I dipendenti di aziende artigiane hanno riscosso solo gli ammortizzatori di marzo e aprile

La Corte dei Conti ha sbloccato i fondi, ma il governo non li ha trasferiti alle Regioni e conseguentemente non sono arrivati nella tasche dei lavoratori che con quei soldi devono campare. Tessile in crisi: non vive di sole mascherine. Il segretario della Uiltec Toscana Nord, Massimo Graziani: "Un piano regionale che incentivi il settore trainante dell’economia”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 settembre 2020 19:39
I dipendenti di aziende artigiane hanno riscosso solo gli ammortizzatori di marzo e aprile

Le organizzazioni sindacali Cgil Cisl Uil della Toscana denunciano una situazione inspiegabile. La Corte dei Conti ha sbloccato le risorse per gli ammortizzatori dei dipendenti di imprese artigiane e non si capisce perché ancora non siano state trasferite alle Regioni e conseguentemente non sono arrivati nella tasche dei lavoratori che con quei soldi devono campare.

“Settore moda e lusso, in Toscana dobbiamo puntare su innovazione e formazione per uscire dalla crisi che non risparmia neanche il tessile, uno dei comparti che pure nella nostra regione è stato a lungo trainante e ancora rappresenta un’eccellenza. Il trend delle richieste di cassa integrazione non vede un arresto e la situazione attuale mette a forte rischio l’avvenire delle tante piccole e medie aziende che formano la filiera del made in Italy”. A parlare è il segretario della Uiltec Toscana Nord, Massimo Graziani, che analizza il trend negativo che sta affrontando il comparto anche alla luce dell’emergenza Covid19: “Le imprese non possono e non devono essere lasciate sole altrimenti ci troveremo di nuovo a piangere per altri posti di lavoro svaniti nel nulla.

Pensiamo oggi a quanto accaduto alla Sartoria Sarzana che solo l’anno scorso ha chiuso per sempre e lasciato a casa 22 lavoratrici, tutte con altissima professionalità. Durante la pandemia c’è chi ha provato a convertire in tutto o in parte la produzione ma le aziende del tessile non possono vivere facendo solo mascherine – prosegue il segretario Uiltec -. Ci sono eccellenze locali il cui fatturato dipende in gran parte dalle esportazioni e che hanno quindi visto i guadagni praticamente azzerati durante il lockdown e ancora fanno fatica a riprendersi a causa delle restrizioni internazionali.

Pensiamo alla Sartoria Carrara, specializzata nel ‘su misura’, che solo a ottobre dell’anno scorso aveva inaugurato una nuova sede in via Martiri di Cefalonia, un nuovo corso produttivi impiegando oltre 40 dipendenti. L’azienda vive del mercato internazionale grazie alla collaborazione con il socio Patrick Johnson, proprietario di negozi in Australia, Stati Uniti e Regno Unito. Ma ci sono tante altre realtà di eccellenza nel tessile apuano che stanno vivendo più o meno la stessa situazione e non possono essere lasciate sole”.

La Uiltec garantisce il proprio impegno a fianco dei lavoratori “chiamati allo stop lavorativo, a vivere situazioni drammatiche per i ritardi nei pagamenti degli ammortizzatori sociali. Serve, però, uno sforzo collettivo. Stiamo monitorando il bando regionale sulla formazione professionale dei lavoratori in Cassa integrazione ordinaria e siamo pronti, insieme all'Agenzia formativa della Uil regionale Enfap Toscana, a realizzare percorsi formativi condivisi che siano capaci di innovare e migliorare le competenze di migliaia di lavoratori del comparto moda – prosegue Graziani -.

In questo quadro non si deve avere paura del confronto, dobbiamo disegnare, anche attraverso la contrattazione di secondo livello un nuovo sistema di lavoro. Ma tutto – conclude - deve passare da un piano Regionale più ampio, che veda la reale e forte possibilità di detassare e incentivare chi fa innovazione e formazione e che creda con forza nel tessile come motore trainante dell’economia toscana e della stessa provincia di Massa Carrara”.

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