Inceneritore, o discarica? Non c'è pace in Toscana

Il presidente dell'Unione dei Comuni del Mugello: "Non scaricate a Firenzuola i rifiuti e i problemi del Termovalorizzatore di Firenze". Decreto Galletti, Grassi, Verdi e Trombi: “Scongiurare un aumento del 50-60% sulla Tari per le utenze domestiche e per le attività commerciali piccole. Questo l'obiettivo”. Sequestrata una discarica a Piombino. Intanto la Regione investe 30 milioni sulla raccolta differenziata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 marzo 2018 22:06
Inceneritore, o discarica? Non c'è pace in Toscana

A Firenze cresce la preoccupazione per la sorte dell'inceneritore progettato nella piana. In attesa della sentenza del Consiglio di Stato. L'impianto era stato autorizzato dalla Città Metropolitana di Firenze presieduta da Dario Nardella. Ma autorizzazione è stata annullata dal Tar Toscana. Il Ministero dell'Ambiente ha emanato un decreto per autorizzare dodici nuovi inceneritori in Italia, tra cui quello di Firenze. Ma anche sulla legittimità di tale decreto hanno fatto ricorso alcune associazioni ambientaliste.

Il progetto di ampliamento della discarica di Firenzuola sarà tra gli argomenti in discussione nella prossima seduta del Consiglio Regionale. L’Unione dei Comuni del Mugello, in qualità di membro di diritto della Conferenza dei Servizi presso la Regione Toscana, che è deputata alla valutazione del procedimento autorizzativo, aveva già preso una posizione negativa. Il Consiglio, infatti, nel giugno 2017 aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno che esprime un parere contrario.

La Giunta è tornata a discuterne martedì scorso, confermando e ribadendo tale posizione: "Ribadiamo la contrarietà del territorio all’ampliamento della discarica firenzuolina, senza un confronto con il territorio interessato. Enti, livelli istituzionali in varie dichiarazioni hanno rimesso in discussione scelte, impianti previsti e approvati nell’attuale piano di ambito regionale sui rifiuti. Uno è il termovalorizzatore, elemento che nel piano è definito come elemento di chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti.

E noi ancora lo consideriamo strategico. Non meno di tre giorni fa il presidente della Regione ha confermato la sua contrarietà all’impianto, indicando la priorità politica nell’incremento e miglioramento della raccolta differenziata. Senza questo impianto, già adesso, paghiamo, i cittadini pagano alti costi di conferimento per l'indifferenziata. Dopo, i cittadini pagherebbero bollette ancor più salate, anche le penali per la mancata costruzione. E io, sindaco, non chiederò di metter mano al portafogli.Non si può scaricare in Mugello il problema di altri.

Questo deve essere chiaro, a tutti.Altra considerazione: se la priorità politica è aumentare la raccolta differenziata, e quindi diminuire i rifiuti indifferenziati, la previsione di un ampliamento dell’impianto nel comune di Firenzuola, a maggior ragione, ha ancora senso di esistere? E' ancora strategica? La posizione già espressa col voto del Consiglio dell'Unione la riteniamo ancora più giusta alla luce delle due delibere approvate dalla Regione: una spinge a migliorare e promuovere la raccolta differenziata, l'altra punta a gestire le discariche in base alle necessità del sistema toscano evitando anche l'arrivo di rifiuti urbani e speciali da fuori regione. Il Consiglio Regionale si riunirà prossimamente e affronterà anche la discussione sul progetto di ampliamento della discarica.

Noi diciamo: si torni indietro; si sospenda quantomeno qualsiasi decisione in merito, fino alla definizione della strategia complessiva sulla gestione dei rifiuti, in un nuovo piano di ambito. Con l’Autorità di Ambito. E con un percorso condiviso con i territori. Il Consiglio può dare questo indirizzo alla Giunta. Auspichiamo che lo faccia. Crediamo sia doveroso nei confronti di un territorio che si è speso e si è già sacrificato abbastanza per esigenze di livello metropolitano, regionale, nazionale.

E che, altrimenti, si troverà ad agire in altro modo".

“Scongiurare un aumento del 50-60% sulla Tari per le utenze domestiche e per le attività commerciali piccole è fondamentale. Dovremmo cercare di aiutarli e non di colpirli sempre con nuovi rincari. Per questo contro il decreto Galletti abbiamo presentato una mozione”. Così Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra, insieme alla Consigliera Donella Verdi e al Consigliere Giacomo Trombi intervengono sul tema. E spiegano: “Il punto politico è centrale.

Perché se facciamo passare il concetto che le grandi strutture commerciali, superiori a 250 mq, possono essere esentate dalla tassa dei rifiuti perché possono avvalersi di altri soggetti per lo smaltimento, questo significa un minor gettito dalla Tari. In poche parole i 90 milioni di euro annuali si ripartirebbero sulle altre utenze rimaste”. “E' una cosa inconcepibile. Un provvedimento di questo tipo – attacca Grassi – potrebbe portare anche ad una esenzione della tassa per la parte relativa alla pulizia stradale o allo smaltimento dello sfalcio dei giardini.

