La protesta contro l'obbligo delle vaccinazioni punge il PD

Stamani davanti al Consiglio regionale contro la proposta di legge Saccardi. Il presidente della commissione Sanità apre alle tesi dei genitori. Il responsabile nazionale del partito Gelli annuncia una legge di iniziativa parlamentare. Il Movimento 5 Stelle sostiente i comitati. L'assessore regionale difende il provvedimento, ma Scaramelli insiste per la pausa di riflessione

Redazione Nove da Firenze
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22 marzo 2017 23:29
La protesta contro l'obbligo delle vaccinazioni punge il PD

(DIRE) Firenze, 22 mar. - Dentro e fuori dal palazzo. La protesta dei comitati dei genitori contro l'obbligo delle vaccinazioni previsto dalla proposta di legge Saccardi arriva in Consiglio regionale e in piazza a Firenze. Stamani, mentre 70 di loro a turno vengono auditi dalla commissione Sanita' presieduta dal consigliere del Pd, Stefano Scaramelli, che e' pronto a dare credito ad alcuni rilievi contro l'iniziativa legislativa dell'assessore al Diritto alla Salute, Stefania Saccardi, fuori con striscioni, palloncini e dichiarazioni pubbliche un centinaio di mamme e anche qualche padre reclamano il 'no' al vincolo previsto.

Nessun bambino potra' iscrivere agli asili nido o alle scuole materne senza essersi protetto dagli appositi antidoti indicati dalla Regione Toscana, prevede la proposta di legge voluta dalla Giunta. La manifestazione e' compatta, ma non monolitica. E fra i partecipanti affiorano alcune, rilevanti sfumature. Fra chi ritiene inefficace lo strumento legislativo, senza andare a mettere in dubbio la bonta' dei vaccini per prevenire alcune malattie come la poliomielite, la difterite e lo stesso morbillo e le madri che, invece, si scagliano contro 'Big pharma'.

La voce ufficiale scelta dalle associazioni che si sono date appuntamento in piazza San Lorenzo, inevitabilmente, e' anche quella piu' moderata e concentrata sulla questione principale, cioe' la norma all'esame di palazzo del Pegaso. "Questi genitori non sono contro i vaccini, molti di loro hanno vaccinato i figli, altri lo hanno fatto in parte, altri hanno scelto un calendario personalizzato- spiega Giacomo Bazzani-. Il punto e' se di fronte alle scelte che hanno fatto i genitori sia giusto e legittimo escludere i bambini da scuola". Peraltro, mette in rilievo Bazzani, "il punto e' che anche i bambini che non andranno a scuola si troveranno nei giardini, sui pianerottoli, in compagnia di altri amici a giocare a calcio.

Servira' a qualcosa per i tassi vaccinali?", si chiede. Il punto critico viene rovesciato. Secondo Bazzani non sono i piu' piccoli il vero anello debole. "Sarebbe meglio pensare agli adulti- confida, sollecitato dai giornalisti-. Pochissimi fanno i richiami previsti dal calendario vaccinale dopo 10 anni, mentre siamo dinanzi al 5% di figli che non viene vaccinato in eta' pediatrica". E i dati dell'Oms riportati nelle settimane scorse anche dall'edizione europea del Wall Street Journal che indica in Italia una percentuale di copertura per morbillo, varicella e rosolia all'80%, inferiore di due punti rispetto anche all'India, non sono allarmanti? "Nei primi due mesi del 2017 la Toscana, la Lombardia e il Piemonte sono le regioni con il piu' alto numero di casi di morbillo in Italia, se guardiamo ad esempio la provincia di Bolzano ha tassi di copertura inferiori del 20% rispetto alla Toscana e in questi primi due mesi non ha avuto casi di morbillo", ribatte Bazzani.

Il quale si ferma un metro prima dell'attacco tout court ai vaccini: "Questo non vuol dire che non sono utili. Sono un presidio farmacologico importantissimo che abbiamo a disposizione- sottolinea-. Il punto e' se siamo di fronte a un rischio reale di epidemia". C'e' chi si spinge oltre. Come la signora Maria Pia. "La mia bambina non l'ho vaccinata e in questa situazione in cui mi si chiede di farlo per consentirle di accedere all'istruzione o ad alcuni servizi pubblici, come un corso in piscina o una ludoteca, mi chiedo per quale ragione dovrei agire? Quali sono i motivi a supporto?". La piu' radicale, pero', e' Elena Salvetti cittadina da poco iscritta al comitato Condav.

