In ​Toscana 160.000 over 65 convivono col tumore: costi e prospettive di cura

Le stime sono in crescita: nei prossimi 5 anni arriveranno ad essere circa 200.000

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 dicembre 2018 18:16
In ​Toscana 160.000 over 65 convivono col tumore: costi e prospettive di cura

 Di fronte all’onda imminente di innovazioni terapeutiche, come immunoterapia, terapie cellulari, CAR-T, che nell’arco di dieci anni rivoluzioneranno le prospettive di cura di tumori considerati a lungo “invincibili”, per il Sistema Sanitario Regionale la criticità principale è la sostenibilità: un paziente over 65 con tumore costa alla Regione 3.300 euro l’anno, contro i circa 2.000 degli over 65 non malati di tumore ma con più di una patologia. L’approccio della Regione Toscana fa leva sull’efficienza della Rete Oncologica e sulla valutazione accurata dei percorsi per i pazienti.

Clinici, farmacologi, esperti in management e rappresentanti dei pazienti e delle Istituzioni regionali della Toscana si confrontano oggi a Firenze nel Tavolo regionale “Oncologia: passaggio al futuro”.

 La prima ondata, all’inizio degli anni 2000, ha cambiato drasticamente lo scenario del trattamento dei tumori, soprattutto grazie alle terapie intelligenti che hanno migliorato sopravvivenza e qualità di vita per migliaia di pazienti affetti da tumore.

Ma la vera grande onda dell’innovazione oncologica sta arrivando adesso e nell’arco di dieci anni rivoluzionerà le prospettive di cura di tumori considerati a lungo “invincibili”: immunoterapia, terapie cellulari, CAR-T, terapie combinate sono alcune delle nuove classi di farmaci o strategie terapeutiche che potrebbero sostituire la chemioterapia e migliorare significativamente i risultati nel trattamento, per esempio, di leucemie, linfomi, tumore del polmone non a piccole cellule.

Ma se da un lato questa abbondanza di alternative rappresenta un’opportunità clinica importante, dall’altro può diventare una sfida per la sostenibilità del sistema salute, soprattutto per il Servizio Sanitario del nostro Paese, che per quanto riguarda la governance della spesa farmaceutica rimanda alle competenze delle singole Regioni.

La possibilità di coniugare l’accesso all’innovazione terapeutica in oncologia ed onco-ematologia con la sostenibilità dei Servizi Sanitari Regionali rappresenta un tema di grande rilevanza nell’attuale scenario della politica sanitaria, ed è al centro del Tavolo regionale di confronto “Oncologia: passaggio al futuro” che si svolge oggi nel Palazzo degli Affari di Firenze, con la partecipazione di clinici, farmacologi, esperti in management e rappresentanti dei pazienti e delle Istituzioni regionali della Toscana. L’incontro, promosso da Pro Format Comunicazione con il contributo non condizionato di AbbVie, è realizzato con il patrocinio di Regione Toscana e Comune di Firenze e con il contributo scientifico dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

La Regione Toscana è pronta per “accogliere” l’onda dell’innovazione in oncologia e garantire l’accesso alle terapie più appropriate ai propri cittadini? Su questo quesito si è focalizzato il Tavolo di confronto, aperto dal Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Eugenio Giani.

«La Regione Toscana ha sempre avuto una sensibilità particolare per l’innovazione in oncologia, sia dal punto di vista dei farmaci che delle tecnologie, ad esempio con l’introduzione della chirurgia robotica – dichiara Monica Calamai, Responsabile Direzione Generale Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale, Regione Toscana – per tutte le nuove terapie in campo oncologico e onco-ematologico, la Toscana ha un approccio improntato sulla governance regionale, con uno sguardo rivolto a migliorare la qualità di vita del paziente ma

al tempo stesso andando a modificare quello che è l’assetto organizzativo del sistema per creare un impatto sostenibile. A questo scopo abbiamo strutturato anche una convenzione con l’Istituto Superiore di Sanità per andare ad individuare come alcuni tipi di farmaci innovativi possono modificare il decorso della malattia».

In Toscana la prevalenza dei tumori, in particolare nella fascia d’età sopra i 65 anni, è particolarmente elevata, con stime in aumento per i prossimi anni.

«Nella nostra Regione sono circa 160.000 le persone sopra i 65 anni che convivono con un tumore: se guardiamo la tendenza della stima di crescita attesa al 2023, i casi saliranno a 193.000 – afferma Andrea Vannucci, Direttore Agenzia Regionale di Sanità della Toscana – attualmente queste persone hanno una spesa pro-capite annua, tra costi dei ricoveri ospedalieri e costi dell’assistenza extra-ospedaliera, che comprende anche i farmaci, di 3.350 euro, contro i 2.000 dei loro coetanei che non sono affetti da tumore ma che però hanno più di una patologia. Se si guarda la spesa per farmaci, il costo pro-capite è di 1.300 euro, mentre la spesa per i farmaci per gli over 65 non malati di tumore non supera i 700 euro».

