S. Maria della Gruccia: l'ospedale del Valdarno sale di grado

La riclassificazione da secondo a primo livello sancita da una delibera della Giunta regionale. Simona Dei, direttore sanitario: "Siamo un ospedale forte, autonomo, che dà garanzie, e che resta fortemente in rete con gli altri ospedali della zona". FI: "Nostra battaglia storica, ora più servizi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 dicembre 2019 16:14
S. Maria della Gruccia: l'ospedale del Valdarno sale di grado

L'Ospedale del Valdarno Santa Maria della Gruccia è stato riclassificato da secondo a primo livello, secondo il Decreto ministeriale 70/2015. La decisione è stata presa dalla giunta, che nella seduta di ieri, lunedì 16 dicembre, ha approvato, su proposta dell'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, una delibera che, sulla base del parere favorevole espresso lo scorso 18 ottobre dai direttori generali delle Aziende sanitarie toscane, riconosce l'ospedale del Valdarno come presidio ospedaliero di I livello.

L'annuncio è stato dato oggi dall'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, nel corso di una conferenza stampa che ha tenuto in Palazzo Strozzi Sacrati, assieme a Simona Dei, direttore sanitario della Asl Toscana sud est, e a Sergio Chienni, sindaco di Terranuova Bracciolini e presidente della Conferenza dei sindaci del Valdarno.

"Più volte attraverso mozioni, interrogazioni, appelli della Conferenza dei sindaci - ha detto l'assessore Saccardi - ci era stato chiesto di riclassificare l'Ospedale della Gruccia in merito a ruolo e funzioni, per la qualità dei servizi che esprime, per tutta la zona del Valdarno, ma anche per le zone limitrofe. Abbiamo fatto una serie di verifiche tecniche e abbiamo visto che, sia per il bacino di utenza che per le funzioni che contiene, è giusto che questo ospedale abbia una classificazione di I livello. Siamo contenti di essere arrivati a questi risultati, è stata un'azione corale di tutto il territorio. La delibera consolida attività e funzioni dell'ospedale del Valdarno e ne garantisce il futuro nelle dimensioni che oggi esprime".

"L'Ospedale della Gruccia è stato sempre collocato in un ruolo importante, sia nella Asl di Arezzo che poi, nella sud est - ha ricordato Simona Dei - Questo passaggio consente anche di mettere un occhio maggiore sul punto nascita e sulla pediatria. Questo è un ospedale forte, autonomo, che dà garanzie, e che resta fortemente in rete con gli altri ospedali della zona".

"Un ringraziamento all'assessore Saccardi, alla giunta, ai consiglieri regionali - ha aggiunto Sergio Chienni - Questo è un risultato particolarmente significativo. L'Ospedale della Gruccia si trova in una zona di confine tra due province, e risponde a un'area più vasta. Gli operatori devono essere messi nelle condizioni di operare al meglio per i nostri cittadini".

Per i presidi ospedalieri di I livello il Decreto ministeriale 70/2015 prevede 150.000-300.000 abitanti. Il bacino di utenza del presidio ospedaliero del Valdarno è di circa 144.600 abitanti e comprende la zona del Valdarno e dei comuni limitrofi della Asl Toscana centro (Incisa e Figline Valdarno, Reggello e Rignano). Se si prendono in considerazione i dati di mobilità attiva, si vede che il presidio è punto di riferimento anche per altre zone, confermando così il bacino di utenza previsto per i presidi di I livello.

Lo stesso DM, per gli ospedali di I livello prevede 45.000 accessi al Pronto soccorso. L'ospedale del Valdarno ha circa 38.300 accessi al Ps, ma se si considera il lavoro in rete con l'ospedale di Figline Valdarno, si arriva a circa 53.000 accessi. Inoltre, il presidio della Gruccia è dotato di tutte le specialità previste dal DM.

Dunque, in ragione dei requisiti posseduti, l'Ospedale del Valdarno Santa Maria della Gruccia viene classificato come presidio ospedaliero di I livello.

«Quella per la riclassificazione dell’ospedale valdarnese di Santa Maria alla Gruccia come presidio di primo livello è una battaglia storica di Forza Italia, partita dall’approvazione in Consiglio regionale di una nostra mozione. Per questo ci rallegriamo che anche le sinistre di governo regionale siano scese a patti col buon senso lasciando vincere gli interessi dei cittadini. Ora però basta spogliare di servizi quell’ospedale: si investa, piuttosto»: a rivendicare il risultato della riclassificazione e spingere per il potenziamento dell’ospedale di Santa Maria alla Gruccia di San Giovanni Valdarno è Forza Italia, con i Capigruppo che si sono avvicendati in Consiglio regionale Stefano Mugnai (attualmente deputato e Vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera, oltre che coordinatore regionale toscano degli azzurri) e Maurizio Marchetti, attualmente in carica.

«Proprio tra i miei ultimi atti in Consiglio regionale – ricorda Mugnai – c’era una mozione sottoscritta con la Consigliera Lucia De Robertis come primi firmatari e che procedeva in questo senso. La facemmo approvare dall’intera Assemblea toscana il 14 marzo 2018. Tutto il percorso che oggi si corona iniziò da lì. Sono quindi soddisfatto del risultato sia in termini politici, che per i cittadini dato che quell’ospedale si colloca in una zona di cerniera tra le province di Arezzo e Firenze, oltre che tra due aree vaste, rappresentando un punto di riferimento indispensabile per l’assistenza e la cura di un ampio bacino di utenti».

Il testimone di quella battaglia è stato poi raccolto e tenuto alto da Marchetti anche con un’interrogazione, così che oggi entrambi gli esponenti di Forza Italia salutano con favore il riconoscimento al loro lavoro arrivato con la decisione della Regione di ‘promuovere’ l’ospedale della Gruccia: «Adesso – sottolineano – auspichiamo che questo passaggio serva ad arrestare l’emorragia di servizi e professionalità che ha interessato quel presidio ospedaliero a causa delle miopi scelte sanitarie della sinistra toscana».

«Solo adesso le sinistre di governo regionale si accorgono – afferma Mugnai in chiusura di ragionamento – che la riforma delle ‘aslone’ era una boiata pazzesca. Dove erano però quando io con pochi, pochissimi altri colleghi tentammo di impedirne l’approvazione per 5 giorni e tre notti consecutive, con uno sforza sovrumano, nel dicembre 2015? Tutti a votarla…»

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