La Sanità che cambia in Toscana

Oncologia: varato un progetto regionale integrato. Centro Alcologico Regionale di Careggi: dalla Regione 100.000 euro. La nuova osservazione breve intensiva del Santa Maria Nuova. Consulenze gratuite per le donne al Piero Palagi. Completata maxi ristrutturazione del Presidio Marconi di Villa delle Terme. Dermatologia pediatrica da Firenze a Pescia Prato Empoli Pistoia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 aprile 2017 18:04
La Sanità che cambia in Toscana

FIRENZE- Oncologia, in Toscana la rete si rafforza e si specializza sempre di più. Una delibera approvata dalla giunta nel corso della sua ultima seduta vara il "Progetto regionale integrato per l'oncologia", messo a punto secondo precise indicazioni dell'ITT, l'Istituto Toscano Tumori. In concreto, il progetto verrà realizzato dall'ISPO, l'Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, che costituisce la struttura di riferimento per tutta la rete oncologica regionale per gli aspetti epidemiologici, di screening e di riabilitazione oncologica. Le reti oncologiche per patologia si basano sull'individuazione, di concerto tra ITT e aziende sanitarie, di unità di alta competenza verso cui indirizzare la casistica rara e/o complessa: strutture di dimensione di area vasta, o regionale, o addirittura interregionale. Queste le reti oncologiche per patologia già attive o in via di costituzione in Toscana:

- Rete regionale delle Unità integrate per il tumore della mammella (Breast Units)

- Rete regionale delle Unità integrate per il tumore maligno della prostata (Prostate Cancer Units)

- Rete delle Unità di competenza per i tumori rari/infrequenti e ad alta complessità: pancreas, surrene, esofago e GIST (Stromali gastro-intestinali

- Rete delle Unità integrate per il melanoma e i tumori della cute (Melanoma & Skin Center Units)

Sulla base dei dati del Registro Tumori, in Toscana si diagnosticano circa 25.000 nuovi casi di tumore all'anno. I pazienti affetti da tumore in Toscana sono stimati in oltre 180.000.

Un finanziamento di 100.000 euro al Centro Alcologico Regionale di Careggi, per consentire continuità alla sua attività per il 2017. Lo destina la giunta regionale, con una delibera presentata dall'assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi e approvata nel corso dell'ultima seduta. Il Centro Alcologico Regionale di Careggi svolge le funzioni di riferimento regionale per quanto riguarda:

- epidemiologia, come osservatorio dei problemi alcolcorrelati;

- prevenzione, come pianificazione, sperimentazione e validazione di nuovi modelli di intervento, anche come supporto alle équipe alcologiche dei SERT nell'elaborazione di linee guida per la gestione dei problemi alcolcorrelati;

- Formazione degli operatori, in collaborazione con la realtà del territorio già titolari di percorsi formativi accreditati;

- ricerca clinica e biologica.

Dallo studio Edit (Epidemiologia dell'Infortunistica Stradale in Toscana) 2015 dell'Ars (Agenzia Regionale di Sanità) sugli stili di vita a rischio tra i giovani in Toscana. Il consumo a rischio di alcol è collocato tra i primi cinque fattori di rischio nel mondo per malattia, disabilità e decesso. Dalla fine degli anni '90 sembrano convivere due modelli di consumo di alcol: uno giovanile, omologato sui comportamenti dei coetanei del Nord Europa, meno legato al consumo di vino, con assunzione di larghe quantità di alcol (aperitivi, birra e superalcolici) in poche occasioni (soprattutto durante il weekend) e l'altro tipico della fascia adulta, più tradizionale e legato al consumo di vino, ai pasti ed in famiglia. Secondo i risultati dello studio EDIT, nel 2015, la quasi totalità dei ragazzi, vale a dire circa il 95%, ha dichiarato di aver bevuto almeno una bevanda alcolica nella vita.

L'analisi del trend, misurata sulla base della percentuale di coloro che hanno risposto di aver bevuto, almeno una volta, una qualunque bevanda alcolica nell'ultima settimana, indica un'importante riduzione del consumo dal 2005, attestandosi nell'ultima rilevazione al 70% circa. Il consumo di alcol ha ancora un gradiente rispetto all'età: i consumatori sono il 61,2% nei quattordicenni, mentre sono il 76,0% nei diciannovenni.

Si è completata al Santa Maria Nuova l’area dell’emergenza e urgenza con l’apertura dell’Osservazione Breve Intensiva (OBI).L’Osservazione Breve Intensiva è una struttura operativa della Medicina D’Urgenza, che affianca il pronto soccorso nell’inquadramento e trattamento di quei pazienti che non possono essere immediatamente dimessi.Problematiche come ad esempio il dolore toracico, il trauma cranico, la cefalea, dolori addominali e coliche renali, ma anche le vertigini, le infezioni delle vie urinarie, gli episodi sincopali, alcuni tipi di aritmie, le reazioni anafilattiche diffuse e altre patologie previste, vengono osservate e trattate in OBI.

