Il giovane Mozart a cavallo degli Appennini

Bologna e Firenze unite dalla visita del grande compositore nella primavera del 1770

Nicola
Nicola Novelli
03 aprile 2018 08:49
Il giovane Mozart a cavallo degli Appennini

Nella primavera del 1770 il quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), per la prima nella sua vita, visitò l'Italia, accompagnato dal padre Leopold. Due mete obbligate furono Bologna, sede di una affermata scuola musicale, e Firenze, culla della cultura nazionale, ma anche dimora di una folta comunità austriaca.

A Bologna fu Palazzo Pallavicini, in via San Felice, oggi adibito a spazio mostre nel suo piano nobile, ad ospitare, la sera del 26 marzo 1770, il quattordicenne salisburghese, che si esibì alla presenza di 70 dame cittadine e dell’alta aristocrazia europea invitati dal Pallavicini. Il conte Giuseppe di Kaunitz Rittberg e i principi di Holstein e di Saxen Gotha assistettero al concerto insieme alla nobiltà bolognese e alle autorità religiose: l’arcivescovo Vincenzo Malvezzi, il cardinal legato Antonio Colonna Branciforte e monsignor Ignazio Boncompagni Ludovisi. Wolfgang Amadeus Mozart era arrivato con il padre il 24 marzo, e Gian Luca, fine intenditore, non se lo era lasciato scappare.

I Mozart furono suoi ospiti a più riprese: in marzo in via San Felice, durante l’estate nella villa della Croce del Biacco e di nuovo, in autunno, nel palazzo di città dove videro la luce le antifone Cibavit eos, Quaerite primum regnum Dei e con ogni probabilità il minuetto in Mi Bemolle Maggiore K 94. A Palazzo Pallavicini il salisburghese incontrò i protagonisti della musica europea: Misliveček, Vanhalle, Farinelli, il musicologo Charles Burneye e il suo soggiorno bolognese rinnovò il gusto musicale in città.

Il 2 aprile 1770 il quattordicenne era già a Firenze, dove in concerto nella sala bianca della villa di Poggio Imperiale (oggi sede della prestigiosa scuola secondaria) alla presenza della corte granducale. Quell’esibizione fu l’evento più importante del breve soggiorno fiorentino di Mozart, che sarebbe ripartito per Roma già il 9 aprile. Pietro Leopoldo aveva già visto esibirsi il giovane Amadeus in due occasioni, nel 1762 e nel 1769 sempre dinanzi alla corte imperiale asburgica e ne era rimasto impressionato. I Mozart giunsero in carrozza da Bologna la sera del 30 marzo e presero alloggio nell'albergo dell’Aquila Nera, che si trovava all’angolo tra le attuali Via Cerretani e Piazza dell’Olio (dove sorgeva l’antico albergo si trova ora una targa che ricorda il soggiorno fiorentino del giovane prodigio).

Alla villa del Poggio Imperiale, il giovane Mozart suonò il cembalo accompagnato al violino dal livornese Pietro Nardini, primo violinista di corte, eseguendo alcune sonate di Luigi Boccherini. Ma a caratterizzare la serata fu l’incontro di Wolfgang con il marchese Pierre-Eugène-François de Ligniville, ministro delle poste, sovrintendente musicale del granducato, compositore dilettante ed appassionato dello stile contrappuntistico più ermetico. Il nobiluomo volle infatti mettere Wolfgang alla prova, sottoponendogli alcuni complicati enigmi compositivi che il ragazzo risolse facilmente. Nei giorni successivi, frequentando il salotto culturale della poetessa Maddalena Morelli Fernandez (Corilla), Amadeus conobbe il coetaneo prodigio musicale inglese Thomas Linley (1756-1778).

I due divennero amici, tanto da esibirsi il 5 aprile in un duetto con violini presso le sale dell’albergo Aquila Nera e replicando l’esibizione il 6 aprile nell'abitazione di Giuseppe Gavard, ministro del Granducato.

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