Il Coronavirus si mangia la Colombina: niente Scoppio del Carro

La decisione del Comune annunciata dal sindaco Nardella in Consiglio, il primo telematico: "Devolveremo le risorse risparmiate, circa 50 mila euro, in progetti legati all’emergenza sanitaria"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 marzo 2020 18:03
Il Coronavirus si mangia la Colombina: niente Scoppio del Carro

Niente volo della ‘Colombina’ quest’anno: il tradizionale ‘Scoppio del carro’ che si svolge il giorno di Pasqua è stato annullato in via eccezionale a causa della pandemia da Covid-19. Lo ha annunciato il sindaco Dario Nardella intervenendo in consiglio comunale, riunito in via telematica. “Devolveremo le risorse risparmiate - ha detto il sindaco - ovvero circa 50 mila euro, in progetti sociali legati all’emergenza Coronavirus”.

La storica rievocazione dello Scoppio del Carro è la più antica tradizione popolare fiorentina che si tramanda da oltre 9 secoli e vuol ripercorrere le gesta dei fiorentini alle Crociate e del loro ritorno in città. Secondo la tradizione fu Pazzino de’ Pazzi, al ritorno da una crociata nel 1099, a riportare alcune pietre focaie del sepolcro di Cristo con le quali poi a Firenze venivano illuminate le celebrazioni del sabato santo. In un secondo tempo la cerimonia venne spostata alla domenica e i fiorentini decisero di costruire un carro trionfale che ancora oggi è scortato fino in piazza Duomo dagli armigeri del Comune nei tipici costumi.

Per tutto l'anno il carro, chiamato ‘Brindellone’, resta in un deposito di via il Prato e il giorno di Pasqua arriva al Duomo trascinato da quattro buoi agghindati per la festa. Qui viene ‘acceso’ da un razzo a forma di colombina che parte dall’altare della cattedrale e poi torna indietro. Secondo la tradizione se la colombina compie un volo perfetto e riesce a rientrare in Duomo è un segnale di buon auspicio e ci saranno buoni raccolti. 

In apertura del primo Consiglio comunale telematico il presidente dell’assemblea di Palazzo Vecchio Luca Milani ha ricordato le tante persone che, purtroppo, sono scomparse e i tanti italiani ancora ammalati. Ma il presidente ha anche ringraziato i medici, gli infermieri ed i tanti volontari che si stanno prodigando per aiutare i contagiati. Apprezzamento è stato espresso al sindaco, a tutta la Giunta ed alle istituzioni che stanno lavorando su questa emergenza. “Voglio ancora credere nell’Europa dei Popoli – ha detto inoltre il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – e occorre lavorare per una politica europea di vera solidarietà tra i popoli”. Un ultimo pensiero è stato rivolto agli anziani, i più colpiti dal Coronavirus. “Sono le nostre radici – ha concluso Milani – ed i custodi della nostra tradizione. L’augurio è che si possa superare questa grave crisi perché noi siamo Firenze”.

Domani, alle 12, il sindaco Dario Nardella (come tutti i primi cittadini della Penisola), con indosso la fascia tricolore, sarà davanti a Palazzo Vecchio per un minuto di silenzio e con le bandiere esposte a mezz’asta in segno di lutto e di solidarietà per ricordare le vittime del coronavirus, per onorare il sacrificio e l’impegno degli operatori sanitari, per abbracciarci idealmente tutti, per essere di sostegno l’uno all’altro.

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