La vendita del vecchio Teatro Comunale gestita dalla Nikila Invest di Tiziano Renzi?

Silvia Noferi (M5S): “La storia del conflitto di interessi comincia a Firenze?”. La replica dell’assessore Gianassi: “Insinuazioni infondate. Ceduto alla Cassa Depositi e Prestiti e non a un soggetto privato”. Grassi: “Si faccia chiarezza sui rapporti del Comune con la famiglia dell'ex Sindaco”. Torselli (FDI-AN): "La società, in affari con l'ex-presidente di Banca Etruria". Donzelli (Fratelli d'Italia): "Nei legami anche il finanziatore e fedelissimo del premier Andrea Bacci"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 dicembre 2015 22:24
La  vendita del vecchio Teatro Comunale gestita dalla Nikila Invest di Tiziano Renzi?

Le notizie che circolano in seguito agli articoli del vice direttore di Libero Franco Bechis, fanno riconsiderare tutta la storia che gira intorno al vecchio teatro Comunale di Firenze. L'immobile da 25.500 mq. ubicato tra Porta a Prato, il parco delle Cascine e il lungarno Amerigo Vespucci, è in vendita [vedi a fondo pagina la scheda d'offerta nel sito CDP].

Il complesso sulla riva destra del fiume Arno prevedibilmente assumerà una funzione residenziale. Secondo quanto riportato dall'articolo del Tempo, il fronte si fa nazionale e la storia che comincia a Firenze, un po’ come tutte le storie recenti, si allarga passando attraverso il Valdarno dove sbocciano due società panamensi in affari con i Renzi e l’ex vertice di Banca Etruria, Lorenzo Rosi. Strane coincidenze che sembrano intrecciarsi a detta di Franco Bechis, con la vendita delle azioni di Banca Etruria da parte di David Serra, finanziatore della campagna elettorale di Matteo Renzi tre giorni prima del crack.

“Teatro –spiega la consigliera del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi– che quando Matteo Renzi era Sindaco era stato inserito nella lista degli immobili da vendere al valore stimato di 44 milioni di Euro ed è poi stato venduto per 23 milioni tramite triangolazione passata attraverso la Cassa Depositi e Prestiti ad una società la Nikila Invest srl, nel settembre 2015. Nell'occasione della vendita l’assessore all’urbanistica Titta Meucci considerò questa operazione come un’opportunità per Firenze non una svendita, questione di punti di vista. Lo stesso Assessore che si è fatto soffiare sotto il naso il giardino dei Nidiaci, su cui perfino la magistratura ha aperto un’indagine, tutt’ora in corso, tramite spossesso dall’imprenditore Leggiero, si quello a cui state affidando la sistemazione di piazza dell’Unità. Vicenda quella dei Nidiaci che ancora non è stata spiegata da questa amministrazione, perché sarebbe l’ora che venisse detto cosa avete concordato in compensazione con Leggiero in cambio del cambiamento d’uso degli immobili in via della Chiesa, quelli che diventeranno appartamenti di lusso con giardino ex-pubblico. Questa è la città delle coincidenze, alla nostra interrogazione su questo tema, la n.915 del 16 giugno (siamo a dicembre) l’assessore Meucci non ha mai risposto, né lei, né l’assessore Gianassi a cui in seguito è stata passata e men che meno il nuovo assessore all’urbanistica Perra. A proposito di coincidenze prima o poi verrà anche spiegato se è vero o meno che nella società Nikita Invest sono coinvolti i genitori di Matteo Renzi e l’ex-presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi. Le storie della vendita del Teatro Comunale, della gestione dell'Urbanistica nel suo complesso e le recenti vicende della Banca Etruria e dei provvedimenti del Governo a scapito dei piccoli risparmiatori sembrano intrecciarsi – conclude la consigliera del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi – proprio a Firenze”.

