Il business della ristrutturazione delle case vale 9 miliardi di euro e 136mila posto di lavoro

Unioncamere Toscana stima l'’impatto economico per le regioni italiane

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 aprile 2014 14:59
Il business della ristrutturazione delle case vale 9 miliardi di euro e 136mila posto di lavoro

FIRENZE - – Gli incentivi fiscali legati alla riqualificazione energetica degli immobili valgono più di 9 miliardi di euro e 136mila posti di lavoro nei prossimi tre anni, concentrati soprattutto nelle regioni di centro nord. La stima è stata fatta nel corso di una ricerca di Unioncamere Toscana, che ha analizzato a livello regionale le stime elaborate dal Cresme, a livello nazionale, sull'’impatto in termini d’investimenti e occupazione di tali incentivi. 

Tutto è da ricondursi alla legge di stabilità, nella quale è stata prorogata per tutto il 2014 la detrazione del 65% per le riqualificazioni energetiche, prevedendo poi di ridurre al 50% l’'aliquota per il 2015 e al 36% quella del 2016. Stante così la situazione, in Italia verranno attivati 9 miliardi e 130 milioni di euro di investimenti concentrati soprattutto nelle regioni settentrionali come Lombardia (2.284 milioni), Piemonte (1.216 milioni), Veneto (1.180 milioni) ed Emilia Romagna (1.103 milioni). 

I 509 milioni d’investimenti della Toscana, che rappresentano il 5,6% del totale, sono in linea con la quota di abitazioni toscane costruite prima del 1981 (6,5% del totale), che rappresentano il “mercato potenziale” delle riqualificazioni energetiche in ogni regione. 

Per quanto riguarda l’impatto occupazionale degli investimenti, applicando anche in questo caso a livello regionale la stima formulata dal Cresme per l’'intero territorio nazionale, si evidenzia come un aumento degli investimenti per interventi di riqualificazione energetica pari ad un miliardo di euro arriverebbe a creare circa 14.928 posti di lavoro (diretti ed indiretti) nel settore edile, calcolati utilizzando il costo medio di un operaio del settore. In base a tale stima, gli ecobonus garantiranno quindi 136.285 posti di lavoro nel corso dei prossimi tre anni.

Come per gli investimenti, la maggior parte dell’'occupazione sarà concentrata nelle regioni settentrionali, ed in particolare in Lombardia (34.100), Piemonte (18.152), Veneto (17.615) ed Emilia-Romagna (16.459). In Toscana, grazie agli incentivi fiscali, si riusciranno a sostenere 7.601 occupati. Anche in termini relativi, rispetto cioè all’'occupazione complessivamente attivata dal settore delle costruzioni, le Regioni in cui l’'occupazione edile viene maggiormente sostenuta grazie agli ecobonus sono le regioni del centro-nord: si tratta sia di regioni di ampie dimensioni come Piemonte (gli occupati sostenuti dalle misure di incentivazione prese in esame nel corso del triennio 2014-2016 sono pari al 14,2% degli occupati dell’edilizia nel 2013), Emilia Romagna (13,5%), Veneto (12,1%) e Lombardia (11,7%) , sia di regioni di dimensioni minori ma con una forte propensione alla riqualificazione abitativa e territoriale, come Friuli-Venezia Giulia (16,7%), Trentino-Alto Adige (15,9%) e Valle d'’Aosta (10,7%).

Gli ecobonus e i lavori pubblici possono così invertire una tendenza negativa che dura da anni per il settore. Dal 2009 al 2013 i fallimenti nelle costruzioni sono stati circa 12.600 su un totale di circa 55.200 nell’'insieme di tutti i settori economici, con 480mila posti di lavoro persi. La recessione ha riguardato anche gli investimenti in costruzione, calati del 30% dal 2008 al 2013: una contrazione che avrebbe raggiunto addirittura il -43,6% se non fosse stato per gli investimenti in manutenzione e recupero, unico comparto che ha mostrato segnali positivi in questi anni.Ecco perché gli incentivi per l’'efficienza energetica in edilizia hanno rappresentato finora una misura anticiclica ed anche nei prossimi anni potranno generare nuovi benefici, a partire da un maggior risparmio energetico, con conseguente riduzione dell’inquinamento ambientale, per arrivare ad un effettivo risparmio nelle bollette degli utenti, oltre ad un effettivo impatto sull’'economia reale in termini di investimenti attivati e di occupazione sostenuta.

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