Elezioni 2015: Enrico Rossi confermato presidente

Mugnai (FI): «Col nuovo Consiglio un’opposizione ancor più determinata». Non eletto Giovanni Lamioni di Passione per la Toscana. In un anno il Partito Democratico perde in Toscana quasi 500 mila voti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 giugno 2015 19:00
Elezioni 2015: Enrico Rossi confermato presidente

FIRENZE- Con il 48,03% corrispondente a 656.498 voti, Enrico Rossi (Pd) è di nuovo eletto presidente della Regione Toscana. Il risultato si riferisce a 3.967 sezioni su 3.969: mancano infatti all'appello due sezioni (in provincia di Arezzo) che non sono riuscite a completare le operazioni di scrutinio entro le 12 ore prescritte. Il regolamento prevede che in casi del genere a concludere le operazioni sia il competente Ufficio centrale circoscrizionale. In ogni caso le due sezioni sono ininfluenti rispetto al risultato finale.

Al secondo posto si classifica Claudio Borghi (Lega Nord) (con il 20,02% e in cifra assoluta 273.576 voti) seguito dall'esponente dei 5Stelle Giacomo Giannarelli (205.671 voti per il 15,05%). Stefano Mugnai (Forza Italia) segue con 124.150 voti (il 9,08%) e Tommaso Fattori (Lista Sì. Toscana a sinistra) ottiene 85.826 voti per un 6,28%. Chiudono Giovanni Lamioni (Passione per la Toscana) e Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta) con, rispettivamente, 17.398 voti (1,27%) e 3.614 voti (0,26%).

Su circa 3 milioni di elettori ed elettrici iscritti, sono andati a votare in 1.441.510 (48,3%). I voti risultati validi per i candidati presidenti sono stati, sempre tenendo conto del non completamento dello scrutinio in due sezioni, 1.366.733: 123 le schede contestate e non assegnate, 20.678 le bianche e 49.478 le nulle.

Rispetto alle liste che sostenevano i candidati presidenti, le due per Enrico Rossi (Partito Democratico e Popolo Toscano) hanno preso, rispettivamente, 614.406 voti (46,35%) e 22.724 voti (1,71%).

Le due liste a sostegno di Claudio Borghi (Lega Nord Toscana e Fratelli d'Italia) hanno conquistato rispettivamente 214.1238 voti (16,16%) e 51.077 voti (3,85%).

La lista che sosteneva Giacomo Giannarelli, il Movimento 5 Stelle, ha preso 200.483 voti (il 15,13%).

Delle due liste che sostenevano Stefano Mugnai, Forza Italia ha preso 112.394 voti (8,48%) e Lega Toscana 7.976 (0,6%).

La lista "Si Toscana a sinistra", a sostegno di Tommaso Fattori, ha preso 83.119 voti con il 6,27%.

Questi, infine, i risultati delle liste a sostegno di Giovanni Lamioni (Passione per la Toscana: 15.808 voti per l'1,19%) e di Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta: 3.317 voti per lo 0,25%).

L’alternanza non si improvvisa: va costruita meticolosamente tutti i giorni, nel corso degli anni. Per questo nel nuovo Consiglio torneremo sui banchi dell’opposizione a svolgere il nostro dovere con rinnovata determinazione»: è questo uno dei passaggi chiave del commento al voto di ieri postato pochi minuti fa dal candidato di Forza Italia alla presidenza della Regione Toscana Stefano Mugnai sul suo profilo e la sua pagina Facebook. Un post, quello di Mugnai, per ringraziare e per riflettere su un risultato che può essere una ripartenza efficace per Forza Italia e per il centrodestra: «Grazie a tutti», inizia Mugnai.

«Abbiamo la coscienza a posto: tutto quello che era nelle nostre possibilità è stato fatto. Poco più di un mese fa – ricorda – sondaggi e giornali ci davano ampiamente sotto la soglia del 5%, invece siamo arrivati sopra al 9%. Certo non è una percentuale esaltante, ma è sufficiente per poter essere attori protagonisti nella scrittura di un nuovo inedito capitolo della storia del centrodestra toscano e contribuire ad una analoga operazione a livello nazionale. Perché questa è evidentemente la sfida dei prossimi mesi: contribuire a riunire ed a rifondare il centrodestra, un nuovo centrodestra che possa nuovamente essere forza di governo». «Appena il Consiglio regionale si riunirà, torneremo a svolgere dai banchi dell’opposizione il nostro dovere e lo faremo con rinnovata determinazione.