La Rete Oncologica toscana, tra le prime a essere costituite in Italia, rappresenta un modello virtuoso che garantisce un’equa governance del diritto all’innovazione sul territorio regionale.

«La Rete Oncologica toscana, insieme a quella piemontese, è la più vecchia in Italia, quest’anno ha compiuto vent’anni – spiega Gianni Amunni, Direttore dell’ISPRO (Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica) – il modello organizzativo è quello di avere una serie di accessi diffusi nel territorio, i CORD, che fanno riferimento alle linee guida e attraverso il Gruppo Oncologico Multidisciplinare (GOM) valutano il paziente e ne definiscono il percorso, allocandolo nel posto più giusto per quanto riguarda la sua problematica clinica. Il concetto è quello del “governo” del diritto all’innovazione, cioè garantire a tutti i cittadini l’innovazione quando questa è vera e quando il trattamento è appropriato: la rete in questo senso garantisce risposte eque sul territorio».

I grandi passi avanti dell’innovazione terapeutica in oncologia e onco-ematologia hanno permesso di cambiare radicalmente l’approccio al tumore, che continuerà a cambiare anche in futuro.

«La terapia antitumorale ha subito importanti cambiamenti negli ultimi anni – spiega Romano Danesi, Direttore della Scuola di Specializzazione Farmacologia e Tossicologia Clinica, Università di Pisa - passando dalle classiche terapie citotossiche a quelle selezionate per bersagli molecolari rilevanti per neoplasia, dalle terapie per via endovenosa alla via orale, dalle terapie a dosaggi elevati con lo scopo, purtroppo raggiunto solo in poche neoplasie, della guarigione, alla somministrazione giornaliera e sequenziale a finalità soppressive e cronicizzanti. Nel futuro la somministrazione in sequenza di farmaci selezionati per mezzo di tecniche di analisi molecolare mininvasiva permetterà di consolidare il mantenimento della remissione della malattia a lungo termine».

Per garantire l’accesso all’innovazione sul territorio ai pazienti oncologici, è sempre più rilevante il ruolo delle Associazioni all’interno dei processi decisionali della Sanità.

«L’innovazione farmacologica è prima di tutto un dovere morale verso i pazienti affetti da tumore. I dati delle Associazioni dei pazienti ci dicono che grazie all’innovazione negli ultimi 20 anni è diminuito del 30% il tasso di mortalità generale della popolazione – afferma Annamaria Mancuso, Presidente Salute Donna onlus – purtroppo la burocrazia frena la velocità dell’innovazione, per tale motivo questo processo deve essere valutato sia sotto il profilo del suo valore clinico e sociale sia sotto il profilo economico. In tal senso, è assolutamente fondamentale che i cittadini e i pazienti vengano coinvolti sempre di più e in maniera consapevole nelle scelte e nella governance delle politiche del farmaco».

La chiave per garantire la sostenibilità delle terapie innovative in oncologia, concordano gli esperti, è la valutazione globale di tutte le dimensioni di costo e dell’impatto sulla qualità di vita dei pazienti.

«È importante valutare in modo attento, in una prospettiva di Health Tecnology Assessment, le innovazioni in arrivo in oncologia con l’obiettivo di favorire un’introduzione quanto più ampia e precoce di tali novità sul mercato, ma tenendo sempre conto della sostenibilità del sistema sanitario – conclude Giuseppe Turchetti, Professore Ordinario di Economia e Management della Sanità, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e coordinatore scientifico dell’evento – vanno valutate, in questo processo, tutte le dimensioni di costo sulle quali le nuove terapie andranno a impattare: i costi diretti sanitari che vanno a gravare sul bilancio della sanità regionale, ma anche i costi diretti di tipo non sanitario e i costi di tipo indiretto. Inoltre, sarebbe opportuno andare a valutare anche quello che è l’impatto sulla qualità della vita dei pazienti, sul quale i farmaci di nuova generazione spesso influiscono positivamente».

Ruolo chiave in questa ondata di innovazione in oncologia è svolto dalle aziende che investono in Ricerca e Sviluppo per la diagnosi e cura dei tumori, soprattutto quelli dove è più forte il bisogno terapeutico.

«Come azienda biofarmaceutica globale siamo impegnati nel rispondere alle sfide più grandi in tema di salute – evidenzia Fabrizio Greco, Amministratore Delegato di AbbVie Italia – ed è per questo motivo che crediamo fermamente nel ruolo dell’innovazione, in particolare in quelle aree come l’oncologia, dove i bisogni sono più marcati. Per vincere queste sfide è fondamentale la collaborazione tra tutti gli attori: aziende, operatori sanitari, istituzioni e associazioni di pazienti».

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