La “Prospettiva vegetale” di Penone riapre il Forte Belvedere.

La mostra dell'artista piemontese rinnova la tradizione dell'arte contemporanea al Forte Belvedere

Alessandro
Alessandro Lazzeri
06 luglio 2014 14:32
 La “Prospettiva vegetale” di Penone riapre il Forte Belvedere.

Sulla traccia della tradizione avviata nei decenni scorsi con le celebri esposizioni dedicate ad artisti come Henry Moore, Fausto Melotti, Beverly Pepper, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, si è inaugurata ieri al Forte Belvedere la mostra “Prospettiva vegetale”, una mostra delle sculture di Giuseppe Penone che si dislocano tra gli imponenti bastioni esterni della fortezza fiorentina e il magnifico Giardino di Boboli.

Affascinanti, imponenti, armoniose, profonde sono le opere di Giuseppe Penone, un artista tra i più affermati a livello internazionale, che propone un grande progetto espositivo, curato da Arabella Natalini e Sergio Risaliti.

"Dopo il successo della mostra di Zhang Huan, l'estate scorsa, una nuova e suggestiva esposizione di un artista di fama internazionale ci consente di riaprire il Forte di Belvedere e di restituirlo alla città - ha commentato il sindaco Dario Nardella - Firenze è lieta di dare il bentornato a Giuseppe Penone che, in un inedito percorso unificato attraverso il Giardino di Boboli e la fortezza medicea, riuscirà a far dialogare l'arte con la natura facendoci cogliere, in una continua interazione, l'anima intima e materica delle sue sculture”.

E' la prima volta che il Forte e Boboli sono collegati tra loro in un percorso artistico, e tramite le opere di Penone si crea una nuova prospettiva volta ad alimentare un dialogo serrato tra scultura, architettura e paesaggio, ma anche tra presente, passato e futuro. Il pubblico potrà muoversi tra i diversi spazi alla scoperta di Firenze e del suo skyline, seguendo la direzione delle opere, caratterizzate da un rapporto profondo tra uomo e ambiente, tra corpo e natura vegetale.

Un rapporto, quello tra natura e cultura insito nelle opere di Penone, espresso dal Maestro attraverso l’uso di molteplici materiali, da quelli dell’Arte Povera, all’impiego delle materie classiche della tradizione scultorea: legno, bronzo, marmo, declinate in diverse espressioni artistiche: Alberi in legno, in bronzo, blocchi di marmo delle Anatomie, e disegni in grafite.

A partire dalle sue prime esperienze giovanili, entrate da qualche tempo nella storia dell’arte del XX secolo, Giuseppe Penone ha intrapreso un lungo percorso segnato da un interesse profondo per il rapporto tra natura e cultura scultorea: legno, bronzo, marmo. Il loro utilizzo l’ha accompagnato negli anni: nelle sue prime azioni a diretto contatto con la natura, dove il gesto umano s’inserisce rispettosamente nella crescita naturale; nei celebri Alberi in legno, che ancora un gesto scultoreo ha riportato alla luce, liberandoli dalle travi già trasformate dall’azione dell’uomo; in quelli in bronzo che innestano nella tradizione scultorea antica le forme arboree; nei blocchi di marmo delle Anatomie, dove emergono sia venature minerali sia antropomorfiche; fino ai magnifici disegni dove l’artefice imprime una traccia del proprio corpo che si espande, attraverso il tratto a grafite, riprendendo l’andamento della crescita dei fusti.

Penone ha sviluppato il suo linguaggio a contatto con la natura, o meglio, dentro la natura stessa, cimentandosi con insuperabile maestria con interventi in grandi spazi all’aperto, senza mai incrinare l’equilibrio antico che la caratterizza, ma riportandovi lo sguardo contemporaneo e la linfa vitale che lo contraddistingue.

Parallelamente, il suo lavoro è stato esposto in alcune delle sedi museali più prestigiose al mondo, tra cui il Guggenheim di New York, il Centre Pompidou di Parigi e lo Stedelijk Museum di Amsterdam, ricreando ogni volta atmosfere evocative attraverso opere che riflettono sul lavoro dell’uomo e della natura, sulla pratica artistica, sul trascorrere del tempo e della vita.

In evidenza