"Abbiamo chiesto delucidazioni sugli eventuali rapporti esistiti ed esistenti tra il Comune di Firenze e la società Nikila Invest Srl, in quanto fortemente perplessi da quanto sta emergendo in questi giorni su alcuni organi di stampa nazionale in merito ai legami che esisterebbero tra questa società, l'ex-presidente di BancaEtruria, Lorenzo Rosi, ed i genitori di Matteo Renzi, ma la giunta ha deciso non rispondere a nessuna delle nostre domande". Questo è quanto dichiarato dal capogruppo di FDI-AN in consiglio comunale a Firenze, Francesco Torselli. "Questa società - spiega Torselli - è oggi proprietaria dell'ex-Teatro Comunale di Firenze, dopo averlo acquistato ad un prezzo che l'amministrazione comunale ha sempre definito 'congruo' nonostante fosse esattamente la metà di quanto stimato dalla stessa amministrazione comunale meno di quattro anni prima". "Come mai - si interroga l'esponente di Fratelli d'Italia - l'amministrazione comunale non risponde alle nostre domande su questa società? Esistono o sono esistiti rapporti tra il comune di Firenze e la Nikila Invest Srl o i suoi soci proprietari? La vendita dell'ex-Teatro Comunale fu fatta o meno ad un prezzo di molto inferiore a quello reale, pur chiudere in pareggio il bilancio del comune nel 2013 (l'ultimo bilancio di Renzi sindaco)? Tutte domande che restano senza risposta". "Questi rapporti - conclude Torselli - saranno anche limpidi e trasparenti, ma certo il fatto che Tiziano Renzi e Laura Bovoli (papà e mamma di Matteo Renzi) siano arrivati perfino ad affermare il falso sul proprio onore nella documentazione depositata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, unito al silenzio della giunta sulle nostre domande ci lascia decisamente basiti.

Ovviamente le domande inevase oggi dalla giunta, saranno ripresentate identiche in occasione del prossimo consiglio comunale e così via, fino a quando non otterremo le risposte che ci spettano".

“I consiglieri Torselli e Grassi sono disattenti. Da parte loro insinuazioni infondate sulla vendita del Teatro Comunale”. È quanto sottolinea l’assessore al patrimonio immobiliare non abitativo Federico Gianassi replicando agli esponenti di Fratelli d’Italia e Firenze Riparte a Sinistra in consiglio comunale. “A fronte di insinuazione sul comportamento dell’Amministrazione comunale, abbiamo specificato con chiarezza che il Teatro Comunale fu venduto dal Comune alla Cassa Depositi e Prestiti e non a un soggetto privato.

Il prezzo fu stimato dalla Commissione Valutazione Immobiliare e valutato per quanto riguarda la congruità dall’Agenzia del Demanio e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze così come prevede la legge in vigore in materia di alienazioni di immobili comunali alla Cassa Depositi e Prestiti”. “Ancora una volta siamo di fronte all’ennesima polemica strumentale, del tutto infondata, che vuole nascondere ai fiorentini il successo della precedente e dell’attuale Amministrazioni. Un tentativo destinato però al fallimento” conclude l’assessore Gianassi.

“Quali sono gli intrecci tra Comune di Firenze, la famiglia dell'ex sindaco e la società Party Srl che è in affari con Nikila Invest, tra i cui soci c'è Tiziano Renzi? A queste e altre domande l'amministrazione non risponde nel merito ma si limita ad una difesa d'ufficio. E' una vergogna”. Così Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra in Palazzo Vecchio, attacca dopo la risposta dell'assessore Gianassi a una domanda d'attualità scaturita da vari articoli di stampa.  E incalza: “Non è possibile eludere così le domande dell'opposizione.

Non è in discussione la vendita del teatro comunale del Comune alla Cassa depositi e prestiti. Il problema è capire come casualmente chi si occuperà del recupero della struttura sarà proprio la società in questione, dove gli intrecci con il premier sono innegabili”. “La questione è politica – conclude Grassi – e non si può chiudere gli occhi di fronte a situazioni di questo genere. Le colpe dei padri non possono ricadere sui figli, ma almeno sia riconosciuto che qualcosa di non così chiaro è avvenuto e che non può essere archiviato come mera casualità.

