I parlamentari Pd a Rossi: “Incontro urgente per condividere le valutazioni sulla Fase 2”

Il governatore ha chiesto al premier Conte la riapertura delle attività produttive toscane. CNA: "Ordinanza regionale a misura di artigiani". Confprofessioni: “Sostenibile per le imprese”. Stella (FI): "Se non ripartiamo, perderemo quote di mercato a vantaggio di paesi stranieri"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 aprile 2020 20:15
I parlamentari Pd a Rossi: “Incontro urgente per condividere le valutazioni sulla Fase 2”

Ridotti obblighi e responsabilità a carico del datore di lavoro con l’ordinanza regionale per ripartire in sicurezza negli ambienti di lavoro. Interventi di agevole attuazione e con alternative sostenibili in caso di difficoltà di approvvigionamento di dispositivi di sicurezza: un risultato sollecitato a gran voce da tutti i settori per non appesantire la Fase2 dal punto di vista organizzativo ed economico, oltreché sul piano delle responsabilità in capo al datore di lavoro. E' il risultato del confronto preliminare per la sicurezza e la ripresa sottoscritto da Regione, forze economiche e sociali, ANCI e UPI con l’obiettivo di gestire l’exit strategy in materia condivisa ed in tempi brevi, partendo da una piattaforma regionale sulla sicurezza che consente ai territori (province o aree vaste) di intervenire secondo la specificità produttiva, in una logica di distretto.

Definito questo importante passaggio, il governatore Enrico Rossi ha inviato una lettera al premier Giuseppe Conte per richiedere la riapertura delle attività produttive della Regione, a tutela della competitività del sistema imprenditoriale regionale. L’obiettivo è quello di far riaprire tutte le imprese partendo immediatamente da quelle a maggior tasso di concorrenza.

Oggi però sono i parlamentari toscani del Partito Democratico a chiedere al Presidente della Regione Toscana una riunione in tempi brevi per approfondire gli scenari e le modalità della 'Fase 2'. “Chiediamo - affermano senatori e deputati del Pd - al Presidente Enrico Rossi, apprezzando e condividendo la sua preoccupazione e l’impegno per la realtà del sistema produttivo toscano di organizzare in tempi brevi, anche domani, un video incontro con i parlamentari toscani per condividere valutazioni ed esaminare possibili iniziative”.

CNA Toscana ha partecipato al tavolo di confronto tra Regione Toscana, categorie economiche e parti sociali puntando alla semplificazione delle misure per il contenimento del contagio. Il risultato del lavoro di CNA Toscana è una serie di regole a misura di artigiani e piccole imprese che potranno procedere alla sanificazione anche con semplice acqua e varechina autodichiarando la pulizia dei locali aziendali, ricorrere ad acqua e sapone per la detersione delle mani, prevedere divisori solo in mancanza della distanza di sicurezza.

Nel caso non si riesca a garantire la distanza di 1,8 mt. fra ciascuna postazione di lavoro potranno essere installati dei pannelli o le mascherine FFP2. Se queste non si trovano potranno essere sostituite con due chirurgiche. L’utilizzo dei guanti monouso non sarà obbligatorio. Adesso, con queste linee guida sulla sicurezza, da applicare in maniera rigorosa, si apriranno tavoli con specialisti di CNA e delle altre associazioni per definire i protocolli di sicurezza dei diversi comparti produttivi e di servizio.

“Il dibattito sull’uscita dal lockdown, cioè sull’inizio della tanto attesa fase 2 di questa emergenza che potrebbe portare alla progressiva riapertura delle attività produttive, e sulle modalità operative necessarie per evitare il riaccendersi del contagio, non può prescindere dal coinvolgimento dei professionisti. Il mondo delle professioni svolge un ruolo importante di mediazione, è un punto di riferimento per tutte le attività del mondo del commercio, dell’industria e dell’artigianato - spiega il presidente di Confprofessioni Toscana, Ivo Liserani - ed è agli studi professionali che le imprese si rivolgono per avere indicazioni e indirizzi su come procedere, che si tratti di commercialisti, di tecnici per la sicurezza del lavoro, di avvocati, di medici del lavoro.

Così, anche al di là di quelle che sono le nostre precise competenze, spesso noi ci troviamo a fornire chiarimenti, ad essere un preciso punto di riferimento e a indicare a chi rivolgersi per poter ripartire nel rispetto delle misure stabilite. Ma è necessario che queste ultime debbano essere chiare e sostenibili, che insomma non possano rappresentare un laccio troppo stretto per le aziende. E’ chiaro insomma che servono regole, ma dobbiamo essere in grado di garantire al momento in cui si dettano una reale possibilità di uniformarsi, cercando di affrancarsi il più possibile dai lacci della burocrazia, semplificando al massimo le procedure.

Ecco perché come Confprofessioni, presenti con un professionista ogni 35 cittadini, ribadiamo la nostra disponibilità a fare la nostra parte e a sederci a un tavolo di confronto con la Regione per mettere a disposizione la nostra esperienza, raccolta in 18 categorie diverse di professionisti ordinistici rappresentati, dovuta al rapporto quotidiano con le imprese, per quelle che sono le competenze di carattere regionale”.

"La riapertura di alcune tipologie di aziende, in Toscana, è un fatto positivo e auspicabile, perché significa far ripartire la nostra economia così provata dall'emergenza Covid-19. Ditte e fabbriche dunque possono riaprire, ma devono garantire la totale e assoluta tutela della salute dei lavoratori, altrimenti gli sforzi fin qui fatti da tutta la popolazione saranno stati vani. Ma ripartire è fondamentale per la nostra economia: se non riaprono le imprese, la loro quota di mercato sarà erosa dai concorrenti di altri Paesi, che invece hanno tenuto aperte le loro fabbriche".

E' quanto chiede il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia). "Le imprese toscane che si sono fermate in questo periodo - ricorda Stella - producevano un valore aggiunto di oltre 800 milioni di Euro la settimana. Con il provvedimento di chiusura sono coinvolti oltre 390 mila lavoratori dipendenti ed altri 20 0mila lavoratori autonomi, che rappresentano circa il 38% del totale dell'occupazione toscana. Il Pil prodotto da tali settori rappresenta circa il 41% dell'intero Pil regionale.

Sono numeri importanti, che ci fanno capire quanto sia fondamentale tornare al più presto alla piena produttività, ovviamente nel rispetto dei protocolli di sicurezza sanitaria".

In evidenza