Incidenti sul lavoro a Empoli

Cgil-Cisl-UIL Firenze chiedono incontro al prefetto. Fuso (Cgil Toscana): "Dobbiamo fare tutti meglio e di più". Filca-Cisl: "Introdurre subito patente a punti nel settore"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 ottobre 2017 08:59
Incidenti sul lavoro a Empoli

Ieri a Empoli due infortuni sul lavoro: muore un operaio di 46 anni e un altro lavoratore resta gravemente ferito. Le parole, le denunce, le condanne, la rabbia, non servono più.

I segretari generali di Firenze CGIL Paola Galgani, CISL Roberto Pistonina e UIL Annalisa Nocentini affermano che “solo tramite uno sforzo congiunto con le istituzioni possiamo sperare di aggredire un fenomeno così drammatico, e pertanto chiediamo un incontro urgente al Prefetto per affrontare il tema delle stragi sul lavoro in termini di assoluta emergenza”.

Ancora incidenti sul lavoro con un morto e un ferito grave. Siamo di fronte ad una recrudescenza di episodi gravi e mortali che non possono lasciarci indifferenti e non devono rischiare una assuefazione lenta e passiva. La reazione non solo è dovuta, è necessaria perché nella nostra regione non può avanzare nuovamente l'idea che di lavoro si muore e ci si infortuna con facilità. Abbiamo bisogno di introdurre al più presto strumenti e azioni innovative che da questi episodi trovino il modo per comunicare e affermare con grande forza che si lavora in sicurezza e per affermare la qualità del lavoro.

Non un lavoro purché sia, questo non è accettabile. Ci rivolgiamo perciò al mondo delle imprese e alle Istituzioni, Regione Toscana in primis: dobbiamo fare tutti meglio e di più. Ci stringiamo intorno ai familiari di Elia Guerino, ai quali va la nostra vicinanza e solidarietà” commenta Mauro Fuso (segretario Cgil Toscana delega a salute e sicurezza luoghi lavoro).

"Nei cantieri del nostro territorio si continua a morire. L'incidente di questa mattina, sul quale è necessario fare luce quanto prima, è l'ennesima tragedia inaccettabile davanti alla quale tutti, nessuno escluso, devono assumersi le proprie responsabilità. Non si può morire sul lavoro!". Lo ha detto Stefano Tesi, responsabile territoriale della Filca di Firenze, commentando l'incidente mortale di Empoli, nel quale è morto un operaio di 46 anni caduto dal tetto di un etichettificio, sul quale stava facendo lavori edili.

"Da anni - accusa Simona Riccio, segretario generale della Filca Toscana - chiediamo a livello nazionale l'istituzione della Patente a punti, una norma premiale in grado di favorire le aziende in regola e che rispettano le norme di sicurezza, e penalizzare quelle in cui si verificano gli incidenti. La cultura della sicurezza si sviluppa attraverso la formazione, che va resa più frequente ed obbligatoria grazie ad un maggiore coinvolgimento del sistema bilaterale edile. Per garantire la legalità e la regolarità in edilizia - spiega Riccio - bisogna introdurre il Durc di cantiere e di congruità e fare una dura lotta all'elusione e all'evasione, con l'istituzione di un unico contratto di cantiere per salvaguardare l'unicità del nostro settore.

Solo così - conclude - si andrà verso un lavoro nei cantieri più sicuro, e quindi più dignitoso".

Purtroppo, stando agli ultimi dati INAIL, la situazione resta allarmante con un andamento altalenante delle denunce sia degli infortuni che delle malattie professionali sia di quelli con esito mortale. Già nei primi sette mesi dell’anno sia gli infortuni che i morti sul lavoro sono cresciuti in misura, rispettivamente, dell’1,3% e del 5,2% rispetto allo stesso periodo 2016. In particolare, tra il 1° gennaio e il 30 luglio 2017 sono stati denunciati circa 380.000 infortuni, con un incremento di quasi 5.000 unità rispetto ai 375.000 circa dello stesso periodo dell’anno precedente.

La crescita degli infortuni sul lavoro risulta più consistente tra quelli cosiddetti “in occasione di lavoro”, aumentati di quasi 3.000 casi, rispetto a quelli “in itinere” (+2.000 casi circa). Ancora più preoccupante risulta l’andamento delle denunce degli infortuni mortali che dai 562 casi dei primi 7 mesi 2016 sono passati ai 591 dell’analogo periodo 2017: vale a dire 29 vittime del lavoro in più. L’incremento dei decessi risulta praticamente equiripartito tra quelli “in occasione di lavoro” cresciuti di 14 unità e quelli “in itinere” dove l’aumento è stato di 15 unità.

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