Ius Soli: non è il momento di parlare di legge?

Enrico Rossi (Liberi e Uguali): "Bisogna regolarizzare 490 mila migranti che stanno sul nostro territorio, che gia' fanno un'attivita' e che, tuttavia vivono in una zona d'ombra da bonificare"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 aprile 2018 14:19
Ius Soli: non è il momento di parlare di legge?

(DIRE) Firenze, 12 apr. - "Integrazione e legalita' stanno insieme. Chi ha paura e subisce troppo la propaganda che si sente fare in giro, soprattutto da parte di certe forze politiche, alla fine apre una prateria a queste forze, che certamente non risolveranno il problema". Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, lancia un ammonimento dopo le parole pronunciate, ieri, dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, secondo il quale non e' il momento di parlare di legge sullo ius soli, perche' servirebbero, al momento, provvedimenti piu' concreti per fare la differenza nella vita quotidiana dei cittadini.

Rossi, che e' esponente di Liberi e Uguali e che anche ai tempi della militanza nel Partito democratico non faceva mancare il proprio appoggio al riconoscimento della cittadinanza a un maggior numero di migranti, contrappone una ricetta con due ingredienti: la proposta 'Ero straniero' di Emma Bonino per portare all'emersione degli irregolari e l'introduzione, appunto, dello ius soli. Marcando una distanza col sindaco di Firenze, pur confidando di rispettare il suo punto di vista. "Bisogna regolarizzare 490 mila migranti che stanno sul nostro territorio, che gia' fanno un'attivita' e che, tuttavia vivono in una zona d'ombra da bonificare- sottolinea il governatore della Toscana-.

Dovremmo procedere all'applicazione della proposta Bonino alla quale ha contribuito anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che e' del Pd".

L'azione per sanare la condizione di centinaia di migliaia di stranieri avrebbe diversi contraccolpi positivi, secondo il presidente della Regione: "Ci sarebbero piu' risorse per le casse dello Stato. E in un paio di anni sono convinto che si risolverebbe la questione- sostiene-. Allora potremmo anche dire che chi delinque va mandato duramente a casa sua". L'altro snodo e' la cittadinanza. "Bisogna sapere che abbiamo 1 milione di persone, ragazzi per lo piu' sotto i 18 anni che aspettano di diventare cittadini italiani e di cantare Fratelli d'Italia- ricorda-.

Continuo a non capire perche' non debba essere fatto. Con lo ius soli si sentirebbero piu' fratelli d'Italia, diversamente non lo sono". L'ottenimento di questo diritto, e' il ragionamento, e' imprescindibile per incorporare appieno i nuovi italiani. "Come vogliamo difendere la nostra Costituzione- interroga il presidente della Toscana- se non consentiamo a questi ragazzi di diventare cittadini a tutti gli effetti e se, invece, li facciamo sentire sempre figli di un Dio minore?". Una politica con questi "due passi, invece- puntualizza-, porterebbe nella direzione dell'integrazione qualcosa come 1,5 milioni di persone: ce ne sarebbe estremamente bisogno".

Fatto questo, "potremmo impegnarci a mandare a casa chi delinque".

"Non mi risulta che nessuno abbia fatto alcuna proposta dal ministero dell'Interno sull'apertura di un Cpt in Toscana. La norma dice che va sentito il presidente della Regione. Mi dovrebbero sentire. Dopodiche' dopo avermi fatto una proposta sentiro' anche il sindaco. Sentiti tutti questi il ministro Minniti dovra' decidere, tenendo conto che il nostro parere non e' vincolante". Lo fa sapere il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, rispondendo in conferenza stampa in merito alla proposta rilanciata dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, di aprire nel territorio regionale un centro di permanenza temporanea per identificare ed espellere i migranti irregolari.

"Se capitasse una proposta per Prato, Firenze, il Mugello, o Cascina, ad esempio, sentiro' i sindaci- aggiunge-. Si trattera', nel caso, di un luogo di detenzione amministrativa e io non credo a questi centri di rimpatrio, ma rispetto l'opinione di Nardella". Il governatore Rossi, invece, si dice favorevole alla proposta di legge sull'immigrazione di Emma Bonino, "che prevede che i 490 mila presunti irregolari in Italia abbiano una possibilita' di regolarizzarsi attraverso l'iscrizione all'ufficio del lavoro o dimostrando che svolgono un'attivita'".

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