verificare se, anche per un periodo transitorio, il personale delle Province, attraverso una legge regionale, può passare alle dipendenze del Ministero della Giustizia per svolgere funzioni amministrative”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani, a margine del convegno giuridico-legale “La riforma delle procedure concorsuali” svolto nella mattinata di oggi, venerdì 30 settembre, a Palazzo Bastogi, una delle sedi del Consiglio toscano. Il presidente Giani si è soffermato sull’espletamento delle pratiche per il riconoscimento, a favore dei migranti che ne hanno diritto, dello status di rifugiato politico.

“Intendo verificare se la Regione Toscana, sul piano giuridico, può fornire personale delle Province, distaccandolo nelle sedi giudiziarie”, ha concluso Giani. “E’ una questione di assoluta emergenza che va affrontata e alla quale va data soluzione”.

"Il Mandelaforum non è il luogo adatto per la preghiera del venerdì della comunità islamica. Sorge in un quartiere che già vede un carico notevole di eventi, tra partite domenicali e infrasettimanali allo stadio Franchi, e concerti nello stesso impianto polivalente in questione. Siamo per la libertà di culto garantita dalla Costituzione, ma non è con soluzioni-tampone raffazzonate che si può risolvere il problema". Lo afferma il coordinatore fiorentino di Forza Italia, Marco Stella, vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, in merito alle trattative tra Comunità Islamica di Firenze, Comune e Mandelaforum per ospitare nella struttura le preghiere del venerdì dei fedeli islamici. "Il quartiere ha già fatto sapere di avere problemi al riguardo, visto il traffico correlato al gran numero di eventi sportivi e musicali tra stadio e Mandelaforum - sottolinea Stella -.

Palazzo Vecchio non può non tenere conto di questi fattori. Il Mandelaforum (che prende 130 mila euro di finanziamenti annui dal Comune di Firenze) non ha tra le sue finalità statutarie la funzione di tempio per il culto religioso". Stella si dice "fermamente convinto della necessità di un referendum cittadino (previsto dallo Statuto Comunale) su un tema così delicato come quello della moschea a Firenze. Bisogna apporre un sigillo di democrazia a una decisione che, piaccia o no, suscita sentimenti contrastanti in una fetta rilevante della cittadinanza.

Senza contare - aggiunge - che l'edificio religioso dovrà essere compatibile a livello urbanistico e architettonico con lo skyline di Firenze, patrimonio Unesco dal 1982, e che si dovrà accertare la provenienza dei fondi con i quali la Comunità musulmana vorrà eventualmente acquistare un terreno per edificare la moschea".

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