Ieri sera il fiorino d'oro a Leonard Bundu

Al campione fiorentino l’onorificenza cittadina dalle mani del sindaco Dario Nardella, accompagnato dallo squillo delle chiarine dei musici del Calcio Storico e dagli applausi scroscianti del pubblico del Mandela Forum

Nicola
Nicola Novelli
03 febbraio 2018 09:14
Ieri sera il fiorino d'oro a Leonard Bundu
Fotografie di Monica Caleffi

FIRENZE- Che notti quelle notti! Quando faceva letteralmente saltare di gioia i fiorentini per le sue imprese sportive. Un campione che sapeva gremire il palasport se decideva di salire sul ring, ma in grado di riempire lo stesso palasport anche a distanza di migliaia di chilometri, costringendo centinaia di fiorentini a destarsi nottetempo, pur di seguire tutti insieme il suo gesto atletico attraverso a un maxischermo.

Leonard Bundu è rimasto sulla vetta europea dei Pesi Welter per sei anni, ma il palmares non rende del tutto merito alle sue doti. Perché il "Il fiorentino d'Africa" si è rivelato un campione nonostante i molti ostacoli che ha saputo scavalcare, le vicissitudini del destino personale, l’età avanzata, la crisi italiana degli sport “minori”, non ultimo il fatto di combattere nell’epoca d’oro dei Welter, gli anni di Floyd Mayweather e Manny Pacquiao. Così che Bundu ha avuto spesso difficoltà a scovare degni rivali che lo sfidassero, nel deserto che si era fatto intorno a lui in Europa, mentre di converso alcuni "extraterrestri" gli impedivano l’ascesa sul tetto del Mondo.

Leonard non si è mai tirato indietro, prendendosi grossi rischi. Come quando accettò di difendere il titolo in Gran Bretagna, per due volte contro pugili in ascesa molto più giovani di lui, Gavin e Purdy, che dovettero piegare le loro ambizioni sotto l’imperiosa superiorità del nostro campione. Come il 13 dicembre 2014, quando 40enne salì sul palcoscenico dell'MGM Grand Garden Arena di Las Vegas, per contendere il titolo mondiale ad interim WBA alla stella 25enne Keith Thurman. La notte dei rimpianti, in cui bastò appoggiare le ginocchia al tappeto per un istante, per perdere ai punti l’occasione della vita.

Nonostante tutto, le avversità dell’epoca, i cambiamenti sociali, una Tv italiana che sembra aver voltato le spalle alla Boxe. Eppure sarebbe bastato un attimo di attenzione per intendere l’eccezionalità del fenomeno Bundu. Come quando, il giorno del suo 40° compleanno Nove da Firenze gli organizzò un incontro con gli studenti di una scuola superiore di Novoli. Giovani contemporanei, tutti tv e smartphone, ignari del pugilato e dei suoi campioni.

La nostra redazione pensò di aprire l’appuntamento con le scolaresche con la visione degli ultimi due round dell’epica sfida di Londra contro Lee Purdy. Sei minuti indimenticabili. Quelle centinaia di ragazzi, che forse non avevano mai assistito a una intera ripresa di Boxe in vita loro, allo scoccare del colpo del KO esplosero in un fragoroso boato. Al termine della mattinata salutammo il Campione da distanza: era divertito e irraggiungibile nel corridoio della scuola, circondato e sorridente, quasi sovrastato dai suoi nuovi fan, che se lo contendevano per strappargli un selfie.

Bundu non è stato soltanto un primato sportivo, ma anche un modello di sportività, di lealtà ai valori, di rispetto degli avversari, testimonial di campagne sociali, alle quali ha sempre partecipato con entusiasmo. La faccia pulita della boxe italiana, con una storia personale e familiare di integrazione positiva davvero emblematica dei nostri tempi. Il suo grande merito è infatti di aver motivato una generazione di pugili, che dietro al suo esempio hanno deciso di proseguire i fasti dell’Accademia pugilistica fiorentina, o comunque di calcare le palestre e i ring di tutta la regione. Così che, anche ieri sera, Firenze si è confermata la piazza per eccellenza del pugilato italiano, riempiendo il Mandela Forum per seguire le imprese degli epigoni di Leonard, Fabio Turchi, Mohammed Obbadi, ecc.

Da ottobre scorso il “Leone” ha deciso di tornare a Firenze da istruttore della nobile arte. Come il suo storico allenatore Alessandro Boncinelli, anche Leonard intende crescere le future promesse della boxe fiorentina, accompagnando giovani di talento verso il professionismo. Ieri sera, simbolicamente Firenze ha donato il Fiorino d’oro a Leonard il Campione e dato il benvenuto al Maestro Bundu.

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