I 60 anni del locale storico d'Oltrarno

Ieri mattina è stato presentato il libro di Ilaria Buccioni "Trattoria Sabatino" edito da Maschietto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 settembre 2016 23:27
I 60 anni del locale storico d'Oltrarno

In vetrina, nel cantuccio, sopra la botola, tavoli comuni attorno ai quali l’andirivieni quotidiano di “straordinarie macchiette, personaggi incredibili” ha fatto di una trattoria fiorentina un importante crocevia di vissuti e un luogo simbolo della città. A sessant’anni dalla sua nascita Sabatino, anima e memoria del quartiere di San Frediano, fissa questo bel traguardo anagrafico per mano della sua titolare, Ilaria Buccioni, qui al suo debutto con “Trattoria Sabatino. La storia di una famiglia e i sapori della cucina povera in San Frediano, il quartiere più popolare di Firenze per Maschietto Editore.

Il libro, (256 pagine, 19 euro), è stato presentato ieri alla stampa dall’editore Federico Maschietto, dall’autrice Ilaria Buccioni e dallo scrittore Marco Vichi che, per la speciale occasione, firma il racconto Anche il Commissario Bordelli frequentava la trattoria Sabatino in cui il noto protagonista di tanti noir è, una volta di più, pretesto letterario per setacciare un’epoca, assaporarne il gusto dolce amaro. Tale è il pasto della cucina popolare.

Il romanzo, straordinario banco dei ricordi, è diviso in tre parti, una per ogni vicenda cui ancorare l’origine dell’avventura ristorativa. Nella prima (Una famiglia, Una trattoria) la Buccioni torna sui legami parentali con l’enfasi di chi marca a vita un debito affettivo e culturale verso le persone più care. Nel ritratto di famiglia entrano tutti quelli che, per sangue o per destino, hanno irrotto nella trattoria con la stessa forza dell’alluvione del ’66.

La seconda parte (Una bottega, Tre Generazioni) si fa densa come i ritmi, che scandiscono lavoro, “persone, movimento, chiacchiere, brusio, confusione”, e la visione caleidoscopica del mondo fuori e dentro il locale moltiplica i luoghi fino a disegnare una mappa. Si rivedono, tra le tante, Piazza del Carmine, il Mercato Centrale, Piazza del Cestello in un repertorio di aneddoti e siparietti che ha il suo gran finale nel trasloco di Sabatino del ’99 dal Borgo all’attuale indirizzo di Via Pisana, a ridosso della Porta di Frediano.

Fu un evento memorabile al quale parteciparono più di 4000 persone. L’ultima sezione (Storie di Trattoria) squaderna sentimenti e nomi di affezionati habitués, gente di ogni estrazione e dove che ha respirato l’ostinata perseveranza in semplicità, massima ospitalità a buon prezzo, giacché “con 500 lire ci si poteva anche mangiare”. Il libro è illustrato dalle fotografie storiche della trattoria, della famiglia Buccioni e del quartiere di San Frediano, oltre a testimonianze artistiche di eccellenti avventori e ai disegni delle più amate ricette.

L’autrice restituisce al presente un coro di voci che, nel gioco dell’ibridazione dei generi letterari, potrebbe perfino prestarsi al teatro in vernacolo. L’uso della citazione, anche della più colorita espressione linguistica tipica del rione, alternata a testi extradiegetici che esaltano la riflessione e la dimensione privata del contesto, fa del libro una vera e propria ricetta per proteggere dall’oblio la tradizione culinaria e, soprattutto, il patrimonio di varia umanità che da Sabatino è sempre stato di casa. “Chi ha vissuto in bottega, chi ha ascoltato e respirato l’aria del quartiere, sa descriverla come nessun altro: sa bene che l’identità del borgo era nelle chiacchiere delle strade, nell’udire voci riconosciute, nel sentirle scandire quotidianamente”.

Rivivono così figure di verace fiorentinità: dal granocchiaio al formaggiaio, dal lattaio all’ombrellaio è una lunga carrellata di maschere tipiche della città, “tessuto civile che si salva non da solo, ma continuando a vivere insieme”, magari proprio sotto il tetto di Sabatino, all’ora di punta. Lo spiega bene lo storico dell’arteTomaso Montanari nella postfazione La politica di Sabatino, promosso a tutti gli effetti luogo in cui si nutre la democrazia, dove la comunità è aperta a dispetto della gentrificazione che ha cambiato il volto del centro storico contribuendo ad allargare la forbice della distanza fisica e politica tra residenti ed élite di turisti stanziali. Non è così alla Trattoria Sabatino, piccolo mondo antico capace di introiettare il grande universo della diversità e trasformarlo in valore.

I legami che si creano – o si saldano – dentro le mura di questa grande mensa popolare si sono visti già in occasione di fatti tragici cui Ilaria Buccioni dedica più di una riga, e non per esigenze narrative. Siamo nel ’66, il 4 novembre l’Arno, quello generoso di pesci per “il Luschi” e di sponde come approdi per chi non aveva più ponti da attraversare dopo la guerra, straripa, e Sabatino ne paga il prezzo al pari di tante altre botteghe fiorentine.

Diversi anni dopo l’attentato ai Georgofilistringe le mani della popolazione in un unico grande cordone di solidarietà e commozione. Per chi c’era, o solo per chi crede che non basti il tempo a rompere un equilibrio, il senso di appartenenza, ad un luogo e a ciò che rappresenta, la Trattoria Sabatino ha organizzato vari appuntamenti per festeggiare l’uscita del libro, vero e proprio caso editoriale che Maschietto lega a progetti più ampi dedicati alla cultura gastronomica e al recupero della “patria alimentare”.

Si cominciasabato 24 settembre con la festa esclusiva riservata ai protagonisti dei racconti cui parteciperà anche il Sindaco Dario Nardella, si proseguirà quindidomenica 25 al Teatro del Cestello per l’incontro, moderato dall’attore Lorenzo Degli Innocenti, con llaria Buccioni, Marco Vichi e alcuni personaggi del libro. Durante la serata si esibirà al violino il musicista Augusto Vismara.

Sabato 1 ottobre, le porte di Sabatino si apriranno ad amici e curiosi dalle 17 fino a tarda sera per celebrare i sessant’anni della Trattoria.

L’AUTRICE

Ilaria Buccioni vive e lavora a Firenze, nel quartiere di San Frediano dove è nata e cresciuta. Custode per passione della memoria della famiglia e dell’intero quartiere, ha impiegato il suo talento narrativo per scrivere un libro che è un omaggio alla storia decennale della trattoria, al quartiere più vivo e vivace di Firenze, alla gente che lo abita o lo attraversa, alla cucina buona e genuina. Questo è il suo primo libro. 

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