Lavoratori civili della Difesa: domani presidio a Firenze

Chiamati da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Confsal Unsa saranno, dalle 11 alle 12, sotto la prefettura in via Cavour. Casa di cura Villa Pini: Fp Cgil davanti all'assessorato regionale alla Sanità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 maggio 2019 23:45
Lavoratori civili della Difesa: domani presidio a Firenze

Firenze 29.05.2019- I lavoratori civili del Ministero della Difesa saranno in presidio sotto la Prefettura di Firenze in via Cavour, dalle 11 alle 12, mentre iniziative simili sono in programma in tutta Italia.

Un piano preveda l’assunzione di almeno 5.000 lavoratori, stante che da qui a due/tre anni si verificherà una forte uscita di personale per raggiunti requisiti pensionistici (quota 100, anticipata e vecchiaia) con la conseguenza di un vero e proprio collasso delle attività in alcuni settori che scontano già oggi una grave carenza di personale. Nel frattempo stiamo assistendo, da qualche anno, al passaggio del personale non idoneo al servizio militare al ruolo civile, fenomeno che se attuato in larga scala finirebbe con il depotenziare il piano di assunzioni.

Noi chiediamo che di questi dipendenti se ne faccia carico tutta la Pubblica Amministrazione, non solo la difesa -si legge in comunicato congiunto di Cgil Cisl Uil Toscana- Ovviamente per dare il via libera alle assunzioni vanno superati i vincoli imposti dalla legge che prevede la riduzione del personale civile dagli attuali 27.000 ai 20.000 per il 2024. Inoltre non si comprende perché ancora non sia stato nominato il nuovo Direttore Generale del Personale Civile che è vacante da ottobre 2018 per fine mandato. Situazione che impedisce di fatto di avviare la Contrattazione del FUA 2019, la chiusura del tavolo sul Contratto Integrativo della Difesa parte normativa, bando di mobilità interna e progressioni economiche. Ce ne sono di cose da fare, che sono state promesse e che non sono state fatte, è tempo che la Ministra Trenta passi dalle parole ai fatti".

Sempre giovedì 30 maggio a Firenze le lavoratrici e i lavoratori della Casa di Cura Villa dei Pini di Firenze manifestano sotto l’assessorato regionale alla Sanità (via Taddeo Alderotti 26, presidio ore 10-12).

Si tratta di una vicenda emblematica della sanità privata toscana: Kos, un grande gruppo nazionale, acquista la Casa di Cura fiorentina ed annuncia il cambio di contratto dal 1° giugno per i 50 tra lavoratrici e lavoratori. Un contratto nazionale per Rsa (che la Cgil non ha firmato) e che rispetto al Contratto nazionale Sanità privata paga di meno e prevede più ore di lavoro (nonostante che quello della Sanità privata sia scaduto da 12 anni).

"Questo non è accettabile -si legge in un comunicato della Fp Cgil Firenze- La struttura di Villa dei Pini opera in regime di convenzione con il Sistema Sanitario Regionale con 75 posti letto nei settori della sanità psichiatrica, dei disturbi alimentari e delle dipendenze. Alla Regione Toscana chiediamo di ribadire in modo chiaro che l’applicazione del Contratto nazionale di settore stipulato dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative, il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con le effettive attività da espletare, sia requisito necessario per accreditare le strutture private e per poter operare in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Toscano: nella strutture sanitarie private con il Contratto nazionale della sanità privata appunto (da rinnovare al più presto); nelle Residenze Sanitarie Assistite individuando il Contratto nazionale di riferimento per la definizione del costo del lavoro, aggiornando la Delibera di Giunta 402/2004 alla luce dei rinnovi contrattuali di settore. Recentemente la Regione Toscana, con la Legge 18/2019, ha dato disposizioni per la qualità del lavoro e per la valorizzazione delle buona impresa negli appalti: chiediamo un intervento in questo senso anche nell’ambito della sanità convenzionata per dare stabilità alle lavoratrici e ai lavoratori del settore.

Infine c’è il tema dei paramenti di assistenza e quindi del numero di operatori sanitari e sociosanitari in turno nelle strutture convenzionate, che non possono essere inferiori a quelle delle strutture pubbliche visto che i cittadini che usufruiscono delle cure e dell’assistenza accedono attraverso il pubblico".

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