Legge elettorale regionale: l'aula boccia la riforma proporzionale

Fattori e Sarti (Sì): “Toscana impantanata, grave responsabilità di PD e destra. Era questo il vero voto utile”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 dicembre 2019 23:50
Legge elettorale regionale: l'aula boccia la riforma proporzionale

Firenze– Il Consiglio regionale ha detto no ieri al cambiamento della forma di governo e della legge elettorale della Regione Toscana. A questo miravano le due proposte di legge, una statutaria e una ordinaria, presentate da Sì-Toscana a Sinistra, illustrate in aula da Tommaso Fattori. Con il voto favorevole dei consiglieri del M5S, di Toscana per Tutti ed E’Viva e con il voto contrario dei consiglieri PD, delle destre ed Italia Viva.

La proposta di legge statutaria aveva l’obbiettivo di introdurre, come nel passato, l’elezione indiretta del presidente della Regione e della Giunta regionale da parte del Consiglio regionale, insieme a un documento politico-programmatico. A tutela della stabilità di governo veniva prevista la ‘sfiducia costruttiva’, cioè l’indicazione del nuovo presidente, insieme al programma e alla Giunta, nel momento stesso in cui viene sfiduciato il vecchio.

La proposta di legge ordinaria ad essa collegata introduceva un sistema elettorale con una proporzionalità tra il numero dei voti ricevuti da ciascuna forza politica e i rappresentanti nel Consiglio regionale. Le circoscrizioni elettorali coincidevano con le province, a eccezione dell’area metropolitana fiorentina, con le sue quattro circoscrizioni. Il tentativo era quello di superare i problemi di rappresentanza territoriale registrati con il sistema attuale.

“Un fronte saldo quello di PD, destre e Italia Viva contro la legge proporzionale. Paradossalmente tutti hanno criticato il Toscanellum, l’attuale legge elettorale, ma nessuno ha il coraggio di metterla in discussione e modificarla”, commentano Tommaso Fattori e Paolo Sarti, consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra. “Il Toscanellum è una legge congegnata per trasformare una minoranza in maggioranza, consegnando la Regione a chi arriva a ottenere almeno il 40% dei voti al primo turno anziché il 50%, come invece accade nei Comuni.

Insomma, prevede un ‘premio di minoranza’ più che un premio di maggioranza. Lo combattevamo nel 2015 quando favoriva Renzi e continuiamo a combatterlo oggi che rischia di essere l’unica chance per Salvini. E’ grave la responsabilità di questo voto contrario ad una legge proporzionale trasparente e giusta”. “Il sistema proporzionale è neutro ed imparziale - sottolineano Fattori e Sarti - non avvantaggia nè svantaggia alcun contendente perché garantisce una perfetta proporzionalità fra voti ricevuti dalla forze politiche e i seggi assegnati.

PD e destre si ostinano a non prendere atto che sono falliti tutti i tentativi di imporre il bipolarismo tramite leggi elettorali. In un contesto multipolare come il nostro qualunque ‘premio di minoranza’ altera la rappresentanza in modo incompatibile con la democrazia rappresentativa. Senza contare gli altri elementi distorsivi contenuti nel Toscanellum come gli sbarramenti alti e differenziati, i listini bloccati e il meccanismo che sovrarappresenta l’area fiorentina a svantaggio delle altre zone della regione”. “In epoca di crescente astensionismo e disaffezione dalla politica è necessario aumentare il numero dei cittadini che votano perché sentono di poter contare nella competizione democratica.

PD e destre hanno invece deciso di far quadrato attorno ad una legge elettorale ingiusta e pericolosa, che stravolge il principio di eguaglianza del voto di ciascun cittadino e limita la rappresentatività del Consiglio regionale”. “A primavera il PD andrà in giro a chiedere il voto utile quando il vero e unico voto utile sarebbe stato quello a favore di una legge proporzionale. Speriamo che i cittadini ne conservino memoria”, concludono Fattori e Sarti.

“Non è con le leggi elettorali che si cambia la politica, ma con la politica che si cambiano le leggi elettorali. Sono d’accordo, ma solo su questo – ha rilevato Massimo Baldi (Italia Viva), annunciando il voto contrario – Non si cambia legge elettorale a pochi mesi dalle elezioni. Vogliamo sconfiggere la destra populista, ma con le idee, con il consenso democratico, con le proposte, guardando a chi sta dall’altra parte come uno schieramento che propone cose sbagliate e nocive, ma non come i lanzichenecchi della politica, da respingere con ogni mezzo”.

