Incredible Florence: le macchine da guerra di Leonardo da Vinci

La spettacolare mostrasi arricchisce con l’esposizione delle riproduzioni a grandezza naturale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 agosto 2016 01:27
Incredible Florence: le macchine da guerra di Leonardo da Vinci

La navata della bellissima chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte ospita in anteprima mondiale l’allestimento di Incredible Florence,un’esperienza immersiva che è allo stesso tempo mostra e spettacolo. Musica ed effetti sonori, 11 schermi giganti che riproducono ad altissima definizione effetti speciali, ricostruzioni 3D, multiproiezioni d’immagini e parti originali filmate per entrare in un inedito viaggio nel tempo attraverso gli oltre 2000 anni della storia di Firenze.

Un’emozionante produzione multimediale di 45 minuti che regala ai visitatori il privilegio di poter assistere alla nascita della città romana e di quella medioevale delle case torri, del Battistero e dei capolavori di Michelangelo e Botticelli, di rivivere battaglie avvincenti, di conoscere da vicino grandi personaggi come Dante, Da Vinci, Galileo, Savonarola, Lorenzo il Magnifico, per poi ritrovarsi infine ad ammirare le creazioni dei grandi stilisti che hanno reso la Firenze contemporanea capitale mondiale dell’alta moda.

Ora, e fino al 31 ottobre, visitando Incredible Florence sarà anche possibile scoprire e toccare con mano delle opere uniche: sono infatti esposte al pubblico le riproduzioni a grandezza naturale di alcune macchine da guerra progettate da Leonardo da Vinci. I macchinari, perfettamente funzionanti, sono stati realizzati per mano degli artigiani della famiglia Martelli, che da generazioni si tramandano l’arte di spadai, fabbri e armaioli, seguendo passo passo gli studi dei prototipi fatti dal genio di Vinci.

Quello tra i Martelli e Leonardo, è tra l’altro un incontro che sembra destinato ad essere ricorrente nel corso dei secoli. Pare infatti che nei primi anni del 1500 fossero stati i loro avi ad aver ospitato il genio presso la propria casa per un lungo periodo del suo soggiorno fiorentino. Fu così che, dopo la sua morte, la famiglia iniziò a raccogliere e conservare una parte dei suoi schizzi e appunti, gli stessi divenuti poi parte dei vari codici ora conosciuti in tutto il mondo.

Oggi, si deve a Sergio Martelli, esperto delle tecnologie e dei segreti antichi degli armaioli d’Europa, con i suoi figli Silvano e Sandro, abili restauratori di oggetti in legno e ferro battuto, il concretizzarsi di un’idea che per anni era rimasta solo una fantasia: costruire le macchine da guerra di Leonardo come lui stesso avrebbe voluto fossero realizzate da una bottega dell’epoca.

Palazzo Martelli (attuale sede del Liceo Galileo)

Il 22 marzo 1508, alla fine di quello che è considerato il secondo periodo fiorentino di Leonardo, precedente al suo secondo periodo milanese, egli abitava ancora in Firenze, "in casa di Piero di Braccio Martelli" (già ricordato da Leonardo verso il 1503) insieme allo scultore Giovan Francesco Rustici, che aiutò nella realizzazione di tre bronzi per l’esterno del Battistero (la Predica di San Giovanni). Qui iniziò la compilazione di una parte del Codice Arundel:«Cominciato in Firenze in casa Piero di Baccio Martelli addì 22 di marzo 1508.

E questo fia un raccolto sanza ordine tratto di molte carte, le quale io ho qui copiate, sperando poi di metterle per ordine alli lochi loro, secondo le materie di che esse tratteranno; e credo che avanti ch’io sia al fine di questo, io ci arò a riplicare una medesima cosa più volte; sicché, lettore, non mi biasimare, perché le cose son molte e la memoria non le po’ riservare e dire: questa non voglio scrivere, perché dinanzi la scrissi. E s’io non volessi cadere in tale errore, sarebbe necessario che per ogni caso ch’io ci volessi copiare su, che per non repricarlo, io avessi sempre a rileggere tutto il passato, e massime stando con lunghi intervalli di tempo allo scrivere da una volta a un’altra».

Attualmente la trecentesca via degli Spadai è denominata via Martelli. Il palazzo di Piero di Braccio Martelli fu incorporato nel collegio degli Scolopi (sino al 1775 convento dei Gesuiti), con l’ampliamento realizzato nel 1836. Sulla facciata è leggibile una lapide che ricorda il soggiorno di Leonardo.

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