Gli architetti: "Bloccare l'attività edilizia nel centro di Firenze è farla morire"

Dopo l'ordinanza del Consiglio di Stato, l'Ordine lancia un appello al Tar perché si pronunci nel merito. "Il settore dell'edilizia precipita in una insostenibile incertezza di diritto". Ma c'è anche un appello al Comune perché riveda il regolamento urbanistico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 maggio 2019 14:13
Gli architetti:

Firenze – Gli architetti non ci stanno e lanciano un accorato grido di allarme dopo che il Consiglio di Stato ha di fatto "congelato" l'attività edilizia più rilevante nel centro storico di Firenze. Con l'ordinanza cautelare n. 2590, è stato accolto l'appello cautelare proposto dall'associazione Italia Nostra, avente a oggetto la variante al regolamento urbanistico del Comune di Firenze che consente, nel centro storico, la ristrutturazione edilizia di immobili (sia pur con limitazioni) e il mutamento di destinazione d'uso, in luogo del precedente restauro conservativo.  “Con l'ordinanza del Consiglio di Stato del 23 maggio scorso - scrive l'Ordine in una lunga nota - con cui si sospende l'efficacia di alcune norme del Regolamento Urbanistico del Comune di Firenze e si rinvia al TAR l'approfondimento delle questioni di merito, siamo in presenza di un corto circuito che fulmina quanti sono impegnati a 'fare' e gratifica gli specialisti dell'opposizione a prescindere.

Ricordiamo che l'ordinanza del Consiglio di Stato non entra nel merito ma sospende e rinvia al TAR: d'altronde il TAR aveva già effettuato una scrupolosa disamina in prima istanza (ordinanza 137/2019), quindi ci aspettiamo che confermi il proprio orientamento e ribadisca la legittimità delle norme in discussione. Ma quanto costano - proseguono gli architetti - queste 'altalene' alla città, ai professionisti e agli operatori coinvolti nei progetti? Mentre si propugnano il rilancio economico e la ripresa degli investimenti, si fa precipitare il settore dell’edilizia in una insostenibile incertezza di diritto.

Rispettare e preservare Firenze non vuol dire cristallizzarla, la città che non si rinnova muore e 'la Firenze' così aprioristicamente difesa è apprezzata nel mondo proprio perché ha 'vissuto' per secoli, aggiungendo, demolendo, modificando, non immobilizzandosi e lasciando che gran parte del tessuto urbano si spopolasse. Alla luce dell'ordinanza - sottolinea ancora l'Ordine - si bloccherà gran parte dell'attività edilizia, con gravi ripercussioni addirittura sui cantieri in corso: chiediamo quindi prioritariamente al TAR di pronunciarsi quanto prima per le valutazioni di merito.

Nel corso del 2018, per tener conto di alcune novità giurisprudenziali e offrire maggiori certezze agli operatori, l'amministrazione comunale, con la variante urbanistica in discussione, aveva introdotto la sottocategoria d'intervento della ristrutturazione edilizia con limitazioni. Pur riconoscendo il senso positivo della novità, come Ordine degli Architetti di Firenze, insieme alla Consulta provinciale delle professioni tecniche, in coerenza con quanto già sostenuto fin dall'aprile del 2015 nella fase di formazione del Regolamento Urbanistico, abbiamo sempre ribadito la necessità di una più dettagliata classificazione edilizia del patrimonio edilizio esistente.

Classificazione che può consentire una differenziata articolazione della disciplina edilizia, adeguata alla condizione dei singoli edifici. Quando abbiamo affermato che la nuova categoria era ancora troppo limitante per gran parte del patrimonio edilizio, non ci riferivamo agli immobili di maggior pregio, ma a quel patrimonio diffuso che è trattato alla stessa stregua. Da un lato - conclude l'Ordine degli Architetti - confidiamo che il TAR ribadisca rapidamente la legittimità della variante, togliendo il settore dall'incertezza normativa.

Dall'altro sollecitiamo il Comune di Firenze alla revisione del Regolamento Urbanistico, affinché con una classificazione puntuale degli edifici sia possibile una maggiore articolazione della disciplina edilizia, in grado di attivare davvero i processi di rigenerazione urbana, il positivo riuso dei contenitori dismessi e anche di rendere più semplice l'esecuzione degli interventi minuti”.

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