"La mia esperienza a Chianti Classico Collection"

Il sommelier di lunga esperienza Fabrizio Fiaschi ci guida nel suo personale percorso di degustazione dei nuovi vini presentati in Leopolda il 15 e 16 febbraio 2016

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 febbraio 2016 13:49

Eccoci qui, anche quest’anno fra i primi ad entrare: ore nove e trentacinque e già il bicchiere in mano. È bello respirare quest’aria per primi, vedere lo spazio della Leopolda che piano piano prende vita e si anima di persone, molte delle quali conosciute, ma adesso assonnate o immerse nei propri pensieri: “Come andrà la giornata? Chi vedremo, chi verrà a trovarci, chi ci darà opportunità di lavorare?”. 

Questi i pensieri che si fanno luce nelle menti dei produttori mentre prendono posto dietro al banchino striminzito assegnatogli per questa dura seduta di degustazioni.

E si inizia. Il bicchiere è già pieno, tanto per avvinare lui e la mia bocca, si comincia con qualcosa di ben conosciuto che non devo per forza valutare qualitativamente, ma per il piacere di salutare chi lo produce; d’altra parte il Badia a Passignano dei Marchesi Antinori è una sicurezza, questa gran selezione 2011 non è affatto male, anche se uscirà in commercio fra qualche mese. Proseguo vagando senza una meta precisa, accompagnandomi ora ad un amico, ora ad un altro.

Saluto vari produttori, rappresentanti ed enologi, seguo le suggestioni che questi mi danno per proseguire nella degustazione. “Assaggia i vini Castagnoli, li faccio io, è una bella azienda di Castellina”. I suggerimenti di Giampaolo Chiettini fanno sempre piacere e infatti anche questa volta i vini proposti valgono la pena. Riserva 2013 che unisce potenza ed eleganza con una mineralità di fondo molto gustosa, ed il Syrah stessa annata che sembra un sangiovese sotto mentite spoglie, verticale, minerale, ruvido con solo un accenno di spezie in più oltre alla riserva.

Poco lontano lo stand di Giovanni Davaz. La sua azienda Poggio al Sole, alle spalle di Badia a Passignano, è da sempre una delle mie preferite, Chianti Classico di bella beva e buona pienezza e riserva Casasilia che è un esempio per tutti: il sangiovese che deve essere: complimenti!

Adesso la Leopolda comincia ad essere gremita, nella calca ci si muove peggio, si rischia di farsi sfuggire qualcosa di importante, migliaia di persone si accalcano; le code più lunghe forse per assaggiare i vini di Fontodi o quelli di Monteraponi, ma gli assaggi valgono la pena della breve attesa e ci sono sempre delle sorprese. Aziende attente e sempre in ricerca di soluzioni innovative per mantenere alta la curiosità dei clienti e del pubblico. Emozioni, emozioni, nei vini di Castell’in villa sia il Chianti Classico annata 2011 - prima non escono sarebbe troppo giovane - sia la riserva 2010, ne trovate a iosa di emozioni; vini pieni di territorio e della schiva personalità della principessa Pignatelli.

Ormai comincio ad essere stanco, è ora di andare; ma aspetta, mi sto dimenticando di qualcuno, voglio vedere se riesco a trovare le Cinciole di Panzano. Finalmente li trovo e a loro dedico l’ultimo assaggio. C’è Valeria dietro il banco che mi accoglie col solito sorriso; assaggiamo l’anteprima del classico 2013, poi l’annata in commercio 2012, non c’è il Petresco che hanno finito, ma in compenso un vino straordinario che adesso mi rendo conto non aver mai apprezzato per quello che merita prima di oggi solo perché lo assaggiavo troppo giovane: Camalaione 2010, uvaggio di Cabernet Sauvignon prevalente con Merlot e Syrah, una potenza immensa ma, come dicono in pubblicità, la potenza è niente senza controllo, e qui è controllatissima, avvolta in un corpo che lascia appena trasparire una bella freschezza e tannini minerali, salati che avvolgono senza intasare le mucose. 

Un gran finale di giornata! Bene, mi avvio verso l’uscita, posso essere soddisfatto. Saluto Massimiliano Canton che mi suggerisce un altro paio di assaggi, ci penso su un attimo ma no, basta, desisto. Rientro a casa col cuore e la bocca pieni di emozioni. Vini, amici, passioni di una vita. A presto ragazzi, è stato bellissimo.

Fabrizio Fiaschi

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