Due nuovi incendi a Buonconvento e Montefalcone, interventi con gli elicotteri

Interrogazione al Ministro degli Interni sugli incendi sul Monte Amiata. Prosegue l’ondata di caldo con l'emergenza siccità: nuova politica delle acque, convegno in Consiglio regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 luglio 2017 15:42
Due nuovi incendi a Buonconvento e Montefalcone, interventi con gli elicotteri

FIRENZE- Due nuovi incendi oggi pomeriggio, uno in provincia di Siena, l'altro in provincia di Pisa, sui quali stanno intervenendo anche gli elicotteri regionali. Uno a Buonconvento (Siena), in zona Podere Fornace: sul posto ci sono il direttore delle operazioni di spegnimento, due squadre di volontari, una squadra dell'Unione dei Comuni della Val di Merse. Dato il vento forte e la vicinanza di poderi e agriturismi, sono stati inviati anche due elicotteri regionali.

L'altro incendio è scoppiato nella riserva naturale di Montefalcone, comune di Castelfranco di Sotto, provincia di Pisa: anche qui è stato inviato un elicottero Elipisa, e sul posto sono al lavoro i Vigili del Fuoco, squadre dell'Unione montana della Val di Cecina, volontari della Racchetta e della VAB.

Per quanto riguarda gli altri incendi in corso, quello di Piancastagnaio è stato domato e le famiglie sono rientrate nelle loro abitazioni già da ieri sera; a Civitella Paganico continua la bonifica, è previsto un avvicendamento delle squadre per tutta la notte.

Quello di Monticiano scoppiato alle tre di stanotte era stato spento rapidamente già in nottata. A distanza di 700-800 metri dalla Scuola antincendio sono stati trovati due inneschi.

Ci sono poi tanti altri piccoli focolai che vengono spenti dalle squadre di operatori, di volontari, degli enti competenti.

Sulla Calvana, sono in corso, e lo saranno per diversi giorni, le operazioni di bonifica. Non risulta nessuna ripresa dell'incendio. Al momento sono 5 le squadre a piedi impegnate per togliere i residui ancora presenti. Un elicottero si è elevato per circa 45 minuti per freddare i punti più interni, quindi difficilmente raggiungibili a piedi, e quelli più facilmente infiammabili. Dopo i controlli risulta che la superficie percorsa dal fuoco in Calvana nell'incendio di ieri sia stata di 37 ettari.

“Da alcuni giorni anche la Toscana è interessata da vari roghi ed incendi ma ad andare in fumo non è soltanto il nostro patrimonio naturale ma anche la capacità di dare una corretta informazione sul tema da parte del servizio pubblico radiotelevisivo nazionale” così la senatrice Alessia Petraglia di Sinistra Italiana che ha presentato una interrogazione al ministro dell'Interno per capire se tra geotermia e incendi esiste una qualche correlazione e se sì in che modo. “Il territorio di Piancastagnaio in modo particolare è flagellato da incendi quasi sicuramente di natura dolosa.

Oggi però scopriamo, da un servizio della RAI ( Giornale Radio GR1 del 18/07/2017, edizione delle 8 ) che per gli abitanti del luogo gli incendi sarebbero appiccati da chi non vuole le centrali geotermiche. Nessun nome, nessuno che si assuma la responsabilità d questa dichiarazione visto che i comitati sono formati da semplici cittadini e provocare incendi è un reato molto grave. A cosa mira questa tipologia di informazione? Messa così sembra che voglia cucire addosso ai cittadini che legittimamente e in maniera democratica esprimono il loro pensiero, anche in contrasto con le centrali geotermiche, una camicia da veri e propri criminali”."Indipendentemente dalla opinione di ciascuno sul tema della geotermia – aggiunge Marco Sabatini, coordinatore regionale di Sinistra Italiana - trovo poco professionale e di bassa qualità informativa, un telegiornale nazionale che contribuisce, tra l'altro senza citare fonti e senza riportare il nome di chi ha fatto certe affermazioni, a far passare l'idea che gli incendi in Amiata, ed in particolare a Piancastagnaio, siano responsabilità di chi è contrario alle centrali.”

“L'Italia e la Toscana stanno bruciando da giorni. Un bollettino di guerra che è alimentato dall'eccezionale ondata di caldo e siccità, dalle azioni criminali di speculatori e piromani, a cui si sommano gli effetti devastanti della scellerata Riforma Madia, che ha fatto a pezzi il Corpo Forestale dello Stato”, dichiarano Tommaso Fattori e Paolo Sarti, Consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra. “Non solo è stata cancellata la forestale, storico e fondamentale presidio territoriale, in grado di lavorare con grande professionalità anche nella prevenzione degli incendi boschivi, ma, come se questo non bastasse, la pseudo-riforma Madia è stata anche applicata malissimo, con ritardi ancora irrisolti persino oggi, nel mezzo a questa gigantesca emergenza.

Lo squilibrio della 'riorganizzazione' che è stata attuata è evidente a chiunque legga i numeri : dei quasi 7mila uomini del soppresso Corpo forestale, 6.400 sono andati ai Carabinieri e appena 360 ai Vigili del Fuoco, così come metà degli elicotteri sono stati destinati ad usi diversi dall'antincendio". "Anche in Toscana, come denunciato dalle organizzazioni sindacali, i pompieri sono sempre più a corto di personale oltre che di mezzi aerei e terrestri, spesso anche vetusti, per non dire della cronica mancanza di risorse adeguate, il tutto in un clima di confusione normativa generata da pseudo-riforme mal concepite e mal gestite che stanno facendo male al paese”. “Davanti ad un simile quadro, chiediamo che il Consiglio Regionale si esprima sulla nostra mozione, approntando azioni a 360 gradi.

