La Morte di Lelio Lagorio

Il cordoglio del presidente Enrico Rossi e del sindaco Nardella: “Uno degli esempi più positivi della storia politica toscana del riformismo laico, che Firenze ricorderà con rispetto e gratitudine”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 gennaio 2017 18:11
La Morte di Lelio Lagorio

La scomparsa dell'uomo politico è avvenuta stanotte a 91 anni. Lelio Lagorio, avvocato, giornalista, esponente del Partito Socialista che per pochi mesi nel 1965 fu anche sindaco di Firenze. In seguito, divenne il primo presidente della Regione Toscana (dal 1970 al 1978) e fu eletto per nove volte in Parlamento. Lagorio divenne ministro della Difesa all'epoca della strage di Ustica e poi ministro del Turismo e dello Spettacolo.

Era nato a Trieste, ma si considerava fiorentino da sempre. Durante il fascismo venne diffidato per azioni di contestazione nella scuola, e segnalato due volte all''Autorità. Dopo l'8 settembre, renitente al servizio militare della Repubblica sociale italiana, entrò in clandestinità. Finita la guerra si laureò in giurisprudenza all''Università di Firenze, dove poi insegnò per nove anni diritto processuale civile come assistente di Piero Calamandrei, iniziando anche la carriera di avvocato prima di aderire al Psi e iniziare il suo lungo percorso politico. Lagorio lascia la moglie, due figli e tanti nipoti.

"Con Lelio Lagorio, socialista e primo presidente della Toscana dal 1970 al 1978, scompare il fondatore di una lunga stagione di governi della sinistra che giunge sino a noi e che si è caratterizzata per il buon governo e per il solido legame con ampi strati popolari della Toscana. A lui va il pensiero rispettoso per il ruolo politico e amministrativo svolto nel corso di tutta la sua lunga carriera - che lo vide anche due volte ministro - in nome dei cittadini di questa regione". Così il presidente Enrico Rossi "Con lui se ne va - aggiunge Rossi - un'altra figura fondante, esempio di impegno e militanza senza sosta, di una civiltà democratica che perseguiva la coesione e la responsabilità pur nel contrasto aspro e nell'intransigente diversità politica e culturale, di un comportamento attivo che oggi va riscoperto e ripensato, anzitutto per la capacità e la consapevolezza di una politica laboriosa e piena di umanità, piena espressione della sovranità popolare".

“La scomparsa di Lelio Lagorio ci rattrista profondamente. Se ne va un uomo da sempre animato da forti ideali e passione per la politica” afferma il sindaco Dario Nardella “Manterrò per sempre il ricordo personale di un uomo innovatore, ispirato e lungimirante - ha continuato -. Nei suoi molteplici incarichi al servizio delle Istituzioni non ha mai rinunciato ai valori di correttezza, lealtà e dedizione alla cosa pubblica. Ha lasciato riforme importati, a partire dai settori del turismo e dello spettacolo”.

“A lui si deve la creazione dell’ultimo importante modello di finanziamento pubblico dello spettacolo - ha aggiunto il sindaco -, grazie al quale grandi e piccole Istituzioni sono nate e cresciute in Toscana e in Italia. È senza dubbio uno degli esempi più positivi della storia politica toscana del riformismo laico, che Firenze ricorderà con rispetto e gratitudine”. “Alla moglie e alle due figlie - ha concluso il sindaco Nardella - vadano le condoglianze mie personali, dell’amministrazione comunale e della città”.

Il presidente Sandro Bennucci, i componenti del consiglio direttivo e di tutti gli organismi dirigenti dell'Associazione Stampa Toscana si stringono commossi alla famiglia per la scomparsa di Lelio Lagorio, iscritto storico al sindacato dei giornalisti e sempre orgoglioso e appartenere alla categoria. L'Ast, in particolare, abbraccia con affetto la figlia, la cara Silvia, giornalista responsabile della comunicazione della prefettura di Firenze, giustamente fiera degli insegnamenti, anche professionali, del suo babbo.

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