Lavoro, "mamme discriminate": stavolta colpevole è l'Ispettorato

Firenze: il tribunale del lavoro ha accolto un ricorso promosso dalla consigliera di parità della Regione Toscana Maestrelli. Il contratto collettivo della funzione pubblica impone la flessibilità oraria a dipendenti che sono genitori di ragazzi con meno di 16 anni. Ordini di servizio da rimuovere

Redazione Nove da Firenze
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24 ottobre 2019 19:36
Lavoro,

(DIRE) FIRENZE, 24 ott. - Stavolta a non rispettare le regole contrattuali sui diritti dei lavoratori è stato proprio l'ispettorato del lavoro. È successo a Firenze dove il tribunale del lavoro ha accolto un ricorso promosso dalla consigliera di parità della Regione Toscana, Maria Grazia Maestrelli, che lamentava una discriminazione a danno di 83 dipendenti. La sentenza, si apprende da una nota della Regione, riconosce che l'ispettorato non ha rispettato le disposizioni contenute nel contratto collettivo della funzione pubblica che impone di conciliare le esigenze familiari con quelle lavorative e concede la flessibilità oraria a dipendenti che sono genitori di ragazzi con meno di 16 anni. 

Gli ordini di servizio, in merito, sono pertanto da rimuovere e l'ispettorato deve a questo punto sedersi a un tavolo coi sindacati per adeguare gli orari di lavoro agli strumenti di conciliazione. 

A innescare la controversia legale un procedimento disciplinare a carico di una lavoratrice, e la successiva decisione di 14 dipendenti di ricorrere al part-time. Secondo Maestrelli la pronuncia del tribunale "conferma una situazione che il mio ufficio denuncia da anni riguardo agli effetti negativi della mancata concessione delle misure di conciliazione vita-lavoro e il pregiudizio che sono costrette a subire le lavoratrici madri". 

Visto il soggetto coinvolto, l'ispettorato, Maestrelli sprona "chi ha il compito e l'obiettivo di adoperarsi per l'affermazione dei principi di parità pari opportunità e non discriminazione in ambito lavorativo sia per primo in grado di conoscere e riconoscere quali sono e devono essere le buone prassi". E che proprio l'ispettorato non sia stato in grado di adottare queste misure, conclude, "fa specie". (Cap/ Dire)

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