Incendio Monti Pisani: a Calci "una comunità ferita due volte"

Toscana sconcertata dal fermo di un volontario

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2018 17:06
Incendio Monti Pisani: a Calci

Nel rogo partito la notte del 24 settembre sui Monti Pisani sono bruciati 1.148 ettari. Gran parte dell'incendio si è sviluppata nei boschi (almeno 1.000 ettari) e per una porzione più limitata nei campi (148 sono gli ettari di superficie agricola andati in fumo, olivi per lo più). Quattro sono i comuni coinvolti, con conseguenze pesantissime per Calci (832 ettari dei 1.148 ricadono nel suo territorio) e per Vicopisano (298). Più marginale il danno per Buti (18 ettari) e solo qualche focolaio secondario, isolato, per Cascina.

Negli stessi giorni un secondo rogo, distinto ma più limitato, ha interessato i vicini comuni di Vecchiano e San Giuliano Terme.Il presidente della Regione Enrico Rossi ha commentato le novità emerse nelle indagini "Ringrazio la Magistratura, le forze dell'ordine e tutti coloro che collaborano all'inchiesta sul rogo di Calci. E' un lavoro davvero importante che mi auguro consenta di fare piena luce sulle responsabilità di chi ha causato un danno enorme al territorio e alle sue comunità.

E se sconcerta il fermo di un volontario, voglio ribadire il ruolo fondamentale del Coordinamento Volontariato Toscano che nel tempo ha acquisito grande professionalità anche attraverso la formazione acquisita presso il Centro regionale di addestramento di Monticiano, nel senese, una struttura unica in Italia, efficiente e direi esemplare. Gli elementi portati alla luce dagli inquirenti ci mettono a confronto, molto probabilmente, con una realtà del tutto particolare: quella della piromania, un disturbo del controllo degli impulsi in cui una persona non riesce a resistere alla necessità improvvisa e irrefrenabile di avviare deliberatamente fuochi, con l'obiettivo di alleviare proprie tensioni e ansie o per raggiungere una sua gratificazione immediata. Ne ho parlato con il professor Andrea Fagiolini, psichiatra e professore ordinario dell'Università di Siena.

I piromani, mi ha chiarito, sono attratti e si fissano spesso su istituzioni come i vigili del fuoco, sono consapevoli dell'antisocialità del loro comportamento, ma non riescono a resistere e cercano dunque di nasconderlo. Questo rende estremamente difficile, se non impossibile, individuarli prima che abbiano compiuto atti illegali. E' un comportamento diverso da quello di chi appicca dolosamente incendi per ricavarne un qualche vantaggio personale (assunzioni, finanziamenti per le attività di rimboschimento, anche fama individuale nelle attività di spegnimento).

Tutto questo – conclude Rossi - non esclude il nostro impegno a investire tutte le risorse disponibili per rendere più difficile possibile il verificarsi di questi episodi, anche attraverso il potenziamento dell'educazione nelle comunità su malattie come la piromania, al fine di aiutare le famiglie a indirizzare coloro che dessero segnali di questa malattia ai servizi sanitari e psicologici più adeguati alle loro cure".

  Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi,è stato oggi a Calci per incontrare i lavoratori forestali e visitare cantieri aperti per la ripulitura delle aree bruciate durante l'incendio del 24 settembre scorso "Voglio complimentarmi con i lavoratori forestali che hanno fatto un lavoro straordinario. A loro esprimo la mia gratitudine e il mio apprezzamento, ai volontari antincendio la mia vicinanza e comprensione mantenendo alta la piena fiducia nella Magistratura".

"Se siamo qua oggi – ha proseguito Rossi - è soprattutto per questo, per essere vicini a una comunità che sembra essere stata ferita non una, ma due volte. La volontà adesso è una sola: andare avanti. Il prossimo appuntamento è a gennaio, quando torneremo per vedere il lavoro di recupero completato e per programmare insieme la gestione della ricostruzione del bosco e l'organizzazione delle comunità di bosco".

