Livorno: Il ritorno di Modigliani

Al Museo di Città “Amedeo Modigliani e l'avventura di Montparnasse”. Una bellissima esposizione dedicata al pittore nel suo ambiente parigino. In attesa di una mostra dedicata al Modigliani “italiano”.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
08 novembre 2019 01:22
Livorno: Il ritorno di Modigliani

L’esposizione “Modigliani e l’avventura di Montparnasse. Capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre “(Museo della Città di Livorno, sino al 16 febbraio 2020), è organizzata dal Comune di Livorno insieme all’Istituto Restellini di Parigi con la partecipazione della Fondazione Livorno. E' curata da Marc Restellini con il coordinamento di Sergio Risaliti e offre al pubblico l’occasione di ammirare ben quattordici dipinti e dodici disegni di Modigliani raramente esposti al pubblico.

Per celebrare il centenario della morte del pittore, sono eccezionalmente riuniti nelle sale del Museo della Città, i dipinti e disegni appartenuti ai due collezionisti più importanti che l’hanno accompagnato e sostenuto nella sua vita. Paul Alexandre, primo fra tutti, che era al centro di un legame tra Livorno e Parigi, che l’ha sostenuto al suo arrivo a Parigi e che l’ha aiutato nel progetto scultoreo delle Cariatidi oltre che durante i suoi ritorni a Livorno nel 1909 e 1913. Ma anche e soprattutto Jonas Netter che ha riunito, come un esperto e geniale collezionista, i più bei capolavori del giovane livornese.

Tra le opere in mostra è visibile il ritratto Fillette en Bleu del 1918, opera di grandi dimensioni che raffigura una bambina di circa 8-10 anni il cui vestitino e il muro retrostante sono dipinti di un delicato colore azzurro, in un ambiente ricolmo di dolcezza e innocenza; il ritratto di Chaïm Soutine del 1916, suo caro amico durante gli anni parigini più difficili, il ritratto Elvire au col blanc (Elvire à la collerette) dipinto tra il ’18 e il ’19 raffigurante la giovane Elvira, ritratta da Modigliani ben quattro volte, due da vestita e due nuda, conosciuta e ammirata a Parigi per la sua folgorante bellezza e per il suo caldo temperamento italiano; il ritratto Jeune fille rousse (Jeanne Hébuterne) del 1919, che ritrae la bella Jeanne Hébuterne di tre quarti mentre si rivolge allo spettatore in un atteggiamento pieno di naturalezza ed eleganza e capace di catture l’attenzione con suoi profondi occhi azzurri.

Dei disegni si possono ammirare alcune Cariaditi tra le quali la Cariatide (bleue) del 1913. Il disegno appartiene al secondo ciclo che, a differenza del primo - costituito da studi per sculture ispirate all’arte primitiva - non è uno schizzo preparatorio, ma un’opera a sé stante dove la figura femminile è più rotonda e voluttuosa con contorni più sfumati e colorati.

Insieme alle opere di Modigliani sono esposti, inoltre, un centinaio di altri capolavori, anch'essi collezionati da Jonas Netter dal 1915, opere rappresentative della grande École de Paris. Tra queste si potranno ammirare i dipinti di Chaïm Soutine come L'Escalier rouge à Cagnes, La Folle, L'Homme au chapeau e Autoportrait au rideau, eseguite dal 1917 al 1920, che ben rappresentano la poetica dell’artista e la sua maniera di rappresentare la realtà in modo atemporale e come espressione di tragedia interiore.

Molto belle sono le opere di Maurice Utrillo come Place de l'église à Montmagny, Rue Marcadet à Paris, Paysage de Corse, dipinti dove gli spazi sono sereni e dove tutto è calmo e silenzioso, dove nulla traspare dei suoi soggiorni negli ospedali psichiatrici per tentati suicidi legati alla dipendenza dall’alcol. Si possono ammirare anche significativi dipinti di Suzanne Valadon come le Trois nus à la campagne, con donne nude in aperta campagna, tema molto caro a Renoir e a Cézanne oltre che ad Andrè Derain che con Le Grand Bagneuses ha realizzato un’opera considerata uno dei capisaldi dell’arte moderna e dipinti come St.tropez e Portrait d’homme (Jonas Netter) di Moïse Kisling, artista polacco che ci ha lasciato uno dei ritratti più emblematici del collezionista Jonas Netter.

”La mostra- come ha affermato il curatore Marc Restellini:- è un ritorno a casa, sono felice di questa occasione e ringrazio e mi complimento con tutta l'Amministrazione per il coraggio e la rapidità delle scelte. Non poteva esserci decisione migliore di portare la mostra di Modigliani nella sua città nell'anniversario del centenario della morte. Qui a Livorno Amedeo Modigliani ha sviluppato la sua capacità creativa e lo spiritualismo ebraico e qui a Livorno mi auguro che la storia, e non solo il mercato, possano approfittare di questa meravigliosa opportunità per dargli la giusta posizione nella storia dell’arte occidentale”.

L'esposizione che ricostruisce straordinariamente l'ambiente parigino, dove Modigliani visse e realizzò le sue opere più importanti, diviene anche uno stimolo per progettare una mostra dedicata agli anni formativi del grande artista, ai suoi amici artisti livornesi come Llewelyn Lloyd,Renato Natali, Oscar Ghiglia con i quali frequentava la scuola di Guglielmo Micheli,al suo essere stato allievo di Fattori. alla "Scuola libera di Nudo" di Firenze. Un suggerimento per una futura esposizione che potrebbe evidenziare il legame profondo dell'artista livornese con la cultura figurativa toscana a dispetto di un luogo comune che stenta a definire Modigliani artista italiano.

La mostra è corredata da un ottimo catalogo, edito da Sillabe e curato da Marc Restellini

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