Inchiesta ventilatori polmonari: Procura contro Regione, Regione contro azienda fornitrice

Le repliche di Saccardi alle opposizioni. Alberti: "Pagato senza vedere cammello". Ma l'inchiesta riguarda più la forma che la sostanza degli acquisti

Marco
Marco Bazzichi
09 giugno 2020 19:04
Inchiesta ventilatori polmonari: Procura contro Regione, Regione contro azienda fornitrice

Resta e forse resterà per lungo tempo il neo della gestione, da parte Regione Toscana, dell’emergenza coronavirus, naturalmente polemiche sulle Rsa a parte. Si tratta dei 7 milioni pagati ad una società, la Assoservizi, per ottenere 200 ventilatori polmonari, mai arrivati a destinazione. In Consiglio regionale è andato in scena il ring che ha visto contrapposti l’assessore Stefania Saccardi e il Pd (più che altro Enrico Sostegni) da una parte e le opposizioni dall’altra.

Riassumendo: mentre le terapie intensive in Lombardia andavano al collasso, la Toscana cercava di correre ai ripari, ma i ventilatori polmonari per allestire e aumentare le terapie intensive non si trovavano. “No perché -ricorda il consigliere regionale del Pd, Enrico Sostegni- c’era solo un produttore in Italia. Uno solo ed era stato messo sotto tutela da protezione civile e militari per raddoppiare la produzione”. Allora, anche in virtù delle semplificazioni disposte dal Governo nell’emergenza, si corre a pubblicare una manifestazione di interesse per 200 ventilatori. E si fa avanti questa Assoservizi. “Capitale sociale 2500 euro”, tuonano in Aula varie voci dell’opposizione, da Maurizio Marchetti di Forza Italia a Paolo Marcheschi di Fratelli d’Italia, a Jacopo Alberti della Lega.

“Come si fa ad affidare una commessa da 7 milioni ad una società di e-commerce con quel capitale sociale?” domanda Marchetti.

L'inchiesta coinvolge Giovanni Mondelli della stessa Assoservizi per inadempienza in pubbliche forniture. Ai due vertici di Estar, la dg Monica Piovi e la dirigente Marta Bravi si contesta la forma, non la sostanza dell’acquisto: a Piovi di avere concluso l’incarico prima e di aver fatto la delibera poi (“ma i provvedimenti CuraItalia lo prevedevano”, sostiene la difesa) e a Bravi di aver detto di no ad un'altra ditta, dieci giorni dopo, perché sarebbero arrivati i ventilatori dalla Protezione civile.

Fatto sta che da Estar sono partiti 7 milioni per ventilatori mai arrivati negli ospedali toscani, e quindi prima o poi i magistrati dovranno mettere nel mirino (se non l’hanno già fatto) anche la regolarità del comportamento di Assoservizi. 

E infatti la Regione Toscana si era attivata il 20 maggio per recuperare i sette milioni pagati due mesi prima a Assoservizi. Ma i conti erano già bloccati dall’inchiesta della magistratura, poi divenuta di pubblico dominio una settimana dopo.

Ma perché tanta fretta? “nessuno -ha detto in Consiglio Saccardi- richiama il clima drammatico in cui la vicenda si è svolta, come se fosse irrilevante. Non c’erano più posti nelle terapie intensive in altre Regioni. I ventilatori per la terapia intensiva disponibli sul mercato scarseggiavano perché la pandemia si è era scatenata a livello mondiale. In questo contesto, il concreto rischio era che la Toscana non riuscisse ad affrontare un’eventuale elevata richiesta di terapie intensive".

Nel frattempo, ha ricordato Saccardi, “la Protezione Civile attraverso la gara con Consip aveva sequestrato tutti gli ordini di arrivo in base alle necessità delle singole Regioni. Noi ovviamente arrivavamo dopo Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia-Romagna”.

La manifestazione di interesse, divenuta poi oggetto dell’inchiesta, è del 17 marzo. “Estar -ha proseguito Saccardi- si attiva e chiede valutazione sull’idoneità dei ventilatori offerti. A quel punto, Estar formalizza l’acquisto e paga i 200 ventilatori di Assoservizi. La consegna dei macchinari sarebbe avvenuta il 27 o il 28 marzo. Il prezzo deriva dalla situazione contingente di mercato, che ha comportato un incremento dei prezzi non negoziabile in quel preciso momento. La delibera del 30 marzo è una presa d’atto del contratto già concluso in precedenza”.

Ma i ventilatori non arrivano. “il 3 aprile 2020 -ha continuato Saccardi- si danno rassicurazioni sull’arrivo dei ventilatori. Il 5 aprile si chiede conferma. L’azienda risponde che il giorno successivo avrebbe inoltrato il piano delle spedizioni, adducendo a giustificazione del ritardo il ritardo di alcune componenti dalla Cina all’Italia e le limitazioni di esportazioni introdotte dalla Cina”. E i continui rinvii di settimana in settimana lungo aprile.

E i ventilatori che fine hanno fatto? “160 fermi alla dogana di Bologna e 40 a Malpensa a fine maggio”. A questo punto, “Estar chiede risarcimento del danno”, ha sottolineato Saccardi. 

Cosa pensa Saccardi di Piovi e Bravi? “Poiché per quello che mi riguarda vige la presunzione di innocenza soprattutto quando i fatti si svolgono in un contesto di emergenza assoluta e anche di ridefinizione delle norme applicabili alle diverse fattispecie. Noi aspettiamo con tranquillità l’esito dell’inchiesta. Dopodiché la Regione adotterà tutti i provvedimenti necessari”.

Tutto chiarito? “Certamente no”, osserva la capogruppo della Lega, Elisa Montemagni: “perché è stata scelta Assoservizi? Un’azienda che non dava rassicurazioni alcuna, sicuramente non per un’operazione da 7 milioni di euro. E’ vero che la gente moriva -ha aggiunto Montemagni- ma avremmo a maggior ragione dovuto vigilare sulla qualità. Forse bisognerà pensare su come poter vigilare in maniera più accurata e chiara su Estar e i soldi dei toscani. "Riconosco il momento, l’urgenza, la drammaticità di quel momento. Ma -rincara la dose Alberti- la vicenda è strana. Non si possono spendere 7 milioni di soldi pubblici per un’azienda di e-commerce. Spero che il conto corrente di questa Assoservizi sia bloccato ma con i soldi dentro. Ma per il futuro vale la regola: vedere soldi se vedere cammello". "Qua non c'era neanche il cammello", tiene a precisare Montemagni. 

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