La Falegnami di Castelfiorentino: accordo per la Cassa integrazione

Ercos-Ponsi: la Regione convocherà i vertici dell'azienda di Massarosa. Alfa Coop: la Regione contatterà l'Inps per chiedere ulteriori garanzie. Kme: incontro tra direzione aziendale e Coordinamento Nazionale Fim, Fiom e Uilm. Gkn Firenze: incertezza sul futuro dello stabilimento di Campi Bisenzio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 luglio 2019 18:22
La Falegnami di Castelfiorentino: accordo per la Cassa integrazione

FIRENZE- Le attuali difficoltà dell'azienda La Falegnami di Castelfiorentino saranno superate facendo ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria, che sarà attivata a partire dal primo ottobre 2019. L'accordo è stato raggiunto ieri al termine di un incontro convocato dal consigliere per il lavoro Gianfranco Simoncini e al quale hanno partecipato il sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni, i rappresentanti dell'azienda e di Confiundustria Firenze, la Rappresentanza sindacale aziendale. L'accordo sulla Cigs permette, per il momento, di scongiurare i licenziamenti ed evitare così un impatto a livello sociale della crisi. Il tavolo regionale resterà aperto per monitorare l'andamento delle trattative.

Nuovo incontro, ieri in Regione, per affrontare anche la vicenda della Ercos-Ponsi, l'azienda di Massarosa che ha annunciato la chiusura e il trasferimento dei 20 dipendenti in un altro stabilimento del gruppo, nel bresciano. All'incontro, convocato dal consigliere del presidente per il lavoro Gianfranco Simoncini, hanno partecipato le organizzazioni sindacali di categoria e aziendali, il consigliere regionale Stefano Baccelli e il sindaco di Massarosa Alberto Coluccini. Nel corso della riunione le organizzazioni sindacali hanno informato che nei giorni scorsi l'azienda ha comunicato con una letera ai dipendenti la sua volontà di spostare i 20 lavoratori dal sito di Massarosa allo stabilimento di Monticelli Brusati, in provincia di Brescia dal prossimo 30 settembre. Simoncini ha espresso a nome della Regione sconcerto e contrarietà per una ipotesi che contrasta con quanto condiviso con la firma, in Regione, di un accordo nell'aprile 2018. In quell'accordo, sulla base di un piano industriale triennale, si prevedeva una riduzione graduale degli occupati.

Regione e Comune hanno ribadito di non condividere la decisione comunicata nei giorni scorsi anche perchè impoverisce la realtà economica del territorio di Massarosa e causa grave disagio ai lavoratori che, dopo due anni di cassa integrazione, si trovano di fronte alla prospettiva di trasferimento in un sito a centinaia di chilometri di distanza. Per questo la Regione convocherà fin dai prossimi giorni un incontro con la proprietà cui si chiederà un passo indietro sulla decisione annunciata e garanzie per l'occupazione.

Il tavolo regionale resta aperto e pronto a riunirsi in caso di necessità.

Nuovo incontro ieri in Regione per fare chiarezza sui rapporti di lavoro dei dipendenti di Alfa Coop, l'azienda livornese al centro di una vertenza partita all'indomani della comunicazione di Inps ai lavoratori che non risultavano più dipendenti della società. Durante l'incontro, al quale oltre al consigliere del presidente per il lavoro Gianfranco Simoncini, hanno partecipato le organizzazioni sindacali, il Comune di Livorno, i vertici della società. Nel corso dell'incontro sono emerse ulteriori informazioni rispetto al confronto con Inps che, da parte sua, ribadisce che non è in discussione il rapporto di lavoro dei dipendenti della cooperativa.

Restano da chiarire alcuni aspetti legati alla contribuzione. Sulla base del confronto di ieri, Simoncini ha concluso prendendo l'impegno, come Regione, di mettersi in contatto con l'Inps del Lazio, competente in materia, per chiedere ulteriori chiarimenti con l'obiettivo di dare il massimo delle garanzie ai lavoratori. Una nuova riunione del tavolo regionale è stata fissata per giovedì 25 luglio.

