Montagna: i piccoli comuni non riescono a chiudere il bilancio

Londa e San Godenzo si appellano a Mattarella e Renzi, in documento in cui si chiede per quelli sotto i 5.000 abitanti il blocco dei tagli, l’eliminazione de patto di stabilità. A Rufina dal Governo 552.000 euro per la scuola "Mazzini"

Redazione Nove da Firenze
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09 agosto 2015 20:20
Montagna: i piccoli comuni non riescono a chiudere il bilancio

Due piccoli comuni che riescono, con sempre più difficoltà a chiudere il bilancio e che, quindi si appellano al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e ai Parlamentari del territorio per trovare una soluzione. L’introduzione di una nuova contabilità armonizzata che impone l’accantonamento di ulteriori risorse finanziarie, un aumento della rigidità della gestione e ulteriori tagli ai trasferimenti statali: sono questi gli elementi che non permettono ai due piccoli comuni di Londa e San Godenzo che gestiscono i servizi in maniera associata di chiudere il bilancio, se non tagliando i servizi alla cittadinanza e/o aumentando le tariffe. Per questo motivo Aleandro Murras e Alessandro Manni rispettivamente sindaci di Londa e San Godenzo hanno scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e ai parlamentari della zona per chiedergli di allentare le restrizioni, altrimenti i due comuni saranno costretti a scegliere fra diminuzione dei servizi e aumento delle tariffe o il commissariamento. In tutte e due le lettere inviate Murras e Manni fanno presente che i loro comuni hanno provveduto a gestire in forma associata tutti i servizi essenziali nei tempi previsti (non così è stato per molti altri comuni italiani), come richiesto dalla normativa, ma le nuove regole e i nuovi tagli ai trasferimenti statali li penalizzano fortemente.

La scelta di fronte alla quale si sono trovati i due comuni è quella di “non provare neanche a chiudere il bilancio preventivo – si legge nella lettera inviata al Presidente Mattarella – rimettendo così le comunità territoriali che rappresentiamo nelle mani di un commissario prefettizio, oppure provare a far quadrare il bilancio, tagliando per assurdo e per provocazione i servizi essenziali alla comunità: trasporto pubblico, trasporto e mensa scolastica, servizi sociali e assistenziali di base”.

I sindaci dei due comuni chiedono al presidente della Repubblica di “intervenire a garanzia e tutela dei principi fondamentali dell’ordinamento, prima di tutti in difesa del principio di uguaglianza”. Questo perché le nuove norme penalizzano i cittadini dei piccoli comuni, rispetto a quelli grandi. Manni e Murras chiedono anche di essere ricevuti in udienza da Mattarella per spiegargli la grave situazione nella quale i piccoli comuni si trovano. Al Presidente Renzi i due sindaci fanno richieste precise l’annullamento dei pesanti tagli al fondo di solidarietà comunale, l’allentamento o l’esenzione del patto di stabilità per i comuni sotto i 5000 abitanti, l’allentamento dell’accantonamento di risorse finanziarie per il fondo di crediti di dubbia esigibilità e soprattutto “l’introduzione di premi di virtuosità per quegli enti come il comune di Londa e di San Godenzo che hanno dato attuazione nei termini di legge al trasferimento delle funzioni fondamentali all’Unione di Comuni”. Le istanze di Londa e San Godenzo sono state inviate anche ai parlamentari della zona ai quali Murras e Manni chiedono una mano perché la virtuosità di questi due e di molti altri piccoli comuni italiani sia riconosciuta e premiata.

Ad affermarlo è lo stesso Comune di Londa in un ordine del giorno proposto dalla Giunta e approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale. Nel documento si chiede al Governo il blocco dei tagli ai comuni ed il ripristino dei trasferimenti erogati prima del 2011, ma soprattutto si chiede “l’eliminazione – si legge - del patto di stabilità per i comuni sotto i 5000 abitanti tenuti alla gestione associata delle funzioni fondamentali”. Inoltre per i comuni “virtuosi” il consiglio di Londa chiede la “possibilità di utilizzo dell’avanzo di bilancio e di poter assumere mutui per la messa in sicurezza del territorio, delle scuole da realizzare e di quelle esistenti offrendo possibilità di lavoro alle imprese operanti nel territorio”. Oltre a questo altre sono le proposte che vengono fatte dal Consiglio Comunale londese per permettere ai piccoli comuni di sopravvivere e non gravare oltremodo sulla comunità con l’aumento di tasse e tariffe.

Per prima cosa l’alleggerimento dell’accantonamento di risorse finanziarie per il fondo crediti di dubbia esigibilità e l’introduzione di “premi di virtuosità” per gli enti come il Comune di Londa e quello di San Godenzo che “hanno dato attuazione nei termini di legge al trasferimento delle funzioni fondamentali all’Unione di Comuni” e “il mantenimento dell’affidamento diretto per l’acquisto di beni e servizi per importi fino a 40.000 euro e per lavori fino a 207.000 euro”. Il documento approvato dal Comune di Londa sarà inviato al Governo, ai Presidenti di Camera e Senato ed il Sindaco Murras si è impegnato a “a promuovere tutte le iniziative necessarie volte a sostenere le richieste sopra esposte finalizzate alla sopravvivenza delle comunità di minore dimensione demografica, sentinelle del territorio e al mantenimento, da parte dei piccoli Comuni, dei servizi essenziali ai propri cittadini”.

Ottime notizie invece per i cittadini e le famiglie di Rufina: il Governo ha stanziato 552.500 euro per interventi strutturali e sismici nella Scuola Primaria “G.Mazzini” di Rufina. Il finanziamento è stato deciso tramite un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e permetterà di concludere gli interventi di messa in sicurezza negli edifici scolastici del comune. L’adeguamento sismico consisterà nel rinforzo delle strutture alle sollecitazioni provocate da un possibile sisma e procederà anche a “rilegare” le murature di tamponamento esterne, oltre a questo sarà fatto un intervento di manutenzione straordinaria. In particolare il primo edificio che ospita l’entrata alla scuola è stato costruito dal 1966 al 1968 ed è composto da un piano seminterrato dove è sistemato il refettorio e due fuori terra che ospitano in tutto 7 aule.

Il secondo edificio è stato realizzato dall’1981 al 1983 ed è di due piani ed ospita un aula poliuso al piano inferiore ed altre sei aule in quelli superiori. L’ultimo edificio sempre realizzato negli anno ’80 ha un piano interrato sistemato in continuità con la mensa dell’edificio principale e uno fuori terra. L’intervento, naturalmente riguarderà tutti e tre gli edifici. “Siamo particolarmente soddisfatti per l’importanza di questo risultato – affermano il Sindaco Mauro Pinzani - che arriva dopo che sono già stati realizzati numerosi interventi sugli edifici scolastici che si inseriscono nella più ampia azione di governo tesa alla messa in sicurezza globale degli ambienti che ospitano le scuole nel comune di Rufina”. “Nell’intervento alla scuola primaria – spiega il Vicesindaco con delega ai lavori pubblici Vito Maida – saranno compresi anche i lavori di rifacimento del tetto e degli infissi, che faremo con l’aggiunta di risorse del comune.

Questo per rispondere anche alle segnalazioni fatte dai genitori e del personale scolastico”.

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