“Siamo favorevoli al proporzionale, ma riteniamo che occorra la nuova legislatura per affrontare il tema” ha dichiarato Gabriele Bianchi (M5S), annunciando voto di astensione. Voto favorevole è stato dichiarato da Monica Pecori (gruppo misto tpt). ”E’ giusto che il presidente sia scelto da un Consiglio eletto su base proporzionale” ha affermato.

“Il sistema politico non si cambia con le leggi elettorali. Il problema è il rapporto tra governabilità e rappresentatività. Associare una forma di governo a una legge elettorale è problematico – ha osservato Leonardo Marras, capogruppo Pd, annunciando il voto contrario – La Regione, però, con l’elezione diretta del presidente garantisce un giusto equilibrio, nel contesto di un ente che attua gli indirizzi politici attraverso l’amministrazione attiva, con un potere legislativo limitato dalla dimensione e dalla materia”. A suo parere questi temi devono essere oggetto di un dibattito molto più ampio di quello che può essere sviluppato adesso. Alcuni limiti ci sono, ad esempio nella scelta delle preferenze in presenza di un listino bloccato, nel fatto che più della metà dei futuri consiglieri saranno dell’area fiorentina.

“Oggettivamente affrontare la riforma della legge elettorale a pochi mesi dalle elezioni non ci sembra sia una strada da perseguire. Siamo profondamente contrari. Il ritorno al passato dell’assemblearismo non ci convince – ha affermato Marco Casucci (Lega Nord) – Non esistono i sistemi perfetti. Clientelismo, partitocrazia sono un prodotto del proporzionale. Il problema della selezione di figure adeguate ai ruoli istituzionali indubbiamente esiste, ma non è questo il modo corretto di affrontarlo. Bisognava pensarci prima”.

“Nei contenuti e nel merito apprezzo lo sforzo di Fattori – ha rilevato Andrea Quartini (M5S) – Una legge elettorale non può essere che proporzionale e con la possibilità di esprimere preferenze. Sulla legge statutaria ci asteniamo, perché la possibilità di elezione diretta del presidente ha la sua validità”.

Voto contrario è stato annunciato da Paolo Marcheschi (FdI), che ha ricordato l’approvazione faticosissima del ‘toscanellum’, con “un consiglio in imbarazzo”. “Il maggioritario è un elemento di chiarezza, di trasparenza – ha osservato - Affidare ai partiti la selezione della classe dirigente è una finzione fino a quando non si farà un loro statuto pubblico. Per questo vogliamo le preferenze. Il principio di governabilità deve essere garantito”.

“Domani, venti anni fa, moriva Nilde Iotti, rappresentante delle opposizioni, prima donna chiamata a dirigere la Camera – ha ricordato Serena Spinelli (Gruppo misto) – Non esistono sistemi elettorali perfetti. La politica può utilizzare i sistemi elettorali per fare in modo che le sue proposte ai cittadini siano una risposta ai loro problemi. Lo Statuto dei lavoratori, il diritto famiglia, il sistema sanitario nazionale, la legge Basaglia sono nate in un periodo di assoluta ingovernabilità, alla luce del dibattito odierno.

In realtà l’ingovernabilità nasce dalla politica che non ha idee, nasce quando i partiti non sono in grado di produrre una classe dirigente all’altezza. Le riforme importanti, quelle di sistema, si fanno con una larga condivisione nel paese”. A suo parere era necessario pensarci prima con la riflessione proposta da Fattori. “Voglio una sinistra che dica cosa pensa del mondo e provi anche a cambiarlo – ha concluso annunciando voto favorevole – Non una sinistra che spera di entrare in un’istituzione”.

“Il ‘porcellum’ è figlio della legge toscana del 2005ha osservato Jacopo Alberti (Lega Nord) – L’attuale legge elettorale toscana ha molti difetti, sui quali si può intervenire, ma non a pochi mesi dalle elezioni. Ha un pregio. La sera stessa delle elezioni c’è un vincitore e una maggioranza che può governare. Non vogliamo un ritorno al passato”.

“Abbiamo lavorato per due anni per scrivere quei testi – ha replicato Tommaso Fattori (Si -Toscana a sinistra) – Sono stati rilevati enormi difetti nell’attuale legge elettorale. Abbiamo provato a proporre il sistema meno peggiore, che consente di aumentare il numero di cittadini che votano, perché sentono che possono contare. Il sacrificio della rappresentatività rispetto alla governabilità ha davvero prodotto buoni risultati?”.

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