Si è tenuto giovedì l’incontro tra il coordinamento nazionale Fim, Fiom e Uilm del gruppo Kme e la direzione aziendale. E’ stata illustrata la situazione del mercato dove si è evidenziato un forte rallentamento per tutto il settore metallurgico in tutta Europa, in particolar modo per la parte più legata all’automotive. Negli stabilimenti del gruppo Kme, Fornaci di Barga manifesta una condizione di miglior tenuta, ma i carichi di lavoro e le ore lavorate sono inferiori all’anno precedente. Proseguono i cambiamenti per quanto riguarda le cessioni e acquisizioni.

La società Sct di Serravalle Scrivia che produce tubi è stata di nuovo acquisita al 100% da Kme. Riguardo il centro amministrativo di Firenze si conferma la centralità del sito e il punto di vertice del gruppo."Come organizzazioni sindacali abbiamo manifestato la preoccupazione per il rallentamento produttivo, precisando che è necessaria la continuità degli investimenti e la salvaguardia dei livelli occupazionali -commentano i sindacalisti Michele Folloni, Massimo Braccini, Giacomo Saisi- In questo quadro è evidente che vi è ancora la necessità di prorogare ulteriormente gli ammortizzatori sociali in modo da accompagnare la ripresa produttiva e il progetto di rilancio".

I vertici Fiorentini della multinazionale Gkn, con sede a Campi Bisenzio e di proprietà del fondo di investimento Melrose, in un incontro con la Fiom Cgil e la Rsu aziendale hanno prospettato la possibilità di 16 prepensionamenti, ma non hanno fornito alcuna risposta sul futuro industriale dello stabilimento. Spiega Andrea Brunetti della Fiom Cgil: "Dopo una dura vertenza sindacale e legale, l'azienda a febbraio 2019 ha dato il via al rientro a Firenze di alcune produzioni delocalizzate in precedenza.

Ma al tempo stesso e per la prima volta, anziché assumere i lavoratori a termine, li ha trasformati in precari a vita attivando, per una ventina di loro, contratti di staff leasing (assunzione a tempo indeterminato con le agenzie per il lavoro) e iniziando un massiccio turn over per i contratti a termine sotto i 12 mesi per aggirare le nuove norme previste dal Decreto dignità. Ciò significa che tra prepensionamenti, blocco delle assunzioni e l'automazione in corso di alcune celle di assemblaggio semiassi, si rischiano di perdere secondo i nostri calcoli, nel giro di due anni, circa 60 posti di lavoro."

"C'è la crisi del mercato dell'auto, ma non solo", sottolinea la Rsu, "ci hanno comunicato che la multinazionale ha perso importanti commesse e che continuano gli spostamenti di produzioni verso altri stabilimenti. Secondo noi ci sono forti responsabilità del management fiorentino che, tra l’altro, recentemente è stato condannato per condotta antisindacale. Dopo mesi di totale unilateralità nella gestione dei lavoratori interinali, col ricatto pendente dei sabati obbligatori, oggi l'azienda ci intima di firmarle i prepensionamenti, attraverso l'isopensione (esodo lavoratori anziani ex legge Fornero).

Niente in contrario, da oltre un anno chiediamo noi stessi di permettere ai nostri colleghi, martoriati dalla Fornero, di poter anticipare la pensione. Ma i prepensionamenti si usino per ringiovanire lo stabilimento, non per affossarlo. Un'azienda che manda via gli anziani e non assume i giovani è un’azienda che non ha prospettive. Per questo chiediamo un piano industriale e la riattivazione del bacino di reclutamento interinali, unico strumento che preserva le professionalità e impedisce il turnover selvaggio a cui assistiamo oggi.

L’azienda preveda inoltre la fine dell'utilizzo dello staff leasing con percorsi di assunzione. Abbiamo sempre proposto alternative pratiche, frutto dell'esperienza di chi come noi da 20 anni lavora in questa azienda. I vertici aziendali insistono nel dire che non possono dare nessuna garanzia occupazionale, né in caso di prepensionamenti né in qualsiasi altro caso. Ci viene chiesto insomma di firmare per compiacere il Fondo, senza alcuna certezza, e di sperare nella sua benevolenza”.

"Come Fiom, congiuntamente alla Rsu, abbiamo chiesto alla Regione l'attivazione urgente di un tavolo per approfondire la questione delle prospettive dello stabilimento” informa Brunetti che conclude: "vogliamo che tutte le istituzioni siano coinvolte in questa discussione che a tratti è stata surreale. Sono in gioco potenzialmente ben oltre 400 posti di lavoro, oltre a quelli nelle ditte esterne. Ed è ora che tutti ne rispondano".

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