Legge toscana sull'accoglienza migranti, l'ostruzionismo della Lega ritarda il voto finale

Presentati dal Carroccio oltre 2300 emendamenti ma il Consiglio regionale è vicino all'approvazione. Spinelli (Gruppo misto): "La strada imboccata rappresenta una scelta giusta e di civiltà. Daremo cura e assistenza a chi dopo il Decreto Sicurezza si vedrebbe azzerati questi diritti". Dibattito acceso

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 luglio 2019 18:20
Legge toscana sull'accoglienza migranti, l'ostruzionismo della Lega ritarda il voto finale

FIRENZE 10.7.2019 - "Con la discussione in aula di stamani sulla legge regionale per la 'tutela dei bisogni essenziali della persona umana' siamo arrivati vicini all'approvazione definitiva. Adesso però l’aula è bloccata per l'ostruzionismo della Lega che ha presentato oltre 2300 emendamenti, di quelli fatti con lo stampino che servono solo a perdere tempo. In attesa del voto finale dell’aula ribadisco che la strada imboccata dalla nostra Regione rappresenta una scelta giusta e di civiltà che, contro la narrazione dominante dell'immigrazione come pericolo, rivendica invece il primato della tutela dei diritti universali.

Con questa legge daremo cura, assistenza, salute e istruzione a chi, dopo il cosiddetto "Decreto Sicurezza" del Governo che cancella il permesso di soggiorno per motivi umanitari, si vedrebbe azzerati questi diritti essenziali. Ma daremo anche una risposta alle esigenze di accoglienza e di integrazione dei nostri territori, dei nostri sindaci e delle nostre comunità, messi adesso in seria difficoltà" - dichiara la consigliera regionale Serena Spinelli (Gruppo Misto), membro della commissione sanità e politiche sociali.

"In un momento in cui dire queste cose sembra proprio che faccia perdere consenso, la nostra Regione ha scelto per prima di tentare di riparare a livello locale ai disastri prodotti dal Decreto sicurezza, ha scelto la strada della tutela dei diritti fondamentali, perché nessuno nella nostra regione può essere lasciato solo. In Toscana nessuno resta indietro e nessuna deroga è possibile sui diritti fondamentali. Una scelta ideale e di principio: i diritti, senza distinzione tra italiani e immigrati, vengono prima di tutto.

E per garantire i diritti di ciascuno di noi si deve avere il coraggio di garantire quelli di tutti". Il punto, ha detto Spinelli nel suo intervento in aula, è capire “se vogliamo pensare all’oggi o al nostro mondo negli anni a venire”, posto che il mondo “cambierà” e anzi, “i cambiamenti sociali e climatici stanno già avvenendo”. “Stiamo normando la legge regionale che regolamenta il sistema sociale in questa Regione, che ha fatto una battaglia importante arrivando a ribadire che il tema sociale è della Regione Toscana e degli enti locali”, ha affermato la consigliera.

“Questa Regione vuole continuare a occuparsi di questo tema e mettere al centro i diritti delle persone”. Spinelli ha anche precisato che il “dibattito politico” in corso è avvenuto “perché c’è stato un cambiamento normativo”. “Voi – ha detto riferita ai banchi del centrodestra – avete tolto un pezzo del diritto, che è il diritto umanitario”, mentre niente è stato fatto sui tempi di intervento. “Garantire i diritti essenziali alle persone è una nostra scelta politica”, ha aggiunto Spinelli, ricordando che secondo la legge Bossi-Fini, “che neanche il centrosinistra ha cambiato, non è possibile arrivare nel nostro paese in maniera regolare”, perché qui si arriva “se qualcuno ha fatto un contratto di lavoro”.

Una condizione che non ricorre in chi è perseguitato, fugge da guerra o da fame. “Io non posso girarmi dall’altra parte, quando penso che queste persone finiscono in fondo al mare”, ha detto Spinelli. Che ha concluso ricordando che “una pratica di rimpatrio costa circa 5mila 800 euro, compreso il volo: forse è un costo di cui i cittadini toscani dovrebbero essere informati”.

Numerosi gli interventi in aula, tra cui quello di Roberto Salvini (Lega):  “E’ vero che siamo in un periodo di cambiamenti climatici, ma l’Italia è talmente piccola che tutta l’Africa dentro non ci può entrare”. Così l'esponente del Carroccio che, intervenendo nel dibattito sulla proposta di legge sui livelli di assistenza e accoglienza, ha ricordato gli effetti di una “migrazione non governata”. Tra questi “manodopera a basso costo, lavoratori che prendono 600,700 euro al mese, e così si manda a casa la nostra gente che ha problemi di lavoro”; problemi di sicurezza con “grosse difficoltà per i nostri cittadini, perché chi arriva ha una cultura e un senso civico diverso”.

