Incendio all'Osmannoro: i Rom sospettano sia doloso

La famiglia di Marian Ciungo ricevuta dal Presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani: “Ho voluto rappresentare la nostra vicinanza al padre e alla madre che hanno perso un figlio. Hanno il desiderio di portare la salma in Romania, riferirò al Consiglio, valuteremo cosa possiamo fare”. Pd di Sesto: "Profondo cordoglio per questa ennesima tragedia. Accertare cause e responsabili"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 dicembre 2017 14:18
Incendio all'Osmannoro: i Rom sospettano sia doloso

Scuote le coscienze la morte terribile di Marian Ciungo, un ragazzo di 27 anni di origini rumene deceduto ieri durante un rogo all'interno di un capannone occupato abusivamente nella zona dell'Osmannoro. In meno di un anno dalla scomparsa di Ali Muse, un altro incendio, un altro ragazzo che lascia la vita in una situazione di disperazione. Sempre un incendio, sempre un capannone occupato, sempre l'Osmannoro. Marian infatti è morto arso vivo dalle fiamme che hanno divorato la struttura dove viveva, dalla metà di ottobre del 2017 insieme alla sua famiglia ed all'intera comunità Rom di Quaracchi, 150 persone tra cui 50 minori. Era stato appena sgomberato dal Sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi da un insediamento formale situato in Via Lucchese 135, all'interno dell'ex Osmatex.

Marian e tutta la comunità Rom, di origine rumena, è stato sgomberato 10 volte dai Sindaci della Città Metropolitana di Firenze. Il primo sgombero ordinato dal Sindaco di Sesto Gianni Gianassi avvenne proprio in Via Lucchese 135. Successivamente, sempre Gianassi, insieme al Sindaco di Firenze Matteo Renzi organizzarono lo sgombero dal campo informale situato in Via di Ponte a Quaracchi. Era il 16 giugno 2011. In quella occasione la Regione Toscana deliberò lo stanziamento di 400.000 euro a favore della comunità Rom di Quaracchi per percorsi di inclusione sociale nel territorio. Il Comune di Sesto, di Firenze e la Società della Salute Nord Ovest utilizzarono il denaro pubblico per un altro scopo: rimpatri assistiti organizzati con la Solidarietà Caritas Onlus diretta da Alessandro Martini.

La madre, il padre, il fratello di Marian Ciungo, deceduto ieri mattina, all'interno della Casa Ikea, in Via Ponte a Giogoli, sono stati ricevuti stamani dal Presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani. “Le nostre sono state semplicemente parole di conforto – ha detto Giani a conclusione dell’incontro –. Ci sono altre sedi per affrontare l’aspetto politico, di indirizzo, su come rapportarsi a queste situazioni”.

L’aspetto privilegiato dal presidente “è stato quello umano. Ho voluto incontrare il padre e la madre che hanno appena perduto un figlio di 27 anni, un figlio che, non vedendo, non ha potuto difendersi dal fuoco. Ho voluto rappresentare la nostra vicinanza alla famiglia. La questione che mi è stata posta è stata quella di riportare la salma in Romania. Vedremo cosa potremo fare, riferirò al Consiglio regionale. Queste sono le situazioni in cui si capisce quanto le istituzioni debbano essere ben presenti sul territorio per affrontare i problemi”.

Con la famiglia di Marian Ciungo, era presente Marcello Zuinisi, legale rappresentante dell’associazione Nazione Rom, che all’uscita ha parlato con i giornalisti. Zuinisi ha confermato il timore della comunità rom che l’episodio sia stato causato da un attentato di carattere razzista. Ha ringraziato il presidente Giani e il consigliere Donzelli per le iniziative prese in Consiglio regionale, ha rinnovato la richiesta del lutto cittadino e l’appello a cessare l’ostilità nei confronti delle comunità rom in Toscana ed ad unirsi nella solidarietà verso il popolo rom. L’Aula aveva osservato un momento di raccoglimento nella seduta di ieri su richiesta del consigliere Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia).

Per protestare contro le politiche anti rom degli amministratori pubblici dell'area fiorentino, Marian partecipò, il 17 novembre scorso ad una manifestazione organizzata dall'Associazione Nazione Rom di cui era parte. In prima fila dietro lo striscione che chiedeva il rispetto degli Accordi Quadro Strutturali Europei di Inclusione, il rispetto della Strategia Nazionale varata dal Governo Italiano nel febbraio 2012 e mai applicata in Toscana. Dopo quella manifestazione sono arrivate innumerevoli minacce di morte per lui e per tutta la comunità Rom di Quaracchi, veicolate tramite il profilo facebook di un'organizzazione fascista.

Minacce ed intimidazioni prontamente denunciate al Contac Center della Presidenza del Consiglio dei Ministri, UNAR, l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali diretto dal Sottosegretario di Stato Maria Elena Boschi. Grazie all'intervento di numerosi esseri umani, le minacce sono state cancellate dal social network facebook. Tra le minacce denunciate commenti inneggianti ad Auschwitz, ai lanciafiamme, al bruciare ed ammazzare le donne e gli uomini di etnia Rom, colpevoli di aver alzato la testa manifestando per affermare i diritti umani, primo tra tutti quella alla vita.

"Un altro momento di dolore e di profonda tristezza che ci avvolge tutti quanti. Un'altra tragedia che coinvolge gli ultimi, i più deboli. Un altro inverno drammatico, dopo la tragedia dello scorso gennaio -si legge in documento del Pd di Sesto- Lo dicemmo un anno fa, lo ridiciamo oggi. L'Osmannoro è un territorio che porta con sé situazioni sociali e sanitarie gravi. Sacche di degrado, povertà, illegalità e mancanza di dignità per uomini e donne.

Parole che già ripetemmo dopo la tragedia dello scorso gennaio, e che oggi risultano ancora più drammatiche. Sempre in quel gennaio chiedemmo in primis al Sindaco di Sesto Fiorentino di provvedere a una mappatura di tutte le occupazioni abusive in modo da mettere in atto azioni concrete per superare il senso di insicurezza e di illegalità crescente nella nostra città e di farsi promotore di un piano in coordinamento con tutti i livelli istituzionali per dare risposte concrete e indirizzi chiari alla illegalità diffusa.

Perché senza legalità sono sempre i più deboli a rimetterci. Ci saranno da accertare le cause di questa ennesima tragedia, ma dovranno emergere con forza e chiarezza le responsabilità di chi doveva fare e non ha fatto tutto il possibile per evitare un ennesimo dramma. Non è possibile che tutto questo rimanga impunito. Le risposte devono essere immediate".

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