Infrastrutture in Toscana: sviluppo ed occupazione, ritardi e costi

Investire e non realizzare, il paradosso di un sistema che perde posti di lavoro

Antonio
Antonio Lenoci
03 luglio 2018 10:42
Infrastrutture in Toscana: sviluppo ed occupazione, ritardi e costi

La Toscana si presenta ad una svolta significativa come un grande cantiere aperto. Il termometro politico segna una temperatura da febbre alta e le categorie coinvolte si interrogano sugli scenari futuri. Le promesse di "cambiamento" si avvicendano nel Paese, trascinando anche la Toscana, ma le grandi opere? 

L'edilizia è in crisi e l'indotto che dovrebbe vivere di infrastrutture è in difficoltà, questo nonostante i numerosi investimenti. 

La Cisl Toscana riunisce i protagonisti come RFI, Anas, Atlantia ed invita a sviluppare riflessioni in merito allo sviluppo nei settori edilizia e trasporti. "Occorre dare una svolta agli investimenti, puntando sull'edilizia green e le infrastrutture necessarie al manifatturiero". Il messaggio della mattinata è diretto, destinatario il Ministero guidato da Danilo Toninelli "Non sta in piedi il ragionamento di voler cancellare le opere per ottenere risparmi. Il non fare costa caro in termini occupazionali con perdite di oltre 400miliardi tra il 2018 ed il 2030". "Vogliamo vedere le ruspe all'opera" esclama il segretario Stefano Boni, parafrasando un gergo in uso e facendolo proprio dello sviluppo economico. 

L'assessore regionale Vincenzo Ceccarelli "Non possiamo fare una revisione ogni anno. Tutte revisioni concluse confermano la necessità e trovando nuove soluzioni dove serviva. Poi però dobbiamo passare al fare. Assistiamo invece a dibattiti su opere progettate 10 anni fa. Sottolineo anche l'incidenza dei contenziosi sui cantieri: imprese che fanno ricorso e perdono per più volte, dovrebbero essere allontanate dal sindacato. Ho appaltato un'opera quando ero alla Provincia, si è conclusa dopo anni a causa dei contenziosi. C'è poi il tema ambientale usato per contrastare i progetti: le infrastrutture occupano suolo, è vero anche se la Regione Toscana ha imposto dei paletti, però in alcuni casi le opere sono a favore dell'ambiente basta osservarle nel loro insieme dove gli effetti dell'infrastruttura a regime comportano vantaggi, è il caso della pista di Peretola". 

Tav di Firenze e Stazione Foster "sono necessarie per rilanciare il trasporto regionale" per il sindacato, sempre su Firenze attenzione sul "nodo di Peretola, con un parcheggio scambiatore". Altre opere in stand by "Terza corsia tra Firenze e Pistoia" e "Grosseto Fano e Rosignano Civitavecchia". 

Circa 25mila i posti di lavoro persi dal 2008 in Toscana, passando da 70mila a 45mila addetti, con i lavoratori a Partita Iva che hanno raggiunto il 50% del totale. Inoltre "I permessi a costruire sono diminuiti - spiega Simona Riccio segretaria Filca Toscana - così come sono diminuiti i bandi di gara". 

Il segretario Cisl Toscana Ciro Recce spiega "Rimettere tutto in discussione ad ogni cambio di governo è impressionante, dobbiamo sconfiggere l'immobilismo" e propone una mobilitazione civile, con sindacati ed imprenditori uniti. 

Durante il Convegno organizzato al Fuligno di Firenze si alternano gli addetti ai lavori che mostrano lo stato di avanzamento delle opere portate avanti sul territorio toscano: in alcuni casi con apparecchiature tecnologiche che rappresentano il top di gamma nel settore delle costruzioni e richiedono quindi personale altamente specializzato. 

Una riflessione è riservata anche agli strumenti che accompagnano la realizzazione delle opere destinate alla collettività. Quella che sembra una parentesi, ad esempio sull'apertura al dibattito pubblico, rischia di essere la chiave del sistema futuro. Il nuovo governo per voce del ministro ha infatti messo in evidenza proprio questo aspetto, il rapporto costi-benefici. Ma chi stabilisce il grado di beneficio? 

La variabile indomabile. Per gli addetti ai lavori il dibattito pubblico che rallenta la realizzazione di un'opera, diventa controproducente e necessita pertanto di una gestione attenta con regole precise. L'opinione espressa durante la tavola rotonda è che "inserire consuetudini anglosassoni nel modus operandi nazionale, potrebbe andare incontro ad un rigetto". 

Punti di vista differenti dunque, che si scontrano nell'osservare lo stesso progetto individuando alternativamente benefici e criticità. Il risultato sembra essere la revisione continua, aiutata dal protrarsi dei cantieri nel tempo. 

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