Lino, canapa, cartamo e camelina, bioeconomia toscana

Dalla cosmesi alla bioedilizia, i molteplici utilizzi di lino, canapa, cartamo e camelina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 luglio 2017 15:25
 Lino, canapa, cartamo e camelina, bioeconomia toscana

 Lino, canapa, cartamo e camelina sono piante che crescono con facilità in Toscana, sono ricche di sostanze nutritive importanti per l’alimentazione umana e animale e possono essere utilizzate in ogni loro parte, dal seme al fiore e alle foglie, per tantissimi usi diversi: nella cosmesi come nella bioedilizia, per costruire pannelli per camper o barche, per produrre cibi ad alto valore nutrizionale o per la zootecnica.

Con il progetto COBRAF (COprodotti per BioRAFfinerie), finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana (fondi FEASR), si vuole provare ad avviare filiere agroindustriali in Toscana a partire dalle quattro piante oleaginose che possono essere coltivate alternandole ai cereali nei seminativi: “Un sistema che può garantire un reddito alternativo agli agricoltori e dare anche benefici al terreno tramite la rotazione – commenta Marco Mentessi, direttore di Confagricoltura Toscana - I prodotti di origine vegetale per usi non alimentari o per la nutraceutica rappresentano una nuova opportunità per le aziende agricole e per la bioeconomia toscana più in generale”.

Il mondo agricolo toscano in realtà ha già iniziato a familiarizzare con le eccezionali proprietà di queste piante. Un esempio è quello del lino, entrato nel mangime di alcune pecore maremmane così da produrre un latte “anticolesterolo”, alla base del “pecorino del cuore” (utile a prevenire malattie cardiovascolari) dell'azienda Angela Saba di Massa Marittima (Grosseto).

“Tuttavia manca ancora un impianto di prima trasformazione per la canapa e il lino – spiega Beppe Croce, direttore dell'associazione Chimica Verde Bionet che è capofila di COBRAF – L'obiettivo strategico del progetto è la creazione di una piattaforma logistica toscana articolata in una o più bioraffinerie territoriali in modo da poter utilizzare tutti i coprodotti che vengono dalle quattro piante oggetto di studio”.

Oltre a Chimica Verde Bionet gli altri partner del progetto sono l'Università di Pisa, l'azienda agricola Musu di Francesco e Giuseppe Musu, ERATA (ente per l'assistenza tecnica di Confagricoltura Toscana), l'Accademia dei Georgofili, il Consorzio Strizzaisemi, la Cooperativa agricola Il Rinnovamento, la società Agroils Technologies, la società Unibloc.

Per ulteriori informazioni o per unirsi al partenariato è possibile contattare Simona Buonandi all'email info@chimicaverde.it

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