Liszt a Firenze, fra l'Oltrarno e i salotti culturali

In seguito alla mostra dedicata lo scorso anno al pianista ungherese, Gregorio Nardi racconta il soggiorno fiorentino di Liszt. Edito per i tipi di LoGisma Editore, e curato da Roberto Mascagni, il volume è il primo di un lungo studio dedicato al rapporto di Liszt con Firenze. Lo si può richiedere direttamente all’editore (mail@logisma.it), oppure è disponibile presso i principali siti di vendita online.

11 giugno 2015 11:24
Liszt a Firenze, fra l'Oltrarno e i salotti culturali

FIRENZE - Le romanze, l’arte, la musica, la mondanità. La Firenze dell’Ottocento, granducale prima e savoiarda poi, fu città viva e aperta all’intellighenzia artistica internazionale. Lo testimonia la presenza di una nutrita comunità di aristocratici e intellettuali stranieri, attratta dalle bellezze artistiche fiorentine, e dalla piacevolezza della vita di società che vi si conduceva. Un’atmosfera che richiamò in città anche nomi importanti quali Dostoevskij, Browning, Ruskin, e Franz Liszt. Al grande compositore ungherese, figura di riferimento della musica romantica, il pianista e ricercatore fiorentino Gregorio Nardi dedica la sua ultima fatica letteraria, Con Liszt a Firenze. Il soggiorno di Franz Liszt e Marie d’Agoult negli anni 1838/1839, che con attento lavoro archivistico riscopre il legame della città con una figura chiave della musica dell’Ottocento.

Un libro che è anche un omaggio a Firenze, vista appunto con gli occhi di Liszt, che giunse in città nell’ottobre del 1838, potendo contare sulla protezione dei marchesi Martellini, e prese alloggio presso l’elegante Hotel d’Europa, come si evince dal Libro dei soci del Gabinetto Vieusseux. Grazie ai molti documenti inediti, scoperti dallo stesso Nardi, sappiamo adesso con certezza che Liszt si esibì due volte per il Granduca, il 5 e l’11 dicembre, nella Sala da Ballo di Palazzo Pitti, alla presenza, fra gli altri, di Bettino Ricasoli e Alekséj Tolstòj. Nella seconda occasione, Liszt si esibì assieme al grande violinista fiorentino Ferdinando Giorgetti.

E ancora, giovedì 8 novembre, giorno del primo concerto toscano di Liszt al Teatro Standish, a fianco del pianista era presente la soprano Jenny Olivier. Il concerto era stato annunciato sulle pagine della Gazzetta di Firenze del 6 novembre. Sono questi gli eventi più importanti del soggiorno fiorentino di Liszt e della moglie, ma la storia non si esaurisce in essi. Nardi, infatti, ricostruisce il panorama musicale cittadino, tratteggiando le figure di Andrea Martinez, Napoleone Moriani, Francilla Pixis, Carolina Ungher, ovvero tenori e soprani con i quali Liszt fece musica nel suo periodo fiorentino.

E per meglio introdurre la situazione artistica di metà Ottocento, l’autore dedica un’ampia introduzione alla musica strumentale a Firenze prima dell’arrivo di Liszt, dalla nascita del pianoforte nel 1698, passando per la scuola organistica toscana, fino appunto a Liszt.

Un volume scritto da Nardi con forte partecipazione e il piglio dell’appassionato, prima ancora che dello studioso, e scorrendo le pagine si comprende come l’autore abbia apprezzato ogni singolo istante della fase di scrittura, interrogandosi su come far conoscere al meglio, al pubblico fiorentino, il grande compositore ungherese, restituendo allo stesso tempo vivaci scorci della Firenze salottiera e popolare dell’epoca. Si tratta quindi di un libro che spazia dalla storia della musica alla storia sociale, ricostruita attraverso una puntigliosa e attenta ricerca di documenti, che però non restano sulla carta alla stregua di fredde nozioni, bensì restituiscono l’immagine dinamica di una città che aveva i suoi fari culturali nei salotti, e una vivace vita popolare in Oltrarno, luoghi che Liszt frequentava imparzialmente, con lo spirito del viaggiatore curioso di scoprire la realtà che lo circonda.

(In quello stesso Oltrarno, fra mille difficoltà, Dostoevskij stava scrivendo L’idiota, uno dei romanzi cardine della letteratura mondiale). Non solo musica, quindi, ma anche la cultura nelle sue varie sfaccettature, attraverso le figure di artisti, scrittori e giornalisti conosciuti da Liszt, come Lorenzo Bartolini, Gino Capponi, Jules Janin, così come la Firenze popolare, con cui il pianista ungherese entrò in contatto nelle sue passeggiate; ecco quindi fiaccherai, albergatori, tavernai, fioraie, a restituire la completezza dell’anima fiorentina.

Con il suo gradevole stile narrativo, Nardi unisce la capacità di ricostruire la storia, a quella di infondervi, sullo sfondo, l’eco delle melodie di Liszt.

Arricchiscono il volume, oltre a una dettagliata tavola cronologica, anche un bell’apparato iconografico, con vedute della Firenze dell’epoca, ritratti di molti degli importanti personaggi dell’alta società e della cultura che a vario titolo incontrarono Liszt.

Le pagine di Nardi, gradevoli e approfondite, ci regalano, attraverso la figura del grande pianista, l’immagine di una Firenze ormai tramontata, ma che ancora oggi non cessa di esercitare il proprio fascino.

Niccolò Lucarelli

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