Dopo aver constatato di persona il grande lavoro compiuto dagli operai forestali nella zona interessata dall'incendio, soprattutto quella vicino all'abitato, con la realizzazione delle palizzate, delle griglie il contenimento e con la ricostruzione anche del tessuto per mettere in sicurezza dal rischio idrogeologico, il presidente ha parlato del futuro "Seguiremo insieme ai Comuni interessati e alla Provincia la fase successiva a questa – ha insistito -, che è quella della rinascita della grande area verde.

Il bosco per fortuna, grazie alla natura, rinasce spontaneamente, ma la spontaneità va un po' guidata. In alcuni casi ci saranno interventi di semina, in altri casi interventi di gestione della ricrescita del bosco. Ci vorranno circa 20 anni per vedere ricrescere il bosco, ma bisogna pensare che lavoriamo anche per il futuro. Faremo anche una programmazione di altri interventi in una dimensione regionale – ha quindi detto -, perché questo è diventato il punto: avere la capacità di mettere insieme le nostre forze.

Sappiamo che i lavoratori forestali regionali sono diventati pochi, vorremmo per questo rafforzarne i ranghi che si sono assottigliati troppo. La Regione a Calci è intervenuta con fondi propri per gli interventi di primo soccorso, con un milione e mezzo di euro, e poi per gli interventi dei lavoratori e per quelli stradali. Soldi spesi bene. Credo - ha concluso - che da questo evento drammatico nasca anche un modello che abbiamo messo in campo proprio per questa zona. Se dovessero capitare eventi come questo o simili a questo, la modalità di intervento messa in campo qua la riprodurremo e mi pare davvero di grande efficacia".Sono 4.200 i volontari che contribuiscono all'organizzazione antincendi boschivi (Aib) in Toscana.

Ecco come sono regolati i rapporti tra le associazioni dei volontari e la Regione e come si sono strutturate negli anni le relazioni di collaborazione.

Regione-volontariato: un rapporto che dura da 35 anni - Fin dal 1983 la Giunta regionale ha attivato accordi con il volontariato per la prevenzione e lo spegnimento degli incendi boschivi. Con il passare degli anni il numero di associazioni che si sono sensibilizzate al problema degli incendi è notevolmente aumentato. Le maggiori associazioni toscane hanno costituito, nel 2002, il Coordinamento del volontariato toscano (Cvt) riunendo tutte le associazioni sotto un'unica sigla, con l'obbiettivo di ottimizzare l'apporto fornito dal volontariato all'attività antincendi boschivi.

Le convenzioni Regione-volontariato - Il rapporto con la Regione è regolato da specifiche convenzioni con le associazioni nelle quali viene definita l'assunzione di responsabilità da parte dei presidenti delle associazioni nell'utilizzo di personale idoneo e l'erogazione di contributi alle associazioni e non ai singoli soci. Attualmente la Regione Toscana ha specifiche convenzioni annuali con il Cvt e con la Croce Rossa Italiana che prevedono un contributo per il mantenimento dell'organizzazione antincendi e dei requisiti di idoneità (visite mediche, Dispositivi di Protezione Individuale, copertura assicurativa, etc.) e per lo svolgimento di specifici supporti operativi Aib sul territorio. L'impegno economico del contributo regionale nel 2018 è pari a 975.000 euro per il Cvt e 70.000 euro per Croce Rossa.

La realtà del volontariato in Toscana - Il Cvt comprende 12 associazioni (tra cui Anpas, La Racchetta, Vab e Misericordia) strutturate in 144 sezioni, con 4 mila soci e 530 mezzi allestiti Aib (pick up e autobotti). La convenzione con la Croce Rossa Italiana comprende 10 Sezioni con circa 200 soci e 20 mezzi allestiti Aib (pick up e autobotti).

Il volontariato e l'organizzazione regionale antincendi - Il volontariato rappresenta una componente fondamentale dell'organizzazione Aib, che nel tempo ha acquisito grande professionalità nello spegnimento degli incendi anche attraverso la formazione acquisita presso il Centro regionale di addestramento La Pineta di Tocchi di Monticiano, nel senese, unico in Italia nel suo genere.

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