Immobili Asl: l'inchiesta della commissione partirà dalle strutture di Firenze

La commissione ha deciso su quali operazioni immobiliari della Asl 10 concentrare l’attenzione. I consiglieri regionali di Forza Italia presentano un’interrogazione all’assessore Bramerini su “Sei Toscana” e il "subappalto" a Cooplat

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 aprile 2014 23:13
Immobili Asl: l'inchiesta della commissione partirà dalle strutture di Firenze

Firenze –Inizierà da alcune operazioni immobiliari della Asl fiorentina il lavoro della commissione regionale d’inchiesta sulle operazioni immobiliari delle aziende sanitarie toscane. La commissione presieduta da Stefano Mugnai ha deciso, nel rispetto del mandato, di partire da alcuni immobili della Asl 10, anche a seguito di un primo esame della documentazione pervenuta dalle Aziende sanitarie toscane: documentazione che, in alcuni altri casi, è stato rilevato, risulta ancora carente e parziale e richiederà necessarie integrazioni. L’esame su Firenze si concentrerà al momento sugli immobili di via Garbasso, Ponte di Mezzo e via Salvati, sulla Rsa ‘Le Civette’, sulla ex Luzzi, ex Banti, sulle sorti dell’ex padiglione B di San Salvi.

Sarà fatta anche una ricognizione degli immobili inizialmente inseriti, e in seguito tolti, dal piano delle alienazioni, al fine di verificare il rispetto delle disposizioni di legge. Per una serie di approfondimenti richiesti dai consiglieri, sarà inviata richiesta specifica ai vertici dell’Azienda sanitaria fiorentina. Saranno inoltre chiamati in commissione dirigenti e funzionari che hanno avuto un ruolo nelle operazioni legate agli immobili in questione. La commissione aveva presentato a tutte le Asl della Toscana richiesta dell’elenco degli immobili oggetto di operazioni immobiliari (acquisizioni, vendite, affitti) a partire dal 15 aprile 2010, comprese le procedure attualmente aperte, con l’indicazione dell’attuale utilizzo di ciascun immobile e dei piani delle alienazioni del patrimonio immobiliare deliberati nello stesso arco di tempo.«La solita storia tutta toscana, il solito intreccio tra enti pubblici, società partecipate e società cooperative.

E poco importa se la decisione di esternalizzare parte del servizio di gestione dei rifuti delle province di Arezzo, Grosseto e Siena – peraltro senza sapere la procedura seguita – avrà conseguenze su centinaia di lavoratori». Così la Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale Stefania Fuscagni e il consigliere regionale di Forza Italia Stefano Mugnai intervengono sulle vicende che vedono protagoniste “Sei Toscana” – la società consortile che ha vinto l’appalto per la gestione dei rifiuti nelle tre province toscane – e la cooperativa di servizi Cooplat, socia di “Sei Toscana” e da cui ha ricevuto “in subappalto” alcuni servizi.

Circostanza che ha spinto i due esponenti azzurri a presentare una interrogazione urgente a cui dovrà dare risposta l’assessore regionale all’Ambiente Annarita Bramerini. «Molte le questioni su cui chiediamo di fare chiarezza, a partire dalle ragioni che hanno spinto “Sei Toscana” ad esternalizzare alcuni servizi a favore di un socio industriale quale Cooplat, senza sapere nel dettaglio quali né a quali costi. E molti i dubbi che chiediamo siano dissipati, in primis le modalità di selezione adottate da Sei Toscana nella scelta di Cooplat, società da sempre aderente a Legacoop.

Scelta, questa, che modifica radicalmente la posizione delle centinaia di lavoratori che si ritroveranno da un momento all’altro dipendenti di un socio privato e non più dell’ente pubblico – le singole società di igiene ambientale – che li aveva inizialmente assunti. Un passaggio che ha sollevato perplessità anche nelle organizzazioni sindacali», fanno notare i due esponenti di Forza Italia, prima di affondare il colpo su una possibile violazione di legge. Ma non solo: «Siamo certi che le modalità con le quali si muove Sei Toscana, con particolare riguardo alla scelta di affidare a terzi servizi parte integrante e sostanziale della “gara”, non deroghi la normativa regionale e non tradisca l’obiettivo di una unitarietà nella gestione del servizio medesimo? Su questa e sulle altre questioni evidenziate chiediamo che l’assessore Bramerini faccia definitiva chiarezza», concludono Fuscagni e Mugnai.

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