L’osservazione breve intensiva, infatti, è un tipo di degenza che permette la gestione ottimale dal punto di vista diagnostico e terapeutico di alcuni selezionati problemi clinici. Dal pronto soccorso i pazienti vengono trasferiti in OBI quando necessitano di approfondimenti diagnostici, che vengono effettuati al massimo entro due giorni. Tre posti letto sono anche dotati di “telemetria” per il monitoraggio cardiaco, h24, una tecnologia che sarà progressivamente incrementata. L’OBI rappresenta un modello di assistenza ospedaliera che evita il ricovero vero e proprio, con minori disagi per il malato, ma garantisce di effettuare, con ritmi clinici “intensivi”, cure e accertamenti:dal prelievo ematico alle consulenze specialistiche fino alla TC.

Dopo due giorni il malato potrà fare ritorno al proprio domicilio e proseguire le terapie o, se necessario, completare il percorso assistenziale in un altro reparto ospedaliero del Santa Maria Nuova. Si stima che nel nuovo reparto verranno trattati circa 2.000 pazienti l’anno in base ai ricoveri prima svolti nella degenza breve che era collocata al piano terra della struttura ospedaliera. La nuova OBI è collocata nell’area dell’emergenza e urgenza, diretta dal dottor Mauro Pratesi, comprende oltre al pronto soccorso anche il reparto HDU- di sub intensiva (anch’essa recentemente ristrutturata e dotata di 4 posti letto ed è posta in prossimità dell’OBI e del pronto soccorso).

E’ coordinatore infermieristico dell’area Enrico Ricci. Il personale dedicato all’area comprende 56 infermieri, 26 operatori socio sanitari e 21 medici di cui 20 infermieri, 10 operatori socio sanitari e 4 medici destinati ai pazienti ricoverati in OBI. Il reparto è diretto dal dottor Antonio Cuomo. Il progetto di ristrutturazione ha realizzato stanze caratterizzate da pareti tecniche vetrate, scorrevoli, dotate di sistemi di oscuramento orientabili, per permettere la massima visibilità dei letti da parte del personale infermieristico, e garantire il migliore controllo e rapidità di intervento su pazienti in osservazione semintensiva. La sala di attesa dedicata, con accesso diretto ad una stanza di colloquio medici-parenti per garantire laprivacy agli utenti, è direttamente collegata con le aree diagnosi e terapia tramite percorsi dedicati, non interferenti con le distribuzioni degli utenti e visitatori. La superficie complessiva dell’area, comprensiva di vani tecnici al piano interrato, è di 450 mq che si vanno ad aggiungere agli oltre 18.000 mq già ristrutturati dall’inizio dei lavori a oggi. L’esecuzione dei lavori di ristrutturazione del reparto al piano terra e interrato sono iniziati nel giugno 2016 e le opere sono state ultimate lo scorso gennaio. L’impegno economico relativo a questa fase dei lavori complessivamente è stato pari a euro 1.280.000, 00,comprensivo della quota di impianti afferenti la struttura in questione. I lavori sono stati seguiti dall’ingegnere Luca Meucci come responsabile del procedimento dell’area tecnica aziendale.

Ha diretto i lavori l’architetto Roberto Lapi. La ditta esecutrice è la ECF S.p.a. di Roma. La nuova OBI rappresenta l’ultima fase delle trasformazioni previste per l’area di emergenza e urgenza dell’ospedale fiorentino, iniziate con il trasferimento del pronto soccorso al piano terra con accesso diretto dalla Piazza e proseguite con la realizzazione dell’area di terapia intensiva al piano secondo, con la realizzazione dell’area di Osservazione Intensiva –HDU. Le opere di ristrutturazione interna dell’ospedale Santa Maria Nuova sono a questo punto in avanzata fase di realizzazione, e con l’apertura dei nuovi collegamenti verticali dedicati agli utenti esterni che saranno ultimati entro la prossima estate e del nuovo blocco operatorio, la cui attivazione è prevista per la primavera 2018, giungeranno entro il corrente anno a definitiva conclusione.

Consulenze alle donne in ambito cardiologico, diabetologico, endocrinologico, ginecologico, nutrizionale, infettivologico saranno offerte gratuitamente il prossimo 19 Aprile dalle ore 9 alle 13, nel presidio Piero Palagi. La struttura che ha ricevuto nel 2016 il “bollino rosa”, aderisce all’iniziativa di Onda con un Open day in occasione della 2° Giornata nazionale della salute della donna che dal 18 al 24 aprile vede aperte in tutta Italia 155 ospedali. Grazie alla disponibilità del personale della struttura al Palagi sarà possibile ricevere anche una consulenza in ambito oncologico con la contemporanea presenza di una oncologa ed una genetista. Si potranno inoltre avere informazioni sui servizi offerti dalla struttura con riferimento all'utilizzo della moxa in gravidanza, il percorso previsto per le donne con il nascituro in posizione podalica. Nella stessa giornata saranno anche possibili consulenze psicologiche (dalle ore 9 alle ore 17) con informazioni sulla prevenzione del rischio violenze e screening sulle difficoltà emotive prima e dopo il parto. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di promuovere l’informazione e i servizi per la prevenzione e la cura delle principali patologie femminili. I clinici della struttura si metteranno, quindi, a disposizione, in uno sforzo organizzativo che si auspicaavvicini maggiormente la popolazione femminile ai percorsi di prevenzione, diagnosi e cura.

Dopo un anno e mezzo di lavori e un investimento di 4 milioni di euro, il progetto di ristrutturazione della Divisione Marconi di Villa delle Terme del Gruppo Korian, leader europeo nell’offerta di servizi di cura e assistenza per l’invecchiamento di qualità, è stato finalmente completato. Ora la clinica è pronta ad accogliere i pazienti dell’Istituto Reumatologico Munari, in Via Mazzini 38, del quale porterà avanti la tradizione ormai centenaria nella riabilitazione di qualità.

Il Presidio Marconi, che dispone di 40 posti letto in Via Guglielmo Marconi 4, accoglie sia pazienti in convenzione accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale, che pazienti in solvenza. La struttura offre servizi e prestazioni di eccellenza nell’ambito della medicina riabilitativa e ortopedica, ed è in grado di soddisfare le richieste sia dei degenti, sia di coloro che hanno necessità di trattamenti e terapie di medicina fisica, riabilitativa e neurologicain ambito di regime ambulatoriale convenzionato e privato.

Il Dipartimento Marconi opera in stretta sinergia con il Presidio Falciani, collocato nella località di Firenze Impruneta, comune della città metropolitana di Firenze poco distante dall’uscita autostradale Firenze-Impruneta e raggiungibile anche mediante il servizio di autobus extraurbani della SITA. Il Presidio Falciani è specializzato nell’assistenza di pazienti con patologie complesse come: Coma, SLA, Pazienti Critici, Riabilitazione Neurologica Ospedaliera, Riabilitazione Ortopedica Ospedaliera, Lungodegenza.

Dotata di 270 posti letto, la struttura deve il suo nome alle antiche fonti di acqua termale salso-bromo-iodica della zona, che rappresentano tuttora la ricchezza del parco della casa di cura. Il Presidio Falciani, che beneficia della recente ristrutturazione completata nel 2015, accoglie sia pazienti in convenzione accreditati con il servizio Sanitario Nazionale e Regionale che pazienti in solvenza. Le case di Cura Villa delle Terme erogano servizi e prestazioni di eccellenza nell’ambito della medicina geriatrica e riabilitativa, ortopedica e neurologica.

Sono inoltre specializzate nell’area della complessità clinica cronica con presa in carico diretta di pazienti provenienti da reparti di terapia intensiva e di neurochirurgia. Al loro interno il lavoro d’équipe di medici, infermieri e fisioterapisti, mira a garantire cura e attenzioni 24 ore su 24, in un’ottica di personalizzazione e “umanizzazione” dell’assistenza, basata sulla capacità di ascolto dei paziente e sulla sua partecipazione attiva.

E’ arrivata a Pescia una nuova specializzazione che l’Azienda USL Toscana centro ha voluto garantire in tutti i territori: la dermatologia pediatrica. L’ambulatorio, ormai aperto da un mese, lo tiene la dottoressa Giordana Coronella, ed il dottor Massimo Gola svolge il ruolo di referente aziendale dei percorsi di dermatologia pediatrica armonizzando le prestazioni nell’ambito delle unità operative di dermatologia dell’area fiorentina ed i collegamenti con l’area aziendale di pediatria e neonatologia, di cui è direttore il dottor Marco Pezzati. L’Ambulatorio è stato collocato al terzo piano della struttura ospedaliera S.S.

Cosma e Damiano, dove sono presenti le altre attività specialistiche dedicate all’età evolutiva. In queste prime settimane sono stati numerosi i bambini, anche neonati, inviati dai pediatri di famiglia alla consulenza specialistica. Tutte le patologie dermatologiche che si manifestano nei primi anni di vita devono, infatti, essere tempestivamente diagnosticate. La dottoressa garantisce lo stesso servizio nel presidio ospedaliero di Empoli, mentre la dottoressaSamantha Federica Berti è presente negli ospedali di Prato e in quelli dell’area fiorentina dove il servizio è nato nel 2014, per essere poi esteso a tutti i territori della nuova Azienda Sanitaria a partire dal 2016. Dalle eruzioni agli esantemi fino agli emangiomi infantili il percorso di dermatologia pediatrica offre anche prestazioni di secondo livello: al momento sono, per esempio, in cura al San Giovanni di Dio di Firenze 17 neonati proprio per il trattamento dell’emangioma.

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