“Intrusioni” di Sauro Cavallini

A un anno dalla scomparsa Fiesole dedica una mostra allo scultore. Quindici bozzetti in bronzo e ferro sono esposti all'interno del Museo Archeologico, un'opera in bronzo formata da due Titani nel giardino antistante il Museo, mentre nella centrale piazza Mino sono collocate due grandi sculture inedite.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
17 giugno 2017 13:32
“Intrusioni” di Sauro Cavallini

L’esposizione temporanea delle opere di Cavallini a Fiesole racchiude diverse motivazioni e significati: innanzi tutto è la prima volta che le opere dell’artista sono collocate in mostra a Fiesole, il luogo dove , esattamente cinquanta anni fa, Cavallini aveva scelto di vivere e lavorare dopo aver vissuto vari decenni a Firenze.

La mostra è una meravigliosa occasione per ammirare alcuni inediti, compreso un "Autoritratto" realizzato quaranta anni fa dallo stesso artista, così come un gruppo d’importanti opere di dimensioni considerevoli.

Artista attivo per oltre mezzo secolo, Sauro Cavallini ha sempre mostrato una personalità eclettica, confrontandosi con diverse forme di espressione e riuscendo sempre a ottenere risultati eccellenti, che gli sono valsi una serie infinita di riconoscimenti, commissioni di grande rilievo. La mostra vuol rendere omaggio al noto artista, a un anno dalla sua scomparsa, avvenuta il 27 luglio 2016, le cui opere pubbliche sono visibili in varie location d’Italia e d’Europa ( compreso il Parlamento di Strasburgo, il Principato di Monaco, l’ex- Palazzo del Governo a Bonn), e in importanti collezioni private. All'interno del museo sono esposti quindici bozzetti , per lo più alti da trenta a 150 centimetri ,realizzati nell’arco degli ultimi cinquant’anni, oltre ad alcune opere inedite come l’Autoritratto in bronzo  e una bellissima Maternità in ferro-ottone che misura un paio di metri di altezza circa.

Un 'essenzialità delle forme caratterizza la scultura di Cavallini. Le sue opere hanno una grande forza propulsiva, sono forme che suggeriscono il movimento. Cavallini trascende la consistenza della materia donando a ogni scultura una straordinaria dinamicità. Questo avviene sia nelle opere monumentali sia nelle piccole opere che sono esposte all'interno del museo archeologico. La mostra si chiama Intrusioni, ma le opere di Cavallini sembrano dialogare perfettamente con le piccole statuette del museo, mentre le opere monumentali all'esterno appaiono perfettamente contestualizzate.

La mostra è un riuscito riconoscimento a uno scultore che ha percorso la sua lunga e importante carriera artistica all'insegna di una grande coerenza stilistica. Nell'opera di Cavallini c'è ,infatti, sempre il segno di un personalissimo alfabeto che gli ha permesso di narrare storie sempre nuove. Le opere assomigliano, forse, al suo autore, uomo forte e dinamico, sensibile e riservato, ricco di una vitalità che emerge in ciascuna delle sue sculture. Un artista importante apprezzato dalla critica, una persona di grande sensibilità per i molti amici che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

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