Problemi a caduta anche su sanità e trasporti, sulla casa: “Oggi ci accorgiamo che tantissime abitazioni vengono occupate da queste persone”. “Stiamo importando persone impreparate a vivere in una civiltà un po’ più evoluta della loro” ha detto Salvini, e “Voi li volete portare qui”, ha aggiunto rivolto alla maggioranza. La legge al voto è una “provocazione nei confronti del Governo, una legge manifesto”. “La gente è stufa e noi abbiamo deciso di difendere i toscani”.

Andrea Quartini (M5S) ha apprezzato molto l’intervento di Paolo Bambagioni (Pd), che ha il merito di aver un po’ attenuato “l’imbarazzo generale” dinanzi a “una sorta di teatro circense”, in cui ci sono “scontri soprattutto molto emotivi”. Quartini ha fatto presente una prima questione di metodo, ricordando che “la proposta di legge fu incardinata, in maniera improvvisa, a gennaio, subito dopo il decreto Salvini; si voleva che fosse immediatamente discussa in commissione e poi passasse in aula, senza che l’ufficio legislativo avesse neppure il tempo per poter produrre la valutazione di legittimità”.

Quartini ha poi ricordato che la proposta di legge “si è arenata”, dopo una fase di audizione in cui gli stessi dati numerici prodotti non apparivano, secondo il consigliere, sufficienti, neppure ai fini delle decisioni in merito al finanziamento. A ciò si aggiungono i dubbi di costituzionalità, oltre che di legittimità sul testo al voto: “perché la legge non è passata in commissione Affari Istituzionali?” si è chiesto a più riprese Quartini durante il suo intervento. Secondo Quartini la ragione non sta in una “motivazione elettorale” della maggioranza, ma nella speranza da parte del governatore Rossi e del Pd “che la Corte costituzionale desse ragione al loro ricorso”.

Invece dalla suprema Corte è stato dato “un segnale”, e cioè che “dal punto di vista normativo, a livello nazionale, si è fatta un’operazione considerata legittima”. L’invito a “ragionare in maniera più sobria” rivolto all’aula serve a considerare “che l’immigrazione è un business non solo per le cooperative”, ma è anche “un mercato scandaloso in termini di riduzione in schiavitù, di traffico di esseri umani, traffico di organi, è favoreggiamento delle mafie”.

“Quando non governiamo il fenomeno migratorio favoriamo la criminalità, lo sfruttamento, la deportazione, lo schiavismo. Questa roba negli anni non è stata mai affrontata, nè dal governo di centro destra né dal governo di centrosinistra”, ha detto Quartini. La salute, ha ricordato il consigliere, “viaggia senza passaporto” e anche “senza questa proposta di legge, per fortuna, la salute è comunque garantita in questo Stato; non c’era bisogno di questa proposta di legge, squisitamente demagogica, strumentale e che vuole re-ideologizzare e non affrontare il problema del fenomeno migratorio”.

“Noi – ha concluso Quartini – siamo ostili a questo atteggiamento arrogante che non è assolutamente accettabile”.

Stefano Baccelli (Pd) ha ricordato i “continui appelli alla legge, alla costituzione, alla volontà del popolo, come imperativi categorici che tutto giustificano” risuonati nei vari interventi, per affermare che in una democrazia liberale non possono essere disgiunti “da una idea di comunità”. E se il riferimento a Putin insegna “il declino della democrazia liberale”, per il consigliere ci sono esempi storici in cui nel “rispetto della legge e in qualche caso della democrazia sono stati perpetrati errori madornali”.

E’ il caso dell’apartheid, la legge rispettata in Sud Africa, cui si debbono i 27 anni di carcere scontati da Nelson Mandela; nell’India degli anni dai venti ai quaranta, “un altro personaggio famoso per la non violenza”, Ghandi, fu arrestato più volte e l’India, che pure non era una democrazia “era comunque una colonia britannica”, essendovi in Gran Bretagna il più antico parlamento del mondo. Così, ha continuato Baccelli, il regime fascista in Italia andò al governo grazie ai risultati elettorali e nel sostanziale rispetto delle leggi; analogamente in Germania, poco dopo, grazie al 40 per cento dell’elettorato dell’epoca, Hitler andò a governare.

Di qui il convincimento che “L’unica alternativa che abbiamo è la democrazia liberale, ma senza un’etica politica e un tentativo di tenere insieme una comunità gli altri sono percorsi che storicamente hanno portato al disastro”.

Il consigliere ha ricordato una propria interrogazione sui 40 migranti trasferiti dal Cara di Roma e “finiti in Toscana” e sulle cui sorti “sarebbe bene che i toscani sapessero”.

