​Per i Fedelissimi Oukhadda ma, aspettando "GuBe", si punti su D’Auria-Guidone

GuBe: Guberti e Bentivoglio. Avrebbero dovuto fare la differenza ma, per motivi diversi, non sono stati decisivi. La Robur si affida ai volti nuovi

Giuseppe
Giuseppe Saponaro
16 ottobre 2019 14:14
​Per i Fedelissimi Oukhadda ma, aspettando

Ci sono due cose che non tornano mai indietro: una freccia scagliata e un’occasione perduta (Jim Rohn). Pare la frase motivazionale che ben si può adattare a questo Siena che analizza i dardi nel suo arco per verificare se la possibilità di assaltare le primissime posizioni in classifica sia davvero concreta.

I risultati fuori dalle mura amiche direbbero di una squadra di alto profilo. Quelli del Franchi tutt'altro. Il Siena cerca la propria identità come farebbe il migliore dei personaggi pirandelliani.

Ma l'identità, si sa bene, passa anche attraverso la personalità dei giocatori più rappresentativi. In tal senso, la squadra, forse, paga qualcosa. In effetti,  ad inizio campionato, mai si sarebbe pensato di rinunciare, contemporaneamente, a due pedine che farebbero comodo a chiunque in C e a molti in B. 

Paliamo del duo "GuBe": Guberti e Bentivoglio. Il secondo, dopo fugaci apparizioni, pare ai margini del progetto tecnico del mister. Il primo è fermo ai box per infortunio.

"Cosi è se vi pare" direbbe Pirandello. Ecco che allora la Robur si lecca le ferite e prova, comunque, a far centro. Come? Ovviamente con le frecce che ha a disposizione. Una, che pare particolarmente avvelenata, corrisponde al nome di D’Auria. Giocatore partito “in sordina” che, pian piano, si sta rivelando decisivo. Per la cronaca, è stato lui l’autore dei due assist per i gol di Cesarini, poi annullato, e Guidone. Buona tecnica di base, capace di saltare l’uomo, questo ragazzo è sembrato avere una dote su tutte: sapere mettere palla al centro. Creare superiorità numerica sulla fascia per poi “scodellare” alla ricerca di teste pensanti ed amiche. Scusate se è poco.

Per tutto questo, apre le braccia e ringrazia Marco Guidone. Abile nel gioco aereo, questa prima punta necessita di palloni alti e ben messi proprio per sfruttare le sua abilità acrobatiche.

Sullo sfondo, sempre parlando di fasce, la crescita continua di Shady Oukhadda che non è passata inosservata agli occhi dei più attenti. Lorenzo Mulinacci, presidente dei "Fedelissimi", non ha dubbi: il numero 17 è il giocatore che interpreta meglio i valori ai quali teniamo: impegno, forza di volontà, tenacia e voglia di migliorare sempre”. Nessuna perplessità sul fatto che, dalle parti di via Mencatelli, abbiano il palato (sportivo e non solo) assai fine.

La parola a Dal Canto: a lui toccheranno le scelte. Ai tifosi l'auspicio che, da ora in poi, per dirla alla Pirandello si faccia "Tutto per bene".

nella foto Marco Guidone

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