Non possiamo non sottolineare come siano stretti gli intrecci tra enti pubblici, vendita del patrimonio pubblico e affari di aziende di casa Renzi. Senza contare che la vicenda si sta ingarbugliando sempre più con i recenti avvenimenti che hanno investito Banca Etruria e membri della dirigenza che entrano in gioco anche in questa vicenda come soci di aziende della famiglia Renzi”.

"Gli interessi economici comuni fra Tiziano Renzi e Lorenzo Rosi sono provati dai legami che ci sono in almeno 7 società fra i due soci del papà del premier, che a loro volta figurano in affari con l'ultimo presidente di Banca Etruria finito sotto indagine" Così il coordinatore dell'esecutivo nazionale e capogruppo in Toscana di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli, che ha ricostruito quello che definisce "un pazzesco sistema di scatole cinesi mirato alle operazioni in corso per la realizzazione di nuovi outlet in varie città fra cui Firenze, Sanremo, Fasano". "Si tratta di Ilaria Niccolai e Iacopo Focardi - spiega Donzelli - che sono tutt'oggi nella Party Srl, l'azienda con sede a Rignano sull'Arno di cui Tiziano Renzi detiene il 40% e il quale amministratore unico è Laura Bovoli, madre di Matteo Renzi.

I due figurano nella società rispettivamente attraverso la Nikila Invest Srl (40%) e la Creazioni Focardi Srl (20%). Niccolai è legato a Rosi attraverso quote di partecipazione nella Sviluppo Milano Srl, nella Syntagma Srl e nella Corso Italia Firenze Srl, società tutte con sedi fra il Valdarno e Firenze e di cui l'ex presidente di Banca Etruria è amministratore unico. Interessi in Corso Italia Srl ha anche l'altro socio di Tiziano Renzi, Iacopo Focardi, che detiene una quota societaria attraverso la sua Societé generale Focardi, con sede a Sesto Fiorentino. Per di più non solo Tiziano Renzi, ma anche Andrea Bacci - ex socio del padre del premier nella Raska Service Srl, oltre che finanziatore di Matteo Renzi nominato come uomo di sua fiducia nella società della Provincia Florence Multimedia prima e nella società per l'illuminazione Silfi poi - risulta in affari con Rosi attraverso una partecipazione nella Egnazia Shopping Mall, società di cui Lorenzo Rosi è amministratore unico.

Nella Egnazia figura, tra le altre, anche la Nikila di Ilaria Niccolai. Esiste una società che unisce tutti e tre questi personaggi che ruotano intorno a Rosi e Renzi: è la Mall Re Invest, che vede come soci Niccolai e Focardi e come ex socio Bacci. La Mecenate 91 in liquidazione, invece, ha visto nel novembre 2014 cessioni di quote dalla cooperativa La Castelnuovese (di cui Rosi era presidente) a Ilaria Niccolai e nella stessa data da Andrea Bacci a Ilaria Niccolai. Coincidenza vuole che, inoltre, le società Egnazia Shopping Mall, Nikila Invest e Mecenate 91 (in liquidazione) abbiano la loro sede nello stesso luogo, in via Pier Capponi 73 a Firenze.

Come se non bastasse ci sono pesanti intrecci con società che hanno sede nei paradisi fiscali. Al centro sempre la Egnazia Shopping Mall, in cui figurano la Torrado Holdings e la Tressel Overseas (che figura in almeno un'altra delle società ricollegabili a Rosi): entrambi hanno sede a Panama. Ex amministratore della Egnazia è Luigi Dagostino, identificato come il regista dell'operazione outlet, che oggi figura come amministratore della Mall Re Investor e liquidatore della Mecenate 91, oltre che socio di altre società che hanno legami con i paradisi fiscali".

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