Le stragi del 1944 e ‘il sangue’ da non dimenticare

Oltre 70 persone hanno preso parte alla lettura collettiva “Il sangue e l’erba” di Massimo Salvianti, in occasione del 76° anniversario della Liberazione di Barberino e Tavarnelle, sul prato della Pieve di San Pietro in Bossolo. ‘Tutti in piedi’ al Torrione di Empoli: letture, video e canti per ricordare la fucilazione di 29 empolesi del luglio ‘44

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 luglio 2020 19:38
Le stragi del 1944 e ‘il sangue’ da non dimenticare

Sono passati settantasei anni da quel tragico episodio che ferì profondamente la storia della comunità empolese – era il 24 luglio 1944 – quando 29 concittadini furono fucilati per rappresaglia dalle truppe naziste. Per ricordarli, la sera di venerdì 24 luglio 2020 si è svolta la quarta edizione di “Tutti in piedi!”. Negli anni precedenti si è trasformato in un appuntamento molto particolare per trovarsi insieme e cantare o suonare con l’Orchestra e il Coro all’improvviso per onorare la memoria di quei caduti e della Resistenza a Empoli. Per il quarto anno, in periodo di emergenza sanitaria, l’evento si è trasferito da Piazza XXIV Luglio al Torrione di Santa Brigida, per un concerto a cielo aperto dove il pubblico presente si è unito ai canti. Tutti insieme e tutti in piedi, per ricordare e tracciare un ponte tra passato presente e futuro.

«Grazie a Giallo Mare Minimal Teatro, Centro Attività Musicali e al Centro Studi Musicali Busoni – ha detto il presidente del Consiglio Comunale, col delega alla memoria, Alessio Mantellassi – abbiamo potuto organizzare al bellissimo Torrione di Santa Brigida una versione ridotta e in sicurezza dell'appuntamento fisso di ogni 24 luglio: Tutti in piedi! Una serata di musica, canti, video e letture per ricordare le vittime di Piazza 24 Luglio. Nel rispetto delle regole, siamo qua».

“Per molti anni in quella radura, a Pratale, che si bagnò con il sangue di mio padre e di altri undici uomini, l’erba crebbe più alta”, sussurra Mirella Lotti con gli occhi lucidi mentre torna indietro con la memoria e rievoca la grande povertà che, al fianco della madre, dovette affrontare negli anni che seguirono la Strage di Pratale, consumata nella notte tra il 23 e il 24 luglio del ’44, poche ore dopo la Liberazione di Tavarnelle e Barberino dall’occupazione nazifascista. Un’altra voce dei tragici fatti del ‘44.

“A 16 anni mi sentivo ed ero un uomo, mi salvai fisicamente ma non dall’orrore che mi trovai di fronte, con la casa che bruciava e i miei 18 familiari ammassati nel fienile senza vita”. Sono le parole di Ferruccio Laffi, sopravvissuto alla strage di Marzabotto, nel bolognese (29 settembre - 5 ottobre 1944, 770 vittime). Per lui è impossibile fermare le lacrime al ricordo di un dolore che ha lasciato segni indelebili, dei quali a più di 90 anni non riesce a liberarsi. Altra ferita, altro ricordo di guerra.

“Le pallottole che bucarono mia sorella, ancora in fasce, uccisa a soli 20 mesi, la pistola che ferì a morte mia madre ed altre due mie sorelle. La paura, il terrore mentre il fuoco bruciava e gruppi di persone venivano mitragliati dopo essere stati messi al muro. Non so come abbia fatto a vivere con questo peso nel cuore, mutilata per sempre nella fiducia e nella speranza verso la vita”. Adele Pardini aveva 4 anni quando l’efferato eccidio di Sant’Anna di Stazzema (12 agosto 1944, 560 vittime) le spazzò via gran parte della famiglia e le immagini che ha ricostruito insieme ai ricordi delle sorelle sopravvissute le permettono di rievocare quei tragici momenti.

Anche Enzo Panzieri, sfuggito alla retata nazista, ha scelto di testimoniare e raccontare l’Eccidio di San Pancrazio di Bucine, nell’aretino, e come la comunità reagì a quel drammatico avvenimento che causò l’uccisione di 244 civili il 29 giugno 1944. Le voci dei testimoni, dei familiari e dei sopravvissuti delle stragi di Pratale e delle stragi che insanguinarono la Toscana e l’Emilia Romagna nel 1944, per le quali persero la vita migliaia di civili, donne, uomini, bambini, anziani, hanno accompagnato il reading collettivo su testo e coordinamento di Massimo Salvianti “Il sangue e l’erba” che quest’anno, in applicazione delle misure anti Covid, si è tenuto nel prato della Pieve di San Pietro in Bossolo.

L’occasione è legata ad un anniversario speciale che annovera 76 anni dalla Liberazione del Chianti dalle truppe tedesche.

“Oltre 70 persone hanno ‘sfilato’ sullo sfondo della campagna che circonda la Pieve, lo hanno fatto con compostezza ed emozione – sottolinea Massimo Salvianti – hanno letto e partecipato personalmente al ricordo di qualcosa che hanno vissuto solo indirettamente, molti i ragazzi e i giovani che hanno preso parte al reading il cui obiettivo è quello di costruire una memoria vivente intorno ai fatti di Pratale e più in generale alle stragi del ’44”. “Il lavoro di ricerca, studio e riscrittura teatrale che da molti anni focalizzo sui temi della memoria – continua Salvianti - mi ha portato a raccontare e far luce, attraverso il contributo prezioso dei testimoni che ancora una volta ringrazio, sulle vicende dell’eccidio di Pratale per affermare i principi che da esso derivano e che informano l’essenza stessa della nostra Costituzione.

Abbiamo esteso quest’anno la partecipazione ai rappresentanti dei comitati delle altre stragi del ’44 per condividere la necessità di non dimenticare. La memoria non è solo un valore che ereditiamo dal passato, una sequenza di date che celebriamo nei giorni in cui esse ricorrono, è un percorso da costruire tutti i giorni, insieme, è l’impegno concreto a prenderci cura gli uni degli altri, nel rispetto profondo della diversità dell’identità e delle culture del mondo. La memoria è uno strumento fondamentale per affermare l’uguaglianza dei diritti umani”.

Tra i lettori anche il sindaco David Baroncelli. “Sono passati 76 anni ma per i sopravvissuti è impossibile dimenticare e noi abbiamo il compito a tenere vivo il ricordo - ha concluso - coinvolgendo e trasferendo quello che rappresenta un patrimonio collettivo di valori antifascisti a persone di tutte le età perché si facciano portatori di cultura di pace, tolleranza e concordia tra i popoli”.L’evento, promosso dal Comune di Barberino Tavarnelle e prodotto da Arca Azzurra Eventi, si è arricchito delle musiche di Emiliano Benassai, eseguite alla fisarmonica dall'autore e da Angela Tempestini al violino con i disegni firmati da Lorenzo Bojola.

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