Legge regionale sul turismo: "Va rinviata alla prossima legislatura"

I rappresentanti di Federalberghi Toscana denunciano pratiche 'malsane' della concorrenza e chiedono più regole, ma vogliono discuterne con i candidati alla prossima legislatura regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 settembre 2014 18:19
Legge regionale sul turismo:

FIRENZE - “Meglio nessuna legge che una pessima legge“ è la riflessione del presidente di Federalberghi Toscana, Paolo Corchia, che ha così voluto inviare un chiaro messaggio al Consiglio Regionale della Toscana che si sta apprestando a riformare il testo della Legge 42 del 2000, meglio conosciuta come Testo Unico delle leggi regionali in materia di turismo.

“Ormai da almeno due anni - ha continuato Corchia - chiedevamo e continuiamo a chiedere di riformare il sistema delle regole che in Toscana definisce l’offerta ricettiva secondo una ricetta basata su di un principio basilare“ stesso mercato stessi diritti e doveri per gli attori del mercato stesso“. Invece "la proposta di riforma 

del Testo Unico è una semplice rielaborazione dei test, senza entrare nel merito e soprattutto senza dare soluzione al tema dell’abusivismo ricettivo, della sleale concorrenza, che sono elementi non marginali della crisi che da tempo ha colpito le imprese alberghiere nella nostra regione, aggravando ulteriormente le difficoltà prodotte all’intero settore turistico dalla situazione economica nazionale“.

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“E’ bene sottolineare, ha detto ancora il presidente regionale degli albergatori toscani, che abbiamo ben chiaro come il mercato della domanda sia mutato, come sia giusto offrire al cliente opportunità diverse di modalità di vacanza, così come sia una battaglia di retroguardia quella di contrastare le nuove forme di ricettività, ma con altrettanta chiarezza è assolutamente non più rinviabile la definizione di regole che obblighino tutti gli attori ad aver eguali diritti ed eguali doveri".

“Non è tollerabile - ha continuato Corchia - che la legislazione regionale penalizzi le imprese alberghiere, ma anche i campeggi, cioè quelle aziende che sono obbligate ad applicare i contratti di lavoro del settore, a rispettare le norme a tutela del cliente in materia di sicurezza, ad applicare le imposte di varia natura come la tassa di soggiorno. Di tutto questo, vista anche la ristrettezza dei tempi tecnici, è meglio riparlarne con la nuova legislatura regionale, ad organi regionali collegiali e di governo rinnovati, dopo che nella fase elettorale sarà stato possibile confrontarsi, impegnando chi aspira a governare la Regione a rispettare quanto dichiarato prima delle elezioni stesse. Meglio, molto meglio parlarne con chi nella prossima primavera avrà la ambizione di entrare il Consiglio regionale o di governare questa regione: ci sarà così il tempo di elaborare una proposta complessiva di riforma che affronti non solo il tema dell’abusivismo e della sleale concorrenza, ma affronti anche la questione della governance del settore, della promozione delle destinazioni della Toscana e delle diverse tipologie di offerta turistica, anche, e non solo, alla luce delle riforme nazionali nel rapporto Stato Regioni“.“Legiferare oggi - ha affermato Pier Luigi Masini - segretario generale di Federalberghi Toscana, nella fase finale della legislatura, può solo produrre danni, aggravando già una situazione di contenzioso e di contrasto che già si è registrata nell’ultimo episodio di produzione legislativa “creativa”, quello della legge sull’albergo diffuso od il tentativo ridicolo di autorizzare l’esercizio della attività alberghiera a chiunque sia in grado di dare alloggio a terzi purché localizzato lungo la via Francigena, ovviamente sollevando il “novello oste” da regole, vincoli, impegni sindacali, cui invece sono sottoposti gli albergatori tradizionali.

Una pazzia, che ha come unico risultato quello distruggere il tessuto imprenditoriale del settore in questa regione“.

“La categoria su questo aspetto è fortemente unita e su questi temi non c’è albergatore che in Toscana la pensi diversamente al di là della appartenenza sindacali , sottolinea Masini, ricordando che Federalberghi fa parte del sistema Confcommercio, rappresenta oltre 2400 dei circa 3000 alberghi esistenti Toscana, distribuiti in ben 18 associazioni locali, ma che vi sono anche altre associazioni di categoria che fanno riferimento ad altre organizzazioni confederali.