Nell'immediato si tratta di intervenire presso il Governo per una rapida approvazione dei decreti attuativi necessari al completamento del passaggio di competenze, personale, strumenti e mezzi per l’antincendio boschivo, semplificando anche i meccanismi di attivazione del personale ausiliare nei periodi critici. Nel medio periodo chiediamo di rivalutare profondamente le scelte operate con il Decreto Madia, a partire dall'incomprensibile e controproducente soppressione del Corpo Forestale dello Stato, specializzato nel contrasto dei reati ambientali e nella loro prevenzione.

Una soppressione che abbiamo sempre combattuto, con argomenti e numeri, e oggi i fatti ci danno purtroppo ragione”. “Si può far molto anche a livello locale, partendo proprio dai nostri boschi. Serve un un piano di prevenzione forestale pluriennale in un’ottica di adattamento ai cambiamenti climatici, così come servono più squadre di avvistamento e spegnimento a terra e più operai forestali, per cui è necessario sbloccare finalmente il turn over e prevedere l'assunzione di giovani motivati e formati per svolgere un ruolo fondamentale a vantaggio di tutta la collettività toscana.

Tutto ciò aggiornando puntualmente il catasto delle aree percorse dal fuoco per evitare future speculazioni e rafforzando gli interventi delle forze dell’ordine, con una severa applicazione della legge sugli eco-reati”. “Non ultimo, occorre ricordare come siccità ed incendi mettano a rischio la sopravvivenza della fauna selvatica a tutela della quale bisognerebbe quantomeno allentare l'altissima pressione della caccia, ipotizzando il posticipo della prossima stagione venatoria”.

L’emergenza siccità in Toscana

Di questo si discuterà lunedì 24 luglio a partire dalle 10, nell’auditorium a palazzo del Pegaso (via Cavour 4) nel convegno organizzato da Coldiretti e Anbi Toscana (Associazione nazionale che rappresenta e tutela gli interessi dei Consorzi di bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario operanti nel nostro Paese). Si affronteranno alcune situazioni di particolare criticità, come quella al lago di Massaciuccoli con la sospensione degli attingimenti a scopo irriguo. Si parlerà poi delle politiche regionali, di una seria politica di valorizzazione della risorsa idrica e della necessità di una programmazione e di una pianificazione degli interventi per evitare il ripetersi di crisi dovute a particolari situazioni climatiche. All’iniziativa intervengono il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, i presidenti di Anbi Toscana Marco Bottino e di Anbi nazionale Massimo Gargano, gli assessori regionali all’Ambiente Federica Fratoni e all’Agricoltura Marco Remaschi, Erasmo d’Angelis, capo dell’unità di Governo “Italiasicura”.

Le conclusioni saranno affidate al presidente di Coldiretti Toscana Tulio Marcelli.

L’ondata di caldo che attanaglia l’Italia già da diverse settimane non accenna a diminuire. Per il nostro corpo ed il nostro umore, che in questo periodo sono messi a dura prova dalle alte temperature, un valido aiuto può arrivare dall’acqua. Una corretta idratazione, infatti, accompagnata da una alimentazione sana ed equilibrata ricca di frutta e verdura di stagione “multicolor” assicura la giusta energia all’organismo e previene alcuni spiacevoli rischi tipici delle temperature elevate. Spossatezza, mal di testa, crampi, tachicardia, e in casi più estremi perdita di conoscenza e collassi circolatori sono infatti solo alcuni degli “effetti collaterali” che un’ idratazione non corretta può causare sulla nostra salute: il corpo umano non immagazzina acqua quindi la quantità che si perde ogni giorno deve essere ripristinata per garantire il funzionamento dell’organismo.

Basta una diminuzione di acqua totale corporea corrispondente al 2% del peso per iniziare a risentire degli effetti negativi mentre si può arrivare anche alla perdita di coscienza se lo squilibrio raggiunge il 7%.

La prima regola per affrontare al meglio questo periodo è idratarsi in maniera più abbondante del solito: a causa delle alte temperature e dell’afa, infatti, aumenta la sudorazione corporea, che ci fa perdere liquidi e sali minerali, preziosi per il nostro organismo. Dobbiamo reintegrare frequentemente questi indispensabili elementi per evitare di incorrere in un deficit idrico, bevendo acqua non troppo fredda, evitando alcolici e facendo attenzione a limitare caffè e bevande zuccherine”.

Spiega il Professor Umberto Solimene, dell'Università degli Studi di Milano, membro dell'Osservatorio Sanpellegrino, Presidente FEMTEC, Federazione Mondiale del Termalismo. Per affrontare il caldo, via libera all’acqua e ampio spazio a frutta e verdura di stagione: “L’ideale è variare i colori – prosegue il professor Solimene - passando dal rosso di ciliege e angurie, ricche di antiossidanti, all’arancione di albicocche, meloni e zucca contenenti carotenoidi, sostanze importanti per proteggere la pelle dai danni che possono verificarsi a causa dell’esposizione al sole, al viola/blue di melanzane, prugne e mirtilli ricche di antociani (pigmenti in grado di rinforzare e rendere più elastiche le pareti dei vasi sanguigni e che contribuiscono quindi al miglioramento della circolazione sanguigna), antiossidanti e vitamina C fino al verde di asparagi, cetrioli e zucchina che stimolano le difese immunitarie, oltre che essere fonte di acido folico.

Non bisogna dimenticare il bianco di aglio, cipolla bianca, finocchi, pere e sedano ricchi di vitamina C e allicina, sostanze in grado di rinforzare le difese del nostro sistema immunitario”.

In evidenza