Arriverà anche in Toscana il momento dell’alternanza e del cambiamento, e spero che finalmente si sia capito che quel momento va costruito meticolosamente, giorno per giorno, nel corso degli anni, e non improvvisato come troppe volte ho visto fare». «Grazie a tutti voi: candidati, dirigenti, militanti ed elettori, soprattutto amici, per il sostegno e la vicinanza in questa campagna elettorale, adesso – conclude Mugnai – come direbbe Forrest Gump: “Sono un po’ stanchino”».

"Non posso certo nascondere, stando ai numeri definitivi, la delusione per un risultato che speravamo diverso. Evidentemente sia la bassa partecipazione e una campagna elettorale gestita in sordina da una parte, sia una radicalizzazione che poco di amministrativo aveva dall’altra, non ha premiato una proposta come la nostra, nata non più di un mese e mezzo fa. fuori dagli schemi della politica tradizionale. Naturalmente, non voglio trovare giustificazioni artificiose, non è nel mio carattere e nel mio costume, ma di una cosa sono certo: il crollo del centrodestra moderato, con forze storiche che non raggiungono neanche le due cifre, a fronte di un puro voto di protesta molto “nazionale” più che regionale, deve far riflettere tutti sulla conduzione di questi anni.

Io continuo ad essere convinto che occorra rifondare dal basso una nuova proposta politica per i Toscani che vogliono una regione diversa e che, in moltissimi, probabilmente sono rimasti a casa. Mi assumo la mia parte di responsabilità e sono pronto a rimboccarmi le maniche insieme a tutti coloro che lo vorranno già da domani. Un primo obiettivo è già davanti a noi con le prossime amministrative, dove si potrà arrivare a competere a vincere se sapremo ritrovare le ragioni e la forza dell’unità dei moderati.

Naturalmente, auguro buon lavoro al governatore Rossi" è il commento di Giovanni Lamioni,candidato presidente della lista “Passione per la Toscana”.

Sfogliando i giornali, ascoltando i notiziari e vedendo i telegiornali in queste ore in cui i Toscani sono stati chiamati al voto per le elezioni della Regione e in alcuni Comuni, imperversava il tormentone calcistico del 6-1, 5-2, 4-3 per indicare quante regioni avrebbero vinto le liste collegate al partito di maggioranza relativa (Pd) e gli amministratori ad esse collegati. Renzi stesso aveva anticipato i risultati come fosse una partita. Oggi Enrico Rossi ringrazia perché è presidente ancora una volta.

Sui principali organi di informazione campeggiano numeri riferiti esclusivamente alle percentuali. In Toscana dalle europee 2014 alle regionali 2015 i votanti sono passati da 1.972.406 a 1.441.510, con una perdita secca in dodici mesi di 530.896 elettori che non si sono presentati alla cabina elettorale. Nello stesso periodo Il Partito Democratico passa da 1.069.179 voti agli attuali 614.406: 454.773 elettori che avevano barrato nel 2014 il simbolo del PD non hanno riconfermato la loro fiducia nel Partito.

Per chi ama le percentuali la diminuzione è pari a oltre il 42%: quasi dimezzato. Sempre per gli amanti delle percentuali la grande affermazione di Enrico Rossi, con il 48% che gli consente di evitare un ballottaggio, calcolato in confronto al 48% dei votanti, significa che è stato votato dal 23% degli aventi diritto.

"A livello regionale l'adeguamento di Rossi alle politiche renziane è stato veloce e incondizionato -commenta Ornella De Zordo del laboratorio politico Unaltracittà-  tagli ovunque, una popolazione sempre più povera con sempre meno servizi, una conflittualità sociale crescente e sempre più spesso repressa con violenza dalle divise del Ministro Alfano (che giustamente pochi giorni fa ha rivendicato un anno di politiche di destra fatte da un governo a guida Democratica).

Questa è una sonora bocciatura delle politiche governative, nazionali e regionali. Una bocciatura del partito unico, dell'uomo solo al comando, si chiami Matteo o Enrico. Della protervia del potere che tende solo a conservare se stesso. Un suggerimento ai responsabili del Partito Democratico: non giustificate l'astensionismo con le gite al mare, molti di quelli che non hanno votato non hanno neanche i soldi per andarci, al mare. Non vi hanno votato per rabbia, per disgusto, per disperazione. E ve li troverete presto davanti, a chiedervi il conto".

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