Lo psicologo a scuola: quale ruolo deve avere?

I genitori si sono rivolti al giudice per la presenza a scuola di psicologi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 settembre 2017 14:38
Lo psicologo a scuola: quale ruolo deve avere?

Nell’interesse della promozione del benessere degli alunni e della scuola in generale, l’Ordine degli psicologi della Toscana sottolinea l’urgenza di "definire in modo chiaro, strutturato e regolamentato il ruolo dello psicologo all’interno della scuola così come sottolinea la necessità di prevedere lo psicologo nell’organico, anche per la comunicazione con le famiglie".

"Gli psicologi che lavorano in ambito scolastico hanno la responsabilità di assicurarsi che i genitori siano informati quando svolgono attività in classe. Osservazione delle dinamiche di classe non significa fare valutazioni sui singoli, nemmeno quando richieste da un insegnante o da un dirigente. Gli psicologi si devono presentare alla classe come psicologi, non come insegnanti, amici di qualcuno, o sotto altre forme. I bambini hanno diritto di sapere che si stanno relazionando con uno psicologo e in cosa consiste la presenza dello psicologo in classe.

Gli psicologi non devono fare valutazioni o diagnosi senza avere il consenso dei genitori e comunque mai durante le attività in classe. Scrivere una relazione è un'attività professionale, quando riguarda i minori non può essere fatta senza il consenso esplicito dei genitori. Spesso le attività degli psicologi a scuola non sono chiaramente definite e può accadere che vengano fatte richieste che potrebbero ledere i diritti dei bambini e delle loro famiglie, richieste che in virtù della deontologia professionale gli psicologi devono avere il coraggio di rifiutare".

"Quando i genitori si rivolgono ai Tribunali, - conclude Lauro Mengheri, presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana – significa che è fallito il rapporto tra scuola e famiglia, lo psicologo a scuola deve favorire una comunicazione costruttiva ed efficace tra gli adulti che si occupano dell’educazione e istruzione dei ragazzi, per promuovere quella fiducia che è alla base di una crescita sana e serena".

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