“Nella mia provincia, sostiene Marco Bianciardi, presidente degli albergatori di Siena, è diffusa più che nel resto della regione la presenza degli agriturismi, o meglio di quelli che io più correttamente definirei alberghi in area rurale, che però alberghi non sono per licenza di esercizio, per contratto di lavoro dei dipendenti, per entità delle imposte pagate, per mancato obbligo del rispetto delle norme di sicurezza a tutela del cliente. In parole povere la offerta ricettiva è dimensionata ben al di là della capacità di domanda e quindi la “torta clienti di albergo” è frazionata in una miriade di aziende e non aziende , il che penalizza proprio le imprese che pagano le imposte, applicano i contratti di lavoro e danno occupazione regolare”.

“La produzione legislativa del Consiglio della Toscana - afferma il presidente degli albergatori di Firenze Francesco Bechi - si è distinta, rispetto ad altre regioni anche limitrofe e con maggioranze politiche simili, per una permissività per forme di ricettività non tradizionale, rendendo sempre più labile il confine tra abusivismo e concorrenza sleale legalizzata tra imprese. In qualche caso, come è avvenuto di recente a Firenze, non si è trovato di meglio che legalizzare l’abusivismo nell’offerta ricettiva, consentendo a chiunque di fare l’albergatore, senza però imporre le regole di sicurezza, sindacali, fiscali cui le imprese alberghiere sono sottoposte.E’ una situazione intollerabile, cui è indispensabile dare soluzione con una riforma della legge 42/2000 che non sia solo un maquillage dell’esistente“.

La particolarità di accesso all’ Isola d’Elba consente di fare un reale confronto tra la capacità ricettiva legale dell’isola e la quantità di presenze di non residenti: ragione per la quale gli albergatori e titolari di campeggi dell’ Elba hanno più volte denunciato lo esercizio abusivo di singoli soggetti che non sono titolari di strutture ricettive regolari. 

“Ci sarebbe da ridere, afferma Massimo De Ferrari, presidente degli albergatori dell’Isola d’Elba, se la cosa non fosse drammatica per i risultati economici che il fenomeno dell’abusivismo ricettivo produce sull’ isola. In breve: una larga evasione fiscale, minore occupazione di mano d’opera nel rispetto del contratto nazionale di lavoro del turismo, un aggravio delle attività di servizio cui le amministrazioni comunali sono obbligate senza per altro beneficiare di entrate aggiuntive da parte di non residenti che alloggiano per poche notti in appartamenti privati, in aziende agricole che fanno ricettivo senza autorizzazione, in strutture immobiliari gestite da associazioni onlus; in parole povere un “fenomeno di sommerso nel ricettivo“ di cui la Toscana è purtroppo leader in Italia grazie ad una legislazione regionale che favorisce questi fenomeni".

“Sulla costa toscana, ma anche in alcune località minori della campagna limitrofa, - afferma Maurizio Parrini, presidente degli albergatori della provincia di Grosseto - sono decine se non centinaia i privati o le agenzie immobiliari, che muovendosi con abilità tra le maglie larghe delle regole e delle leggi regionali, fanno concorrenza alla ricettività tradizionale non solo alberghiera, quasi sempre evadendo il fisco, sempre certamente non affrontando i costi aziendali prodotti dalle norme di sicurezza imposte alle aziende ricettive autorizzate, o dalla applicazione del contratto di lavoro del turismo”.“Ed il bello è, continua Parrini, che molti ci fanno concorrenza utilizzando i nostri stessi strumenti di commercializzazione online, visto che i portali di booking, compresi quelli di gestione di enti pubblici fanno ben poca distinzione tra una camera di albergo ed un alloggio in un appartamento privato, in un bed breakfast, in una dimora storica, e così via”.

A Roma, Federalberghi ha messo a punto un sistema informatico, che mettendo a confronto i data base delle imprese regolarmente iscritte alle CCIAA, delle attività ricettive non solo alberghiere denunciate presso le singole amministrazioni pubbliche , e quelli dei portali di ogni tipo di booking alberghiero ha già cominciato a far emergere un diffuso fenomeno di esercizio abusivo della attività: nella capitale svolto da privati ed associazioni religiose. 

Sono ovviamente seguite le denunce soprattutto alla Guardia di Finanza: quando Federalberghi utilizzerà la Toscana come nuova area di rilevazione se ne vedranno delle belle e forse anche le istituzioni regionali avranno modo di riflettere sulla necessità di una legislazione regionale più adeguata.

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