Marco Niccolai (Pd) ha chiarito: “Vogliamo approvare una legge che difenda la sicurezza dei cittadini toscani”, contro il provvedimento del Governo “che fallisce sui rimpatri”. “Avere 5000 persone sul territorio toscano che saranno espulse dal sistema di accoglienza, senza possibilità di accesso ai servizi, ci dovrebbe preoccupare tutti; queste persone rimangono sul nostro territorio, senza possibilità di inserimento. Chi si fa carico di questa problematica?”. Sotto accusa anche “il rimpallo dei dati”: “500mila irregolari sul territorio nazionale sono scritti nel contratto di governo, ma qualche settimana fa Salvini ha parlato di 90mila..”.

“Voi stessi dimostrate di non conoscere la questione immigrazione nel nostro Paese” ha detto il consigliere rivolto al centrodestra, invitando l’opposizione, per onorare il principio “prima i toscani”, a “ridarci i 5 milioni sottratti al trasporto pubblico locale” e a“non far mancare i finanziamenti ai comuni toscani che hanno fatto le fusioni: i nostri sindaci sono davanti a Montecitorio”.

Simone Bezzini (Pd) ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto “in questi anni dalla Giunta, sui temi dell’immigrazione, dell’accoglienza e dell’integrazione; sono stati anni complessi – ha osservato - da più parti c’è stata inadeguatezza, anche a livello europeo”. In Toscana però, “ci abbiamo provato”, e se c’è “un elemento che va sottolineato, quello è l’azione di governo e la cultura riformista portata avanti dalla nostra Regione”.

Per Bezzini, “se c’è una norma manifesto è il Decreto sicurezza”;“è chiaro che non produce più sicurezza per i cittadini e non governa il fenomeno immigrazione; si creano invece tanti ‘invisibili’ che possono diventare manovalanza per la criminalità”. Il consigliere ha parlato di “un grande bluff che va svelato agli occhi degli italiani”. “Il governo mette in atto provvedimenti bandiera che hanno effetto opposto a quanto si promette: ciò produce insicurezza, paura e odio, che alimentano il consenso della destra”.

Tra le osservazioni sollevate anche il fatto che il Governo “non risolve i problemi cruciali”. Bezzini ha definito il ministro dell’Interno “latitante rispetto alle sedi dove dovremmo andare per richiedere un governo dei flussi migratori e politiche condivise in Europa. E bisognerebbe anche avere una politica estera, assumendosi responsabilità sulle questioni internazionali”. La legge al voto dell’aula, ha concluso Bezzini, risponde ad alcuni valori e principi costituzionali, scolpiti nello statuto della Regione Toscana; “e prova a creare le condizioni giuridiche affinché, istituzioni e soggetti del terzo settore, possano mettere in atto azioni coerenti con questi principi”.

Maurizio Marchetti (Forza Italia) ha rilevato “elementi di estrema ridondanza” nel testo al voto e ha lamentato l’assenza del presidente Enrico Rossi (trattenuto da impegni istituzionali, ndr): “Cosa sarebbe cambiato se questa legge fosse stata approvata tra due settimane?, si è chiesto il consigliere, ricordando che “è da gennaio che questo testo è in giro”. Si è poi domandato come mai, “con tre pareri negativi” la proposta sia andata avanti lo stesso e senza passare dalla commissione Affari istituzionali.

Anche Marchetti ha ricordato l’intervento di Paolo Bambagioni (Pd), commentando il voto su un testo che, ha spiegato Marchetti, “alza la bandiera politica di contrapposizione contro un governo e in particolar modo contro un ministro”. Il consigliere ha rimarcato anche che, sebbene la legge dica che non vi è nessun impegno di spesa, c’è però la delibera di Giunta del 25 giugno scorso che, “strettamente collegata”, va “a prendere 4 milioni”. Marchetti ha infine illustrato l’ordine del giorno presentato da Forza Italia, e quindi sottoscritto anche da Marco Stella, che impegna la Giunta a predisporre al Consiglio regionale, entro 30 giorni, una proposta di legge che attribuisca ai cittadini toscani pari garanzie di accesso a servizi e prestazioni rispetto a quelle assicurare alla platea degli “stranieri presenti nel territorio toscano, a prescindere dal titolo di soggiorno”, cui è rivolta la legge al voto d’aula.

L’ordine del giorno ricorda quanto scritto nel Preambolo della legge sull’accoglienza e anche nell’articolo 1: la Regione riconosce “il diritto alle cure essenziali, alla dimora temporanea in condizioni di sicurezza, a una adeguata alimentazione e all’istruzione come elementi fondamentali per l’integrazione umana e sociale”. Marchetti ha citato anche i dati Caritas riportati nel testo, e riferiti al Rapporto 2018 (quindi dati 2017) sulla povertà in Toscana. Si individua un incremento delle persone in stato di bisogno sul territorio regionale del 7,7% in più rispetto all’anno precedente, con un “aumento più sensibile per la componente italiana rispetto a quella immigrata, sia in valore assoluto che in termini percentuali, con una incidenza della componente autoctona tra quanti si sono rivolti alla Caritas, pari al 36% del totale e quasi raddoppiata negli ultimi 10 anni”.  

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