E allora il sistema poi su cosa si reggerebbe? Sui soliti poveri cittadini”. “Siamo soddisfatti che sia stata approvata all'unanimità la mozione – conclude Grassi – e vorrei ringraziare anche Alia, dalla quale ci separano battaglie come quella sull'inceneritore, ma che si è dimostrata capace di capire che il provvedimento inserito nel decreto Galletti è pericoloso per l'intero sistema e ingiusto per la popolazione”.

Obiettivo numero uno, raccolta differenziata. E' questa la priorità nella politica dei rifiuti della Regione Toscana che ha stabilito di imprimere un'accelerazione della RD per centrare il 70% al 2020. Lo dicono le due delibere sui rifiuti approvate martedì in giunta regionale. Una spinge a migliorare e promuovere la raccolta differenziata, l'altra punta a gestire le discariche in base alle necessità del sistema toscano evitando anche l'arrivo di rifiuti urbani e speciali da fuori regione. Ci si concentrerà sulla raccolta di organico, che si vuole incrementare di 300 mila tonnellate in tre anni, così da arrivare, come da previsione di PRB, a 620.000 tonnellate. A questo proposito sarà favorita la realizzazione di impianti di biodigestione anaerobica e la Regione procederà col rilascio di autorizzazioni alla loro costruzione considerandoli nel libero mercato.

La giunta destinerà 30 milioni di euro a favore degli ATO per gli interventi di porta a porta e raccolta di prossimità, ritenendo fondamentale creare una combinazione tra la quantità e la qualità del materiale da raccogliere in forma differenziata. L'attenzione che viene dedicata all'organico, viene riservata analogamente a carta e vetro per la chiusura del ciclo di riutilizzo. Ad esempio, nel 2016 sono state raccolte 284.000 tonnellate di carta e cartone ma l'industria della carta a Lucca impiega oltre un milione di tonnellate l'anno di carta da macero. Focalizzandosi sulla domanda di materiale differenziato da parte dell'industria toscana, l'impegno sarà quello di creare un rapporto diretto tra le industrie della carta ed i gestori della raccolta differenziata, affinché venga sempre più affinata la qualità di carta e cartone raccolto, oltre ad incrementarne la quantità.

Stesso discorso per il vetro, per la qualificazione della cui raccolta sono già in atto iniziative interessanti come l'accordo tra Revet e il Gruppo Zignago. Secondo forte impegno della Regione, creare le condizioni per assicurare una gestione delle discariche prioritariamente orientata alle necessità del sistema toscano fino al 2021/2022. Lo si farà salvaguardando, tramite gli uffici regionali e attraverso un raccordo con le tre autorità di ambito, gli spazi necessari programmati nelle discariche che accolgono rifiuti urbani, rispetto allo smaltimento dei rifiuti speciali.

Lo si farà anche bloccando tutti arrivi di scarti e sovvalli derivanti dal trattamento di rifiuti urbani di altre regioni, fatti salvi eventuali accordi tra Regioni. La Regione infine lavorerà a un accordo con i gestori affinché i rifiuti speciali toscani, compresa la frazione organica, abbiano la priorità rispetto a quelli provenienti da fuori regione. L'obiettivo, in quest'ultimo caso è quello di impedire l'arrivo di circa 195000 tonnellate annue di rifiuti urbani e urbani speciali presso le discariche toscane da fuori regione.

Il 21 marzo la Magistratura e i Carabinieri del N.O.E. di Grosseto hanno proceduto al sequestro preventivo della discarica per rifiuti non pericolosi di Ischia di Crociano e gestito da Rimateria s.p.a. (fino al settembre 2016 era gestita dalla A.S.I.U. s.p.a., ora in liquidazione). L’indagine de Carabinieri del N.O.E. è partita nel febbraio 2017, nell’ambito di una campagna nazionale di controllo delle discariche promossa dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale. Grazie anche alla collaborazione della Regione Toscana – Settore Bonifiche, Autorizzazione Rifiuti ed Energetiche, i Carabinieri ritengono che la discarica fosse gestita violando le norme tecniche di riferimento e le prescrizioni imposte nell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Non aveva avuto effetto positivo nemmeno la diffida avanzata dalla Regione Toscana il 29 novembre 2017, con cui era stata imposte al gestore della discarica l’attuazione di tutte le prescrizioni A.I.A.: un’ispezione dei Carabinieri del N.O.E.

svolta nel febbraio 2018 ne aveva riscontrato la mancata effettuazione. A dare l'allarme i residenti dell’area di Piombino che hanno convissuto con un’insostenibile odore proveniente dalla discarica in quanto dei 34 pozzi di captazione del biogas ne sarebbero risultati collegati solo 16. La discarica sarebbe coinvolta anche nell’indagine in corso sul traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi da parte della Direzione distrettuale antimafia di Firenze.

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