La scomparsa di Giacomo Becattini

Uno dei più noti economisti italiani, fra i fondatori dell'IRPET, consigliere del Comune di Firenze. Risonanza mondiale per i suoi studi sui concetti di distretto industriale e di sviluppo locale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 gennaio 2017 18:31
La scomparsa di Giacomo Becattini

FIRENZE- È venuto a mancare questa mattina l'economista Giacomo Becattini, professore emerito di Economia politica dell'Università di Firenze. La camera ardente sarà allestita lunedì nel Salone consiliare del Comune di Prato, dalle 10.30 alle 16.00.

Giacomo Becattini (Firenze, 1927), era uno dei più noti economisti italiani a livello internazionale. Subito dopo la laurea in economia presso l'Università di Firenze ha iniziato la carriera accademica come assistente del Prof. Alberto Bertolino. Docente all'Università di Siena dal 1963, nel 1968 è tornato a Firenze come professore ordinario dove ha mantenuto la cattedra di economia politica sino al 1999. È stato fra i fondatori dell'IRPET (Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana) e della "libera scuola" di Artimino sullo sviluppo locale.

È stato Accademico dei Lincei e della Colombaria, membro di numerose altre accademie e società scientifiche italiane ed estere. Costante è stato il suo impegno nel dibattito politico-culturale, testimoniato dal periodo come consigliere del Comune di Firenze, dalle collaborazioni con varie testate giornalistiche, e in particolare dalla co-direzione per tanti anni de Il Ponte. Rivista di politica, economia e cultura fondata da Piero Calamandrei. È stato insignito di numerosi premi e onorificenze, fra cui il premio internazionale della Swedish Foundation for Small Business Research di Stoccolma, la Cittadinanza onoraria del Comune di Prato, il Pegaso d'oro straordinario della Regione Toscana.

Nel triennio 1993-1995 è stato presidente della Società Italiana degli Economisti. È stato uno dei massimi esperti mondiali del pensiero degli economisti inglesi vittoriani e in particolare di Alfred Marshall.Ha incrociato questi studi con quelli sullo sviluppo economico della Toscana e dell'Italia, dando vita, a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, a uno dei filoni di ricerca e di politica economica più fertili degli ultimi decenni, cioè quello che ruota intorno ai concetti di distretto industriale e di sviluppo locale.

Tale filone di studi ha acquistato presto risonanza mondiale, combinandosi con il crescente interesse di ricercatori di molti paesi e di molte discipline delle scienze sociali, oltre che di amministratori ed operatori, per un approccio allo sviluppo economico fondato sulla realtà dei rapporti sociali, culturali ed economici nella vita delle società locali, e mirato alla crescita della solidarietà e al rispetto dei beni comuni. Il Prof. Becattini è stato autore e promotore di numerosissime pubblicazioni scientifiche e divulgative su questi temi a livello nazionale e internazionale.

La sua ultima raccolta di scritti riassume anche nel titolo il cuore di questo approccio: "La coscienza dei luoghi. Il territorio come soggetto corale".

"Con la morte del professor Giacomo Becattini viene meno la figura di un grande intellettuale e di un grande toscano, un economista di fama internazionale che ha dato un contributo fondamentale agli studi sullo sviluppo e sulle dinamiche economiche, approfondendo in particolare le tematiche dei distretti". A dirlo è stato il presidente della Toscana, Enrico Rossi, dopo aver appreso la notizia "Di Becattini - prosegue il presidente - non ho apprezzato solo il valore come studioso, ma anche il suo essere uomo di sinistra con il coraggio delle proprie idee e grande spirito critico. Ricordo in particolare la sua convinzione instancabile della centralità del nesso tra capitale e lavoro, alla base della modernizzazione della nostra società, del processo democratico e del nostro paesaggio produttivo e civile. Le mie sentite condoglianze alla famiglia".

Profonda tristezza per la scomparsa del professor Becattini è stata espressa anche dall'assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo, che ha detto: "Se ne va uno degli studiosi più lungimiranti che la nostra regione abbia avuto, colui che per primo analizzò il fenomeno dei distretti industriali indagandone la natura e le dinamiche, capendone l'importanza come nuovo modello di sviluppo del tessuto produttivo che andava formandosi". "Becattini - prosegue l'assessore - diede forma teorica al nuovo modo di interpretare il cambiamento economico, ed è stato maestro di molti economisti. Per il distretto pratese in particolare è stato un punto di riferimento fondamentale, con le sue idee e le sue analisi. Sentiremo la mancanza della sua lucidità e della sua visione acuta e attenta dei cambiamenti sociali".

Condoglianze anche da parte del direttore dell'Irpet Stefano Casini Benvenuti: "E' con profonda commozione - ha detto - che porgo l'ultimo saluto a Becattini. Ricordo i suoi studi sull'evoluzione del distretto pratese, pietre miliari per la comunità economica internazionale, tradotti in molte lingue e pluripremiati. Fu il fondatore dell'Irpet, istituto che ha dato un impulso fondamentale alla ricerca sull'economia toscana, a sostegno delle politiche di programmazione. Perdo un grande e caro amico personale".

Nel 2001 l'economista ricevette la cittadinanza onoraria di Prato. Il sindaco Matteo Biffoni ne ricorda il ruolo fondamentale per il nostro territorio: "Proprio in un momento così delicato per la città perdere uno dei maggiori analisti dei fenomeni del nostro territorio è un dolore grande. La città di Prato sarà sempre riconoscente a Becattini che con il suo lavoro ha dato una nuova visione alla nostra industria, alle dinamiche del distretto e al ruolo dei nostri imprenditori e artigiani". Ha sempre analizzato e studiato i cambiamenti della città di Prato: tra i numerosi lavori anche il quarto volume di "Prato.

Storia di una città" dedicato al tema dei distretti industriali, dove l'economista ha dato un'interpretazione teorica dello sviluppo della città. Il rapporto con Prato è stato un elemento fondamentale nella sua vita di economista ed è stato punto di riferimento per l'analisi e la definizione del concetto di "distretto industriale". Solo pochi mesi fa era stato presentato in Salone Consiliare Il suo ultimo volume "La coscienza dei luoghi". 

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