È una madre, non un medico. Tuttavia, e' proprio lei che si riserva un attacco al mondo scientifico: "Nessun medico ti mette davanti i due aspetti, le buone possibilita' e le ricadute negative- afferma-. Il vaccino fa solo bene, il vaccino e' acqua fresca, ci viene detto. Non e' cosi'. Basta leggere i bugiardini, si puo' arrivare fino ad essere cerebrolesi. Conosco il caso di un ragazzo che e' diventato spastico al secondo richiamo dell'esavalente ed e' morto dopo 26 anni di sofferenze causate dalla vaccinazione.

I genitori sono stati risarciti con 4 soldi dallo Stato". Da ribaltare sarebbe anche l'ottica del rischio che correrebbero i bambini con un sistema immunitario fragile a causa dei figli sani che non si sottopongono alla copertura. "Il bambino che ha un'immunita' bassa e' in pericolo in qualsiasi situazione- replica-, anche un banalissimo batterio per lui e' importante. Quindi, se vaccino mio figlio non garantisco la salute. Anzi, quel bambino con delle difese basse rischia di piu', perche' mio figlio e' contagioso per un mese.

E queste cose non ce le dicono". Gli stessi medici, a suo avviso, "ci pensano una volta prima di dire che un vaccino non fa bene, visto che l'ordine minaccia di radiarli". Spontanea e inevitabile la domanda che sorge: chi c'e' dietro a questo disegno che intravedono alcuni genitori: la mano lunga della multinazionale del farmaco? La 'Big Pharma'? "Non ho grandi informazioni- ammette Salvetti-, pero' magari un dubbio anche come cittadina semplice mi puo' sfiorare".

Stefano Scaramelli apre alle tesi dei genitori che si sono schierati contro l'obbligo delle vaccinazioni per i bambini iscritti agli asili nido e alle scuole materne. Interpellato dai giornalisti all'inizio delle audizioni delle voci in dissenso rispetto alla proposta di legge partorita dalla Giunta regionale, il consigliere del Partito democratico che e' anche presidente della commissione Sanita' avverte: "Bisogna distinguere bene le questioni- sostiene-. Agli asili nido vanno quotidianamente 24 mila bambini, alle materne 94 mila.

Il 97% dei toscani sceglie un percorso formativo delle materne. All'asilo ci va il 30% dei nostri figli, e' un servizio a domanda. Quindi, bisogna saper discernere. Magari, sarebbe utile favorire uno sviluppo per quei vaccini che riguardano patologie che stanno emergendo. Penso al numero e alle casistiche del morbillo, o di altre patologie come la meningite per i quali le vaccinazioni si possono fare nei primi anni di vita". Tradotto, va bene l'obbligatorieta' ma solo per gli asili nido, che rientrano strettamente fra le competenze legislative delle Regioni, e prevalentemente per stroncare i picchi, ad esempio, di morbillo e di meningite.

Oltre, pero', non si deve andare. "Mi sono fatto l'idea che dobbiamo fare una legge attenta, oculata che deve essere il frutto della consapevolezza, della coscienza di quello che si sta facendo- chiarisce Scaramelli-. Non si puo' imporre niente, non si puo' andare avanti con le tifoserie su leggi cosi' delicate. Bisogna favorire lo sviluppo di una consapevolezza anche nei confronti degli insegnanti, dei genitori, degli educatori". Pertanto, sviscera la propria tesi, "si puo' correlare l'obbligo normativo all'asilo nido.

Non e' detto che si debba intervenire sulle scuole materne. Perche' impedire di andare alle materne non risolve il problema, perche' non favoriamo quel processo culturale di consapevolezza in chi volontariamente sceglie di non coprire il proprio figlio". Il pericolo concreto e' di ritrovarsi "con 20 mila bambini, ai dati attuali, che non vanno alle materne, per poi non risolvere comunque il problema. Diventerebbe anche un problema sociale. Questo e' il motivo del grande ascolto" avviato da parte della commissione.

"Bisogna parlare con la singola persona per capire se si innesca un meccanismo di consapevolezza e trovare una legge che possa essere un punto di mediazione e di incontro". La tirata d'orecchie alla Giunta regionale e alla prima firmataria della proposta, ovvero all'assessore al Diritto alla Salute Stefania Saccardi ad ogni modo c'e' tutta. "Sto studiando attentamente anche il modello dell'Emilia-Romagna, delle Marche, stiamo affrontando il tema anche in termini legislativi- riconosce Scaramelli-.

