Ieri sera il Bollani brasiliano al Teatro Romano di Fiesole

Grande successo per pianista "fiorentino" con il nuovo album “Que Bom”, tra ispirazione caiorca, jazz europeo e virtuosismo classico

Nicola
Nicola Novelli
11 luglio 2018 08:33
Ieri sera il Bollani brasiliano al Teatro Romano di Fiesole
Fotografie di Miriam Curatolo

Grande successo ieri sera per Stefano Bollani che torna da padrone di casa al Teatro Romano di Fiesole, per l’Estate Fiesolana 2018. Davanti a un teatro gremito da un pubblico di fedelissimi, tra cui la famiglia e il maestro di pianoforte del Conservatorio Luigi Cherubini, Bollani ha esibito il suo repertorio di ispirazione brasiliana, oltre al nuovo album “Que Bom”.

Sul palco i musicisti, che hanno partecipato anche all'incisione dei nuovi brani, Jorge Helder al contrabbasso, Jurim Moreira alla batteria e Armando Marçal alle percussioni, insieme a Thiago da Serrinha. I primi tre erano già presenti nel progetto "Carioca". Ad essi si aggiunge un giovane di talento.

Nel concerto di ieri sera Bollani ha riproposto i grandi temi brasiliani, attraverso la proposta dei brani originali di “Que Bom”. Circondato dalle percussioni, il suo pianoforte si appoggia a un sezione ritmica da bossa nova, spalla destra, formata da contrabbasso e batteria, mentre a sinistra incontra i ritmi di origine africana, con una grande varietà di percussioni brasiliane, dal Repinique al Tamborim, dal Surdo al Cuíca, senza tralasciare il Caxixi, la Cabasa e l'Agogô.

Sul palco Bollani è inarrestabile nel suo ritmo vorticoso. Balla continuamente sopra la tastiera. Quasi dovesse letteralmente librarsi sopra l'orchestra, se non fosse che i legami della sezione ritmica lo riportano con i piedi per terra. E il pubblico gode concentratissimo del consueto suono veloce e sincopato, segno distintivo di Bollani, la cui vitalità è sottolineata dall'energia le percussioni brasiliane. Il pianista "fiorentino" chiude il concerto cantando "Michelangelo Antonioni", che nell'incisione discografica prende la voce di Caetano Veloso.

Il legame tra il nostro musicista e il Brasile risale almeno al 2007 quando "Carioca" vendette più di 70.000 copie. Stavolta il pianoforte a coda di Bollani suona per lo più brani originali, che hanno un'impronta brasiliana, evocando il maestro Jobim, ma in cui si manifestano velature del jazz europeo, della musica italiana anni '60 e che esaltano in concerto proprio quel virtuosismo, quasi classico, di cui Bollani è campione.

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