LaMMA, consorzio meteo di Regione Toscana e Cnr: due anni di lavoro per la Concordia

Giglio: 770 campionamenti e 300 bollettini di Arpat

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 luglio 2014 19:05
LaMMA, consorzio meteo di Regione Toscana e Cnr: due anni di lavoro per la Concordia

FIRENZE- Il LaMMA, il consorzio per le previsioni meteo costituito da Regione Toscana e Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), ha svolto un lavoro essenziale per le operazioni che hanno consentito il raddrizzamento, il rigalleggiamento e il viaggio verso Genova della Costa Concordia.Per due anni otto meteorologi del LaMMA si sono alternati all'isola del Giglio. In servizio 24 ore su 24 al quartiere generale delle operazioni per la rimozione della Concordia, proprio davanti al relitto, con previsioni e monitoraggio sull'evoluzione del tempo atmosferico e del moto ondoso tramite misure, modelli, radar e satelliti. Il servizio meteo del LaMMA è proseguito ancora negli ultimi giorni, quando la nave ha lasciato il Giglio per mettersi in viaggio verso Genova, comunicando in tempo praticamente reale ogni possibile mutamento di vento ed onde, grazie anche ai sensori presenti sul mezzo della capitaneria di porto di Livorno che scorta il convoglio.

"In questi 900 giorni – afferma il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi - la Toscana ha collaborato al meglio con tutte le operazioni, a partire dalla fase di emergenza, poi di recupero, rigalleggiamento e navigazione della Concordia verso Genova. Ringrazio tutti i nostri tecnici per il lavoro svolto con grande professionalità e spirito di servizio. Penso, oltre che al Lamma, all'Arpat, all'Osservatorio ambientale e a tutti gli uffici regionali coinvolti. Un lavoro utile e apprezzato da tutti che fa onore alla nostra regione"."La rete scientifica del CNR e la competenza dei ricercatori hanno concorso positivamente alla gestione e al superamento delle criticità meteorologiche e climatiche nei 900 giorni dell'emergenza Concordia dando ampia dimostrazione dell'utilità e del valore sociale della ricerca scientifica".

Così il presidente del CNR, Luigi Nicolais, che ha poi proseguito: "È stato per l'alto profilo tecnico scientifico e la generosità dell'impegno dei ricercatori CNR del Consorzio Lamma che la variabilità delle condizioni meteomarine non hanno mai rappresentato un problema da temere. La precisione delle previsioni e l'ampiezza delle finestre temporali considerate hanno consentito di programmare e ritarare in sicurezza i lavori rispettando il cronoprogramma delle attività. Una dimostrazione di collaborazione e di efficienza intersettoriale internazionalmente riconosciuta e ampiamente apprezzata.

Congratulazioni e grazie a tutto il personale coinvolto"."La capacità dimostrata dal nostro servizio meteo e la professionalità messa in campo in un progetto di così ampio respiro, che richiedeva altissima specializzazione, è sicuramente motivo di grande soddisfazione" aggiunge Rossi.Prevedere il volgere del tempo nelle operazioni della Concordia è stato un fattore essenziale. Non solo durante il raddrizzamento del relitto, lo scorso settembre, e nell'ultima concitata fase di rigalleggiamento.

Per la tipologia del cantiere, esposto ai venti e alle onde, e per la complessità delle attività, sopra e sotto l'acqua, tutte le operazioni hanno sempre dovuto fare i conti sulle condizioni del meteo e del mare. Ogni giorno i meteorologi fornivano durante i briefing le previsioni in inglese, sulla base delle quali venivano organizzate le attività del cantiere.

In due anni il LaMMA ha fornito alla Titan Micoperi informazioni in tempo reale ed aggiornamenti continui: lo ha fatto anche oggi con un bollettino che indica la possibilità di venti dal nord con raffiche intorno ai venti nodi.

Approfondimenti

Per la Concordia sono state create mappe e modelli meteo ad altissima risoluzione ad hoc per l'isola. Inoltre è stata accumulata un'importantissima esperienza sul campo: tutti i modelli meteorologici hanno infatti dei limiti, soprattutto quando si restringe l'area da monitorare a pochissimi chilometri. Conoscere un territorio e le sue caratteristiche climatiche e morfologiche in modo così dettagliato e accurato è un lavoro che potrà essere messo a frutto in futuro e che rafforza una convinzione: "Quella che la sinergia tra ricerca ed enti locali possa tradursi in servizi a valore aggiunto per i cittadini, anche per la gestione delle emergenze" sottolineano i presidenti Rossi e Nicolais.

Per assistere il team impegnato nella rimozione della Concordia sono state coinvolte tutte e due le anime del LaMMA: la parte che si occupa della previsioni e quella impegnata sulla modellistica atmosferica e oceanografica che fa capo al CNR. Sono stati installate anche apparecchiature specifiche per l'osservazione dell'area. Le previsioni hanno potuto contare in questi due anni sui dati forniti da un radar meteo-marino dalla tecnologia innovativa, due stazioni meteo tradizionali e un mareografo.Tra gli angeli e le sentinelle che nei novecento giorni in cui la Concordia è rimasta sull'isola del Giglio hanno vigilato sulle sue acque, un posto d'onore ce l'ha sicuramente l'Arpat, l'agenzia regionale di protezione ambientale della Toscana. L'Arpat è arrivata sull'isola subito dopo la tragedia.

I primi campionamenti e le prima analisi della acque sono praticamente iniziati appena dopo il naufragio della nave, in quella sciagurata notte del 13 gennaio 2012, e periodicamente si sono ripetuti. Fino a quando la Concordia ha lasciato nei giorni scorsi il Giglio, l'Arpat ha emesso circa 300 bollettini ed effettuato oltre 770 campionamenti, a più livelli e in più aree del porto e dell'isola, con più di 34 mila parametri analitici controllati. Una mole di lavoro non indifferente, svolta in collaborazione con l'istituto nazionale Ispra.

Un lavoro che continua, visto che stanno arrivando le ultime analisi fatte prima e dopo la partenza. C'erano i monitoraggi attorno alla nave, quelli nei pressi (ma in un'area più ampia) per valutare possibili danni a breve e medio periodo e poi le valutazioni a lungo periodo, con dati raccolti dalle stazioni di Porto Santo Stefano, sulla costa dell'Argentario appena di fronte all'isola, di Montecristo, alla foce Bruna, a Cala Forno e sul versante sud dell'isola d'Elba. I prelievi sono stati effettuati anche grazie all'uso del Poseidon, un battello oceoanografico di 18 metri attrezzato per il monitoraggio ambientale. E' stato cercato di tutto, dai metalli ai detergenti, dalle sostanze usate nella fabbricazione delle plastiche a oli e idrocarburi.

E i dati per adesso sono tranquilizzanti.Tutti i risultati delle analisi sono pubblicati sul sito dell'Arpat.

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