"La strada di Ilaria": giovedi 10 alle 18 alla libreria Feltrinelli

A 20 anni dalla morte della Alpi con l'autore Francesco Cavalli e con Ornella De Zordo e Cristiano Lucchi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 aprile 2014 21:47

20 anni fa la giornalista della Rai Ilaria Alpi veniva uccisa in Somalia perché cercava la verità. Nell'occasione dell'anniversario Milieu edizioni ha pubblicato un libro di Francesco Cavalli che si colloca a metà tra narrativa e memoria storica.

La data fiorentina della presentazione del romanzo è prevista per giovedì 10 alle 18 presso la liberia Feltrinelli in via Cerretani. Sarà presente l'autore introdotto dagli interventi di Ornella De Zordo e Cristiano Lucchi. La prima ha ottenuto in Consiglio comunale che una strada o una piazza sia intitolata ad Ilaria Alpi, il secondo ha proposto insieme ad Adriana Alberici e ad Alessandro Santoro che a ricevere il nome di Ilaria sia la piazza in cui opera, sempre dal 1994, la Comunità delle Piagge. L'iter di assegnazione è al momento bloccato dall'amministrazione comunale.

Il romanzo "La strada di Ilaria" racconta i fatti sui quali lavoravano Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e sulle ragioni della loro morte. Un caso scomodo, che è stato insabbiato velocemente per le tante implicazioni fra Italia e Somalia. Un caso che per la giustizia italiana non è ancora chiuso, e rimasto fino ad oggi senza responsabili. Traffici di armi e di rifiuti tossici, corruzione, misteri nello storico rapporto fra Somalia e Italia: una storia che deve essere raccontata, e che nella scelta stilistica volutamente non giornalistica, riesce a coniugare narrazione pura a informazione. E si fa ascoltare da tutti, adulti e ragazzi. Un romanzo rigoroso nelle informazioni e poetico nelle parole, che riesce a raccontare tante storie, unite tra loro dal filo sottile, ma vero e indispensabile, della verità e del rispetto della memoria.

Approfondimenti

Francesco Cavalli è fra coloro che da vent’anni si occupa del caso Ilaria Alpi, ideatore e direttore dell’omonimo Premio di Giornalismo, ma soprattutto è colui che, insieme ad alcuni colleghi altrettanto tenaci, non ha mai smesso di indagare.

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