I vivaisti sono pronti a fornire piante sempre più adatte ai cambiamenti climatici

L’Associazione italiana al convegno dei Georgofili su clima e boschi/verde urbano. Primavera glaciale, mozione Marchetti (FI) chiede stato di emergenza: «Gelo e neve fuori stagione compromettono colture e raccolti»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 maggio 2019 23:10
I vivaisti sono pronti a fornire piante sempre più adatte ai cambiamenti climatici

I vivaisti sono pronti a fornire piante sempre più adatte ai cambiamenti climatici. Luca Magazzini, presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani, alla giornata di studio dell’Accademia dei Georgofili sui rischi dei cambiamenti climatici e la gestione forestale e del verde urbano ha dichiarato che i vivaisti: «sono preparati e disponibili a programmare una produzione vegetale sempre più adeguata alle sfide del clima». Il vivaismo ornamentale è oggi maggiormente consapevole della propria funzione di miglioramento della qualità della vita e salute dei cittadini.

«La consapevolezza di produrre il bello l’abbiamo sempre avuta, soprattutto in periodi come quello primaverile in cui la vegetazione è un tripudio di colori e profumi. Ma negli ultimi anni, sia in relazione alle problematiche ecologiche che agli effetti del cambiamento del clima, siamo diventati sempre più consapevoli, grazie anche a numerose indagini scientifiche, che la nostra attività di produttori di piante ha una funzione essenziale per la qualità della vita e la salute dei cittadini, perché il verde urbano riduce varie forme di inquinamento, mitiga gli eventi climatici estremi e migliora il benessere psicofisico». Ad affermarlo è stato oggi a Firenze, presso l’Accademia dei Georgofili, il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani Luca Magazzini, durante il suo intervento alla giornata di studio sul tema “Rischi ambientali e cambiamenti climatici: il vento e il fuoco in rapporto alla gestione forestale e del verde urbano”, che è stata aperta dal presidente dei Georgofili Massimo Vincenzini e ha visto la partecipazione di importanti studiosi di tutti gli aspetti e le discipline attinenti all’argomento del convegno.

«Siamo venuti qui per ascoltare – ha detto Luca Magazzini – per poi magari programmare una produzione vegetale che tenga conto degli input ricevuti e sia sempre più adeguata ad affrontare le sfide del clima e più in generale tutte le problematiche ambientali. Le aziende vivaistiche italiane e in particolare del distretto vivaistico ornamentale pistoiese sono all’avanguardia in Europa e hanno le competenze per dare risposte all’altezza del compito, ma siamo disponibili ad affinare ulteriormente le tecniche al fine di produrre piante ancor più resistenti ai vari fenomeni calamitosi che mettono in difficoltà il patrimonio arboreo delle città. Cioè a produrre piante che abbiano caratteristiche sempre più adatte a sostenere e/o mitigare/frangere il vento e a resistere alla siccità. Senza dimenticare le piante che riducono le emissioni inquinanti e lo smog».

«Gelo e neve fuori stagione compromettono colture, raccolti e produzioni agricole in genere: la Regione decreti lo stato di emergenza così da aprire a misure di indennizzo per gli imprenditori colpiti da questi straordinari eventi meteo». La richiesta arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti con una mozione su questa primavera da era glaciale che ha colpito in varia misura tutto il territorio regionale, con grande preoccupazione presso gli imprenditori agricoli che vedono a rischio le loro coltivazioni, ma anche per gli apicoltori le cui api – coi germogli ghiacciati – restano senza cibo. «Il territorio regionale – ricapitola Marchetti nel suo atto destinato ad approdare in aula alla prima seduta utile – è stato colpito, a partire dai primi giorni di maggio 2019, da una serie di intensi fenomeni meteorologici, concretizzatisi addirittura in copiose nevicate e/o grandinate con conseguente brusco calo delle temperature, che hanno interessato le aree montane della Toscana ma anche zone in quota più bassa, fino ai 700 metri.

Tra le zone colpite si trovano ad esempio la provincia di Massa Carrara, quella di Lucca, vari comuni del Pistoiese e della provincia di Firenze e in buona sostanza, in varia misura, l’intero territorio regionale». «Gli imprenditori agricoli – scrive ancora Marchetti – vedono a rischio le loro coltivazioni, in particolare per quanto riguarda viti, olivi, frutti di bosco, agrumi, verdure e ortaggi in genere. Le temperature rigide, del tutto straordinarie per la stagione, bloccano inoltre le fioriture, in particolare per quanto riguarda l’acacia con conseguenti ripercussioni sul settore dell’apicoltura». Dinanzi a questo scenario, secondo il Capogruppo di Forza Italia ricorrono «le condizioni per la decretazione dello stato di emergenza regionale ai sensi dell’art.

11, comma 2, lettera a) della legge regionale 67/2003». E allora avanti, invita Marchetti, la Regione proceda.

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