Noi abbiamo dei vaccini che sono raccomandati a livello nazionale, renderli obbligatori sul livello regionale e' complesso anche dal punto di vista normativo". "È bene che le Regioni legiferino nel quadro della propria autonomia", insiste Scaramelli. Su questo versante la Toscana si starebbe spingendo laddove le altre si sono chiamate fuori. "Tutti stanno agendo per quelle che sono le loro competenze- evidenzia-, ovvero sugli asili nido, poiche' sono servizi a domanda individuale". Allo stesso tempo, invece, suggerisce ancora, "si possono fare per alcuni vaccini delle campagne di promozione.

Noi abbiamo dimostrato sulla meningite C che con una campagna vaccinale fatta bene si puo' arrivare a tassi di copertura del 90%". Diversamente, ci sarebbe anche un problema pratico, legato all'impossibilita' di far rispettare la norma ai bambini di altre regioni che vengono a studiare in Toscana. "Ci sono dei comuni al confine- e' il monito dell'esponente dem-. A Siena il 25% degli studenti e' umbro. Loro anche senza vaccinarsi potranno andare a scuola, mentre i toscani no". Tuttavia, Scaramelli non vuole salire sulle barricate degli anti vaccinisti.

Anzi, precisa il suo caso personale: "Sono uno fra quei reduci che hanno avuto il morbillo a 20 anni, e quando l'ho contratto per 10 giorni non dico che ho perso conoscenza, ma sono stato piu' di la' di qua. Questa e' una delle patologie che vanno affrontate da subito, magari con una legge". Siccome il vaccino si puo' fare gia' a 15 mesi, ricorda, "potremmo estendere questa cosa, ma non bisogna generalizzare. Dobbiamo muoverci caso per caso e fare una legge mirata che sia anche malleabile rispetto alle esigenze del momento".

"Ho intenzione, insieme anche ad altri colleghi parlamentari, di fare una scelta coraggiosa in linea con quanto gia' intrapreso in alcune regioni italiane, come la Toscana e l'Emilia Romagna, che hanno introdotto l'obbligatorieta' per l'iscrizione alle scuole non dell'obbligo. La mia idea e' quella di introdurre a breve una legge di iniziativa parlamentare per estendere l'obbligatorieta' ad altre vaccinazioni oltre a quelle quattro che lo sono gia'". Cosi' il responsabile Sanita' del Pd, Federico Gelli, intervistato dal direttore dell'agenzia Dire Nico Perrone.

"Sto pensando per esempio alla vaccinazione contro il morbillo- prosegue- che ha dimostrato come una diminuzione dell'attenzione e della sensibilizzazione in questo settore ha riportato una recrudescenza dei casi: basti pensare che nel 2016 si sono manifestati 844 nuovi casi di morbillo e coloro che pensano che per poterlo affrontare bisogna contrarre la malattia dicono una grande sciocchezza, perche' non si rendono conto delle complicanze che a livello neurologico e complessivo della salute di un individuo puo' arrecare soprattutto nelle persone in eta' adulta".

Secondo Gelli l'unico strumento in grado di combattere le malattie infettive "che in alcune parti del mondo ancora oggi mietono migliaia di vittime- aggiunge- e' la prevenzione. Penso anche a quella importantissima contro il papilloma virus, per prevenire i tumori dell'apparato genitale femminile". Il responsabile Sanita' del Pd tiene quindi a sottolineare che con il Piano nazionale vaccinazioni "inserito all'interno del finanziamento dei Livelli essenziali di assistenza, garantiamo a tutti i cittadini italiani, di qualunque ordine e ceto economico, una totale copertura gratuita per le tipologie di vaccinazioni.

Siamo l'unico Paese al mondo, e questo e' importante ricordarlo, a garantire a tutti la possibilita' di potersi vaccinare non solo con le vaccinazioni obbligatorie ma anche con quelle facoltative immesse sul mercato e definite dall'Istituto superiore di sanita'". Fino ad oggi, intanto, una delle possibili cause della non adesione alla campagna di vaccinazione soprattutto da parte delle famiglie e' stato il fattore economico. "Ma questo non e' sufficiente- dice ancora Gelli- e c'e' bisogno di trovare altri strumenti e modalita', non solo comunicative, per una corretta informazione.

L'unica fonte non puo' essere infatti 'Dottor Google', se mai quella puo' essere una fonte collaterale. Proprio su questo dobbiamo far passare un messaggio diverso nelle scuole, con le famiglie, con gli insegnanti e soprattutto- conclude il responsabile Sanita' del Pd- dobbiamo fare in modo che il livello istituzionale prenda posizioni piu' rapide e precise".

"In Toscana non ci sono emergenze, la copertura di gregge in realta' sarebbe garantita, anche se non e' del 95%, un livello che appiattisce ogni pericolo. Continuo a pensare che quando si ricorre all'obbligo bisognerebbe dichiarare il fallimento della politica e della medicina. Noi, invece, possiamo ottenere i soliti risultati anche con una grande partecipazione, attraverso delle campagne promozionali fatte bene. Il Veneto ce lo ha dimostrato. E i Paesi dove le vaccinazioni sono raccomandate lo stanno dimostrando: alte coperture vaccinali sono possibili senza obbligo".

Lo dice il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Quartini a margine dei lavori odierni della commissione Sanita' sulla proposta di legge della Giunta toscana che vorrebbe subordinare l'iscrizione agli asili nido e alle scuole dell'infanzia all'esecuzione di alcuni vaccini. "Suggerirei una ipotesi- sottolinea-: prendiamoci 3-4 anni di tempo di campagne fatte bene. Siamo i primi a credere alle vaccinazioni, perche' sarebbe da fessi contestarle". I vaccini, evidenzia, "sono la piu' grande conquista dopo la potabilizzazione dell'acqua e l'igienizzazione dell'ambiente".

Il consigliere pentastellato, che nella vita professionale e' un medico, giudica positivamente la condotta dei genitori che sono stati chiamati oggi in audizione dalla commissione. "Nessuno di loro- afferma- ha detto di essere contrario alle vaccinazioni". Questo, sostiene, "e' un dato importante e sicuramente ha condizionato anche Scaramelli e il Pd che effettivamente stanno ipotizzando di rimodellare la legge". Un'apertura, dunque, "interessante- spiega-, perche' vuol dire che anche le nostre perplessita' iniziali trovano una conferma in questa difficolta' del Pd".

"Se vogliamo fare un provvedimento che non sia solo una dichiarazione di testimonianza bisogna tenere dentro le scuole materne, perche' li' vanno il 90% dei bambini. Se si vuole un provvedimento che abbia efficacia e non resti di sola testimonianza dobbiamo agire in questa direzione". Cosi', l'assessore regionale per il Diritto alla Salute, Stefania Saccardi rispondendo alla 'Dire', in merito alla manifestazione dei comitati dei genitori contro la sua proposta di legge che impone l'obbligo delle vaccinazioni per i bambini iscritti alle scuole materne e agli asili nidi.

I genitori sono stati ricevuti in audizione, proprio oggi, dalla commissione Sanita' il cui presidente Stefano Scaramelli ha aperto alle loro tesi, spiegando che e' anche difficilmente applicabile l'obbligatorieta' per le materne. "Come la penso l'ho detto piu' volte, firmando un proposta di legge che e' all'esame- aggiunge-. Le istituzioni si esprimono con degli atti. Dunque, e' legittimo protestare, noi abbiamo il dovere di ascoltare tutti. E bene ha fatto la commissione, in questo senso". Dopodiche', avverte, "la politica ha il compito di decidere.

Io ho gia' deciso. Ho mandato una proposta di legge e per me questa e' l'idea da portare avanti. Poi, il Consiglio e' libero di decidere".

Ora serve una pausa di riflessione, ci diamo i tempi necessari. Tra aprile e maggio, i consiglieri avranno modo di maturare le loro proposte e emendamenti. Quella di oggi e' stata una bella giornata di ascolto". Cosi', il presidente della commissione Sanita', Stefano Scaramelli (Pd) chiudendo la giornata di audizioni dei genitori contro la proposta di legge Saccardi sull'obbligo di vaccinazione per i bambini iscritti agli asili nidi e alle scuole materne. La strada e' che "non si puo' imporre niente, bisogna distinguere bene le questioni", spiega.

L'ipotesi di lavoro, secondo Scaramelli, e' che si possa "correlare l'obbligo normativo al nido, ma non e' detto che si debba farlo per la scuola materna". Una linea che pare dare sponda anche alle critiche mosse all'articolato da Forza Italia, rappresentata dal capogruppo in Regione e vice presidente della commissione Sanita' Stefano Mugnai. "Sono favorevole alle vaccinazioni, ho vaccinato i miei figli- dichiara l'esponente azzurro-. Questa, pero', e' una legge malfatta, presenta dubbi di costituzionalita', ma anche di contenuti".

La sensazione di Mugnai, "e' che piu' che innalzare le percentuali della popolazione vaccinata, si voglia dare un messaggio rispetto all'impasse della sanita' toscana sui casi di meningite. Cosi', corriamo il rischio di rafforzare le posizione di coloro che sono contro le vaccinazioni